Con Tafazzi si ride «per scritto»

Con Tqfazzi si ride «per scritto» «Nico e i suoi fratelli». Poi i comici di «Mai dire gol» gireranno un film Con Tqfazzi si ride «per scritto» Un libro anche per Aldo, Giovanni e Giacomo MILANO. Non si offendono se, per strada, li riconoscono come i sardi, i mimi, o i bulgari. Ma li imbarazza ancora un po' se li identificano come scrittori. Eppure Aldo, Giovanni e Giacomo, il trio rivelazione di «Mai dire gol», già compagni di cordata televisiva di Paolo Rossi, hanno all'attivo anche un libro pubblicato da Baldini e Castoldi. «Nico e i suoi fratelli», collana Le Formiche, 125 pagine di storie raccontate alla maniera di Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti, senza possibilità di distinguere una mano dall'altra, promette di essere un successo assicurato. «Gli spunti, numerosi, vengono dalle scenette televisive spiega Giovanni Storti, sul piccolo schermo Nico - ma la maggior parte dei racconti è inedita». Come è nato il libro? «Lo abbiamo inventato nelle più squallide camere d'albergo d'Italia - risponde Giacomo Poretti -, mentre eravamo in tourné con lo spettacolo teatrale "I corti". Per la prima volta, insieme, abbiamo scritto i testi di possibili schetch. Di solito abbozziamo, poi, sulla scena, lavoriamo molto d'improvvisazione». Ma a chi si devono i racconti, a tutti e tre o a uno di voi in particolare? «Ci siamo divertiti tutti a scrivere - dice ancora Giacomo, più famoso come Tafazzi - avevamo un computer portatile. Non che fossimo molto abili ad usarlo, infatti le cose più belle sono rimaste dentro, perse non sappiamo più in quale file». Perché avete scelto proprio Nico, per il debutto in libreria? «Nico e i suoi fratelli, quindi tutta la famiglia, gli amici, gli animali - risponde Giovanni (Aldo invece non dice una parola) - perché erano quelli che avevano più cose da racconta¬ re. Nico è un sardo buono e al tempo stesso cattivissimo, parla di "feste stravanatte" e di "patagarri girati" e racconta con semplicità momenti della sua vita famigliare, ricordi dell'infanzia, amori, vita contadina. Nico è nato proprio per caso. Noi tre siamo andati spesso in vacanza in Sardegna, poi, un giorno, scherzando a tavola sul dialetto di quella terra, Marco Santin, della Gialappa's si è divertito molto e ci ha proposto di rifare i personaggi in tv». Ci sarà un «Tafazzi e i suoi fratelli», dopo questo libro d'esordio? «Ma, all'inizio, avevamo pensato ad un libro su Tafazzi - risponde Giacomo - solo che dopo una serie di "ohohoh" basta: era finito. No, siamo comici, non sappiamo se continueremo a scrivere libri. Abbiamo soltanto seguito la tendenza: comici e scrittori». Avete altri programmi? «Ci hanno proposto di fare un film. Quest'estate ci impegniamo su questo progetto. Non dico scrivere tutta la sceneggiatura, ma almeno il soggetto. Poi, silenzio stampa finché non gireremo il primo ciak». Olga Pisciteli! Aldo, Giovanni e Giacomo

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