Labadze un sogno tedesco

Vinovo, oltre cinquemila bambini per la tradizionale festa del cavallo Sporting, Under 16: il georgiano si allena già a Mannheim labadze, un sogno tedesco La Dell'Angelo: «Io resto italiana» TORINO. A ragazzi dell'Est europeo gli applausi dell'undicesimo Torneo internazionale Under del Circolo della Stampa-Sporting (Kostanic, croata, e Labadze georgiano vincitori dei singoli). Ma curiosamente un po' di tennis tedesco nelle pieghe dei tabelloni, completati nei doppi dai successi dei giovani Usa e delle brasiliane Colosio e Tiene. Il biondino della Georgia, quindici anni ieri, da gennaio vive a Mannheim dove lo allena Reina, e dove l'hanno chiamato credendolo capace di grandi progressi. E anche, ovviamente, di cambiare passaporto. «Sono nato a Tbilisi e nel mio ex club della Dinamo si parla ancora di Metreveli, il mito. Perché sono andato in Germania? Semplice. C'è un altro mito da copiare, Boris Becker». Di Kafelnikov forse avrebbe parlato ieri sera, e con ovvio rispetto, ma Irakli Labadze era già partito per Milano cercando il grande slam nell'Avvenire, dopo i trionfi di Reggio Emilia e Torino. Si comincia presto a viaggiare, per sport, appena si mette il naso ad alto livello. E viaggia anche molto accompagnata dal padre Ezio, radici avellinesi, un po' maestro di tennis e molto gastronomo (pur se ha chiuso con i ristoranti), Lauretta Dell'Angelo. Terza nel torneo dello Sporting, e miglior rappresentante assoluta del tennis italiano sui campi di corso Agnelli. Laura ha come punto di partenza Monaco di Baviera, città tornata «patria» di Giovanni Trapattoni. Per lei, almeno adesso, il discorso del passaporto non si pone. «Anche perché io li ho già entrambi, i passaporti, a Monaco vivo con la mia famiglia e studio al liceo, ma nel tennis voglio restare italiana». A Monaco, dove è nata il 15 maggio '81, è allenata nel Keil Club da Jockl Schindlbek. «Due ore cinque giorni la settimana, più un po' di palestra. Si lavora duro in Germania, ma si sta meglio in Italia. E' il secondo anno che vengo allo Sporting. Speravo di vincere ma sono contenta lo stesso. Magari potevo arrivare in finale se la Dementyeva nella semifinale contro di me non avesse calmato il mal di schiena con una iniezione. Avrei potuto protestare? Non lo so, ma di certo non sa¬ rebbe stato un gesto sportivo. Mi vergognerei». Elena Dementyeva (curata anche durante la finale con l'assenso della Kostanic, premio Fair play del club Atleti azzurri) se ne è andata lasciando un biglietto di ringraziamento all'equipe del Centro torinese di medicina dello sport, i cui medici hanno fatto i turni negli otto giorni della competizione che ha visto in gara 225 giocatori di 36 nazioni. Targhe, trofei e premi per i migliori, da Cariplo, Essedue e Sai aiuti importanti. Un viaggio in Kenya della Francorosso International per Laura Dell'Angelo, un po' di bagarre per strappare dalle mani del coach croato la splendida Coppa d'Argento (triennale) posta in palio dalla Roeder. I complimenti di Francesco Ricci Bitti, presidente dell'European Tennis Association, ai finalisti. Per Victor Crotta, direttore del torneo: «Visti momenti di tennis davvero a livello mondiale». Bruno Perucca Il georgiano Labadze, big allo Sporting