La protesta sfila sotto il Palazzo

Dopo gli incidenti di sabato i cittadini chiedono alle autorità immediati interventi contro il degrado Dopo gli incidenti di sabato i cittadini chiedono alle autorità immediati interventi contro il degrado La protesta sfila sotto il Palazzo Oggi corteo da San Salvario al municipio Adesso, c'è un tossico che vomita davanti alla Lanterna Blu, sul marciapiede di via Saluzzo. Poco più in là, un uomo insegue una troupe della tivù per consegnare all'opinione pubblica una testimonianza che ha i toni della dichiarazione di guerra: «Cito sarà anche un fascista, ma a Taranto ha fatto una bella pulizia». In chiesa, alla Messa delle 10, il parroco invoca calma e invita i fedeli a sopportare e le istituzioni a fare la loro parte. In via Belfiore, un volantino appiccicato al muro avverte che non è finita: oggi, ore 16,30, parte da piazza Madama Cristina un corteo diretto sul Municipio. Non è una bella cartolina quella che ci arriva dalla trincea di San Salvario il giorno dopo la lunga notte di tensione di fronte al «pub degli spacciatori». Dopo la «rivolta» di un anno fa, dopo le minacce di scendere in strada armati di spranghe, dopo le dirette tivù, la nuova legge sull'immigrazione, tutto sembra tornato come prima nel quartiere simbolo del cancro che sta divorando le grandi città. E l'esasperazione dei cittadini diventa, ancora una volta, argomento di scontro politico. Alleanza nazionale, in un comunicato, attacca questore («Ha confuso i buoni con i cattivi») e sindaco («Come sempre fa finta di niente»). Giuseppe Lodi, ex consigliere di maggioranza passato a Forza Italia, annuncia un'interrogazione infuocata contro Castellani: «E' un pericolo pubblico per la città. Al confronto, Novelli era un De Gaulle». E lui, Castellani? Chiede «più Stato» in queste vie martoriate dalla droga: più uomini e più mezzi per contrastare il fenomeno, ridare fiducia ai cittadini e al mercato (quello immobiliare, per esempio, denuncia un calo di prezzi superiore al 50 per cento). Il questore, Giuseppe Crassi, ammonisce: «A nessuno è con- sentito farsi giustizia con le proprie mani». E si rivolge ai cittadini: «La polizia ha bisogno di sentirsi aiutata, di avere la solidarietà della gente. E quando dico San Salvario mi riferisco a tutta la città». Già, la città. Non c'è solo San Salvario e il fuoco della protesta divampa in altre zone, rendendo più difficile il compito delle forze dell'ordine chiamate a coprire tutti i buchi. E i «buchi neri», nella Torino che appena due mesi fa si presentò scintillante all'appuntamento con il vertice dell'Unione europea al Lingotto, sono tanti: Porta Palazzo e Borgo Dora, dove il comitato dei residenti denuncia una situazione esplosiva e minaccia ronde notturne; i dintorni dei Murazzi, che dopo la militarizzazione del lungopò si sono ritrovati spacciatori e tossicodipendenti sotto casa; la Pellerina, con la gente pronta a sfilare per l'ennesima volta contro prostituzione e degrado della zona. E le voci che oggi si levano da San Salvario non raccontano soltanto di un quartiere che sta morendo. «Rispetto, ecco che cosa pretendiamo», dice Rosa Ca¬ taldo, 60 anni. «Lo stesso rispetto che hanno i cittadini che vivono in collina o alla Crocetta. La tensione è alle stelle: con la presenza giorno e notte di polizia ai Murazzi, drogati e spacciatori si sono tutti trasferiti qui». Ancora una donna, Carla Cen- tini: «Razzisti noi? Ma se gli spacciatori sono nordafricani che cosa possiamo farci? Dobbiamo far finta di nulla? Urliamo, eccome se urliamo: è l'unico modo per attirare l'attenzione». «La colpa di tutto questo marasma è solo vostra, di voi italiani», si scalda Ehu Constant, 38 anni, originario della Costa d'Avorio, sposato con un'italiana. «In Italia ci sono troppe leggi, troppi decreti. Intanto il fenomeno immigrazione non viene trattato nel modo giusto. Chi spaccia deve essere espulso, o stare in galera, e se sono cinque anni di carcere che siano cinque anni. In Francia e in Inghilterra non sono così morbidi. Invece qui in Italia ho visto miei connazionali spacciatori arrestati perché colti sul fatto: dopo due o tre giorni erano nuovamente liberi. Liberi di spacciare». «Possibile - si domanda un uo¬ mo che chiede l'anonimato - che i neri girino indisturbati, con tanto di telefonini e auto da 50 milioni e nessuno dica niente? A chi sono intestati, per dirne una, questi telefonini, pagano le bollette? Io non ce l'ho con gli africani perché sono neri, ma perché sono spacciatori, sono violenti e arroganti. La polizia, anche in borghese, passa piano piano, guarda e se ne va. Io, siri liano, sono stato a lavorare in Germania, in Svizzera e so cosa vuol dire essere emigrante, ma cose così non ne ho mai viste» SERVIZI A CURA DI Gianni Armand-Pilon, Ivano Barbiero Emanuela Minucci, Renato Scagliola Maurizio Tropeano Da sindaco, Chiesa e forze dell'ordine arriva l'invito a mantenere la calma Un immigrato: la legge è troppo permissiva p g PELLERINA ZZO ■ '9 ■ MURAZZI .Ut**. ., . ■ ■ . SAN SALVARIO WÈk ■ * Sopra, una immagine dei disordini scoppiati sabato sera in via Saluzzo, luogo simbolo del degrado cittadino Sotto, il questore Giuseppe Grassi

Luoghi citati: Costa D'avorio, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Svizzera, Taranto