Le novità Faustini e Zaina

Le novità Faustini e Zaini Le novità Faustini e Zaini L'uno è un ragioniere, Valtro un cuoco MILANO DAL NOSTRO INVIATO Sulla via, non facile, che conduce alla ricerca dei personaggi del Giro, chi incontriamo? Stefano Faustini, 28 anni, bresciano, squadra Aki, pupillo di Gianni Motta. Ha una storia, questo Faustini che, abbandonata la bicicletta, ritorna al ciclismo e al primo anno di professionismo non si risparmia, non si nasconde, si colloca al settimo posto della classifica generale. «Correvo, ero un dilettante. Mia madre stava molto male, stava morendo. E io da un'altra parte, a correre. Feci appena a tempo a starle vicino negli ultimi due giorni di vita. Ne ebbi un così forte rimorso, mi torturò tanto il pensiero di non averla curata, che buttai via la bicicletta, basta, basta». E' un ragioniere, Fustini. Entra in una grande ditta. Ha sotto di sé un sacco di dipendenti, è uno che comanda. «Però lo stress mi ammazzava, ci perdevo il sonno. Per guadagnare, per scalare i gradini, avrei dovuto spremerli come limoni i miei sottoposti. Non riuscivo a farlo, non riuscivo a essere duro, cattivo. Se avevo da pagare, ho pagato. Meglio il ciclismo, si soffre di meno». Si conosce, ma non abbastanza. Divora libri, studia le religioni orientali. Appiccica al centro del manubrio la propria fotografia. La interroga in corsa: chi sei?, rivelami chi sei. Gliel'ha rivelato? «In parte. Sono uno che non sa ancora andare al fondo delle cose». «E' un uomo che pur avendo ventott'anni è nato adesso al ciclismo», dice Motta, «Non ha esperienza e quando l'avrà, vedrete che numeri». Aspettiamo. Enrico Zaina, anche lui ventottenne, anche lui bresciano, secondo classificato. Si iscrive alla scuola alberghiera e diventa cuoco. Specialista in torte. «Ma le cucino soltanto per Angelica, che sarebbe mia moglie, e per il mio piccolo Matteo. E chissà se farò il cuoco quando smetterò di pedalare». Quanta pazienza prima d'essere eletto capitano. Alla Gewiss c'era Berzin, figuriamoci se pensavano a lui. Alla Carrera c'era Chiappucci. Strada barrata. Zaina, vinci pure alla grande la tappa con la salita del Ciocco, Giro '95: resti un gregario. Poi Chiappucci ammaina le vele. E iL cuoco lievita, sino a salire sul secondo scalino del podio. [g. ran.l

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