Nuccio Fava i cattolici non possono perdere il Tg1

Intorno Il direttore: anche la Messa ha uno share del 35% Nuccio Fava: i cattolici non possono perdere ii Tgl AL TIMONE DEL PRIMO TELEGIORNALE EROMA NTRA nel vivo la trattiva sulla legge di nomina del cda della Rai. Ma il Polo tergiversa, Berlusconi ipotizza addirittura di congelare i vertici attuali, Prodi non si stanca di ripetere che bisogna far presto. E, mentre la senzazione diffusa è ormai quella che a nominare i successori di Letizia Moratti saranno Violante e Mancino, si apre la caccia ai nomi di consiglieri e nuovi direttori. La poltrona più calda è quella del Tgl, da oltre quarant'anni in mano ai cattolici, oggi reclamata dal Pds in virtù della forza numerica. L'Unita di sabato, in un singolare articolo zeppo di possibili organigranmmmi, dava l'attuale cattolicissimo direttore ad interim Nuccio Fava in ritirata per fai' posto a un ulivista laico. Ma piazza del Gesù non pare intenzionata a mollare la presa, tanto più alla vigilia di un grande evento religioso come il Giubileo. E, d'altra parte, la nomina a responsabile dell'Informazione di Giovanna Melandri, cugina di Giovanni Minoli, marito di Matilde Bernabei, ha forse un significato e certamente avrà un peso. Incurante dalle nubi che si addensano sulla sua testa, Fava tiene saldo in pugno il timone del primo tg italiano. Divertiti ) dal ritorno a un incarico che aveva già avuto, pieno di idee e progetti, soddisfatto del colpo di Kappler che incastra Priebke. Che sabato gli e valso il 41% di ascolto. Come vi siete ricordati di quella vecchia testimonianza? «E' stato Piero Damosso, il nostro vicecaporedattore alla cronaca che segue queste vicende così antiche e appassionanti. Ne parlava con Crescimbeni, il collega del Tempo che aveva lavorato su quei temi, ed è venuta fuori la storia. Fra l'altro c'era stata l'offerta di un'intervista a Haas, ma chiedevano del denaro. Insomma, siamo stati contenti di non dover sottostare a logiche mercantili, e uscire con un documento che andava ben oltre». E' l'inizio delle inchieste bollen- ti del suo vecchio Tg con Morrione capocronista? «Io lo vedo come un contributo a ricostruire l'identità del Paese. Il tentativo di dare una dimensione ai problemi che uniscono le diverse generazioni su questioni che vanno un po' oltre il cicaleccio sulla Lega». Cui peraltro date largo spazio «Onestamente, non mi pare. Caso mai stiamo cercando di dar voce al Lombardo-Veneto in senso lato, guardando alla società civile e facendo un po' vedere che questo discorso della secessione è una forzatura che non ha riscontro». Nell'eia dell'Ulivo si toma a un tg rivolto al «sociale»? «Tentiamo di capire che ci sono delle domande serie nella società italiana, che non c'è solo la politica». Giornalismo pedagogico? «Piuttosto, di approfondimento». Storace vi accusa di ignorare i problemi della Sicilia, dove si andrà prestissimo a votare. «Volevamo evitare di mostrare tutti i leader che calano nelle ultime settimane. Cominciamo stasera. E pensiamo sia giusto valorizzare le redazioni regionali». Come vive questo ritorno al Tgl? Si diverte? «Un pochino francamente sì. E' anche faticoso. Ci sono molti salti di generazione ormai, rispetto al Tgl che avevo conosciuto io. Ma è sempre una oella macchina». Clima di pace o di guerra? «So di godere di una specie di luna di miele perché sono provvisorio». Ma qualcuno si lamenta «Può darsi che qualcuno si aspetti un'accentuazione più ulivista, più di sinistra». La contestano più da sinistra che da destra? «Mi pare di sì». La Gruber e Borrelli non sono soddisfatti? «Forse vorrebbero qualche elemento più vistoso di cambiamento». L'Unità rilancia un Tgl in mano alla sinistra laica. Magari ricorrendo a professionisti della carta stampata. «Credo che una delle cose a cui stare attenti nel rilancio dell'azienda è quella di non deprimere le energie interne. E poi la cosa che mi fa più impressione del servizio pubblico è la completezza. Lo sforzo di dare più notizie possibile, e questo lo fa soprattutto il Tgl». Rispetto agli altri tg Rai? «Anche del Tg5, che mi pare quasi tematico, sceghe solo alcune cose e si preoccupa molto dell'ascolto». Invece il Tgl? «Per noi l'ascolto è solo uno dei fattori da tener presenti». Progetti? «Non vorrei fare il don Chisciotte. Ho un mandato ad interim che esercito tentando solo di migliorare ancora il giornale eccellente che ho ereditato. Mi piacerebbe riuscire a combinare le news delle 20 e delle 13,30 con un appuntamento che a chiusura di giornata approfondisca politica estera e cultura. E poi poter allargare le inchieste». TV7 sta chiudendo. «Infatti. Mi piacerebbe riprenderlo, magari ampliarlo in un rotocalco». Dicono che Vespa abbia in mente un format come Minoli. «Ci penserà il cda. Personalmente non sono favorevole a soluzioni di quel genere. Ci vuole mi'unità di guida. Il Tg, chiunque sia il direttore, non può delegare l'approfondimento a Vespa né ad altri». E poi c'è il Giubileo. «C'è il Giubileo, che vorremmo ri¬ prendere anche al di là delle polemiche fra Di Pietro e Rutelli. Per il Giubileo c'è già un impegno dell'azienda, e noi siamo in prima linea perché per la parte informativa se ne occupa Vittorio Citterich che è del Tgl. Bisognerà raccontare tutto, senza smarrire il filo di un evento che rimane spirituale». C'è infatti chi dice che anche in vista di questo evento, il Tgl resterà un tg cattolico. «Dipende da scelte che vanno oltre noi. Ma mi pare che in qualche modo un grande giornale popolare in Italia, al di là del direttore, non potrà prescindere dall'anima cattolica del Paese e dallo stesso pubblico del Tgl e diUail». Che è un pubblico cattolico. «Basta pensare che con la Messa il Papa fa sempre il 30, 35%». Maria Grazia Bruzzone «Il mio ritorno? So di godere di una specie di luna di miele perché sono provvisorio... Ma non farò il Don Chisciotte» Emilio Rossi 1976/1980 Franco Colombo 1980/1982 Albino Longhi 1982/1987 NuccioFava 1987/1990 Bruno Vespa 1990/1992 Albino Longhi 1992 Demetrio Volcic 1992/1994 Carlo Rossella 1994/1996 NuccioFava 1996/... Intorno a uno share del 35% A destra: il direttore del Tgl Nuccio Fava Qui sopra: Giovanna Melandri

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