«Sì adesso mi sento un eroe» di C. Co.
«Sì, adesso mi sento un eroe» DOPO IL TRIONFO «Sì, adesso mi sento un eroe» PARIGI. «E' il momento più glorioso della mia vita, non pensavo che potesse succedermi una cosa del genere». Il Principe Eugenio non aveva parole. «Adesso spero di essere considerato un eroe anche in Russia». Ha salutato mamma e papà, che hanno visto il match in tv, ha lanciato un bacio a Masha in tribuna, ha persino ringraziato Stich per avergli lasciato vincere il primo titolo dello Slam. Ovviamente era una battuta. «Mi è stato utile giocare sabato la finale del doppio. Sono entrato in campo tranquillo. Il punto chiave è stato nel 2° set, quando ero sotto 2-5. Sono stato fortunato a vincere 75. Se avessi perso, magari il vento sarebbe cambia¬ to e io non sarei qui a parlare di quant'è bello trionfare per la prima volta al Roland Garros». Ieri sera il giovane Kafelnikov, più famoso e più ricco, ha preso l'aereo per Sochi, sul Mar Nero, dove vivono il padre Alexander, allenatore di pallavolo, e la mamma Valentina, ex giocatrice di basket. Evghenij, oltre alla pesca, ama il calcio. La sua squadra del cuore è lo Spartak. E così qualcuno, italiano, è ovvio, gli ha chiesto un commento su Russia-Italia agli Europei. «Non so se a Sochi potrò vederla, dipende da quale canale la trasmetterà. Farò il tifo per la Russia, è logico, ma non conosco il valore attuale della squadra». [c. co.]
Persone citate: Kafelnikov, Stich
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