Il giallo della vignetta copiata di G. Tib.

Il giallo della vignetta copiata Il giallo della vignetta copiata Forattini come Vauro, cinque giorni dopo «E' l'ultimo capitolo dell'infame complotto comunista contro il povero Forattini». Vauro Senesi la butta sullo scherzo, per lui è quasi un dovere professionale: non può trattenersi dallo sghignazzo. «Sarò sincero - insiste -, quella che Repubblica ha pubblicato ieri era una gran bella vignetta. Tanto bella che io ne ho fatta una uguale cinque giorni prima. Spero solo che Forattini non l'abbia vista...». Altrimenti, lascia capire il vignettista del manifesto, ci sarebbe una sola cosa da dire: Forattini copia come un bambino che non ha voglia di studiare. Le due vignette mostrano una Pivetti in camicia verde: magra e dinoccolata quella di Vauro, cicciona e volgaruccia quella di Forattini. La prima ha a che fare con Scalfaro, la seconda con un Prodi vestito da prete. Il testo, però, è lo stesso: «E levete a cammesella», canticchia l'uomo. «A cammesella no no no», replica Irene. Vauro se la ride: «Sono anni che Forattini ce l'ha con noi comunisti - dice - e questa è la prova che aveva ragione: siamo cosi perversi da rovinargli le vignette pubblicandole una settimana prima. Come faccio a essere serio? E' a lui che piacciono le polemiche, non a me. Io dico solo che in genere queste cose non succedono...». Oddio, per succedere succedono eccome. E Vauro dovrebbe saperlo benissimo, visto che qualche mese fa proprio il manifesto aveva aperto il giornale con una vignetta del tutto identica a quella pubblicata dal Secolo d'Italia, quasi che il sorriso della satira non conoscesse ideologie. «Mi ri¬ cordo benissimo - spiega il vignettista -, era il giorno in cui lo shuttle con l'astronauta italiano aveva perso nello spazio il satellite. Nello stesso giorno Dini aveva annunciato la nascita del suo partito, così disegnammo entrambi una navicella che lasciava Prodi per strada. Ma sono casi rarissimi, straordinari. E poi, scusate, quelle vignette sono uscite lo stesso giorno, mica a distanza di una settimana. Credete a me, quello è stato un caso. Questo è un complotto. Un complotto comunista», [g. tib.]

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