«Ridete pure poi riderò l'Italia» di Fabio Vergnano

Stuzzicato dai giornali britannici, il presidente polemizza e guarda avanti: qui mi gioco il futuro Stuzzicato dai giornali britannici, il presidente polemizza e guarda avanti: qui mi gioco il futuro «Ridete pure, poi riderò l'Italia» Matarrese: vinceremo, alla faccia degli inglesi ALSAGER DAL NOSTRO INVIATO Il look è di puro stampo berlusconiano, versione weekend. Pullover blu scuro, pantaloni in tinta, camicia casual. Matarrese arriva nel ritiro della Nazionale e per mezz'ora polarizza l'attenzione. Don Tonino è in gran forma dialettica, dispensa carezze agli amici e ceffoni ai rivali, promuove Chiesa e dà il via alla propria campagna elettorale. Presidente, domani si gioca, la febbre sale. «Siamo sereni, abituati a questi appuntamenti storici. Abbiamo un grande tecnico e una grande squadra. Sono ottimista, la vittoria della Juve e quella della Under ci spingono a fare bene». Ma la prova generale non ha convinto del tutto. «I nostri inizi sono sempre difficili, ma non mi allarmo. La scuola sacchiana ci ha abituato a partenze stentate. Sabato a Londra si discuteva molto di noi. Ho parlato con l'ambasciatore russo: gli ho detto di non fare scherzi. Sono sicuro che andremo avanti». Quindi scommetterebbe sull'Italia campione. «Scommetto parecchio, su questi Europei, certo di avere una grande squadra. Spero solo che non mettano a dura prova il mio cuore e che nessuno si atteggi a primo della classe. Se saremo bravi, spegneremo noi la luce a Wembley». Sacchi ha detto di avere molte certezze in più. «Ho trovato il et più sicuro, convinto di aver portato qui il meglio del calcio italiano. Ha studiato molto, si è completato come allenatore e come selezionatore». Però quella foto nel quartiere a luci rosse di Amsterdam non ci voleva. «Pettegolezzi. Si stava riposando, quelli sono ambienti simpatici da visitare, purché non si pecchi». Gli inglesi vi attaccano già. Il quotidiano «The Sun» scrive che siete i soliti narcisisti. «Siamo profumati, ma maschi. Il loro atteggiamento è tipico di chi ha paura. Pensino a come hanno giocato con la Svizzera e non rompano le scatole. Si divertano pure adesso, noi lo faremo alla fine. Vorrei che non arrivassero troppo lontano». Si può lasciare fuori uno come Chiesa? «In occasioni come queste c'è sempre un giocatore che diventa oggetto di attenzione. Pensate a Rossi in Spagna e a Schillaci nel '90. Ma si devono anche rispettare equilibri creati a fatica. Chiesa ci incuriosisce, spero che lasci il segno e ci aiuti ad arrivare in alto». Rispetto al Mondiale, mancano Baggio e Signori. «Roberto non sarà felice, ma la porta non è chiusa per lui come per Signori. Potranno rientrare». EVialli? «Uffa, state rendendo antipatico uno che non lo è. Non credo che tiferà contro di noi, non tradirà la patria calcistica. Sono contento che sia andato al Chelsea, dimostrerà il valore del nostro calcio. Gli voghamo bene e lo aspettiamo quando tornerà». E' più facile che l'Italia vinca l'Europeo o che lei sia rieletto al vertice della Federazione? «Diciamo che le due cose vanno di pari passo. Già mi vogliono mettere al muro. E anche il mio ruolo internazionale può cambiare se finisce bene. Il 27 giugno ci sarà il rinnovo delle cariche Uefa e la Fifa mi ha già affidato il compito di preparare il trattato fra Corea e Giappone per il Mondiale del 2002. All'estero non capiscono perché da noi ci siano delle turbolenze a livello federale. E' in gioco la mia immagine. Punto molto in alto a livello internazionale, agli altri dirigenti chiedo di capire che ho un ruolo di grande responsabilità». Teme più la Russia o gli attac¬ chi del presidente Abete? «C'è un po' di agitazione al nostro interno, normale visto che a fine agosto si rinnoveranno le cariche federali. Ma sono stato io ad aprire le porte a molti di quelli che sonp al vertice. Ho imposto Nizzola, per Abete ho rischiato l'impeachment pur di metterlo a capo della C. Non mi aspetto riconoscenza, ma neppure sgambetti poco dignitosi. Ho pure un rinvio a giudizio per aver fatto il mio dovere. Siamo cresciuti insieme e insieme dobbiamo portare avanti le strategie». Le società minacciano il blocco dei calendari se il Governo non le accontenterà. «Ho parlato con Giraudo e Galliani: richieste giuste, non vanno sottovalutate. A tempi brevi mi incontrerò con Veltroni e so che non troverò una porta chiusa». Si rischia l'invasione di nuovi stranieri? «I presidenti troveranno un punto di equilibrio. E poi gli allenatori non vogliono spogliatoi agitati». E il totoscommesse? «Pescante è in sintonia con noi, ma bisogna trovare 300 miliardi per avviare il sistema on line. Nel frattempo si potranno sfruttare le ricevitorie». Fabio Vergnano UEFA 0UT096 JEf Matarrese: «Sacchi ci ha abituati a partenze stentate ma lui è più sicuro, e la squadra ok» I milanista Demetrio Albertini, 24 anni, 36 presenze e 2 gol in azzurro

Luoghi citati: Amsterdam, Corea, Giappone, Italia, Londra, Russia, Spagna, Svizzera