«Voglio un Giubileo virtuale» di Michele Serra

«Voglio un Giubileo virtuale» «Voglio un Giubileo virtuale» Serra difende l'ala «snob» dell'Ulivo LA SINISTRA E L'ANNO SANTO GLI intellettuali, si sa, sono snob. Ma preferire una passeggiata feriale in Engadina a un ingorgo millenarista romano è una scelta così condivisibile da rischiare la popolarità di massa». Michele Serra prende posizione nella quereZte-Giubileo, che contrappone Ulivi «popular», sindaco del Cupolone Rutelli in testa, e Ulivi «radicai», intellettuali come Arbasino o Malerba e Monicelli, che dimostrano poca simpatia per «la pia bolgia romana» e per ciò si sono meritati i rimproveri dell'Osservatore. Difende i radicai, Serra, nell'appuntita rubrica sull'Unità, e io fa con curioso taglio leghista, criticando «l'imbuto centralista della città santa» e auspicando «un giubileo federalista, distribuito qui e là, magari anche via Internet, con Roma in cd-rom portata ovunque... Come sarebbe giovevole ai nostri spiriti inariditi». Sottovaluta, forse, Serra, «la maestà del Colosseo e la santità der Cupolone» che facevano senti- re «più wivo e più bbono» l'assai «popular» cantautore Antonello Venditti. Ma non sarà certo lui a dire l'ultima sull'appuntamento millenario, protagonista in questi giorni di un'escalation di polemiche destinata a proseguire, mentre si attende l'incontro chiarificatore tra il sindaco Rutelli e il premier Prodi. Ad attaccare è stata l'ala radicai, mobilitatasi al grido di «San Pietro? No grazie, preferiamo Sankt Moritz». «Nel Duemila sfollerò - annunciava giorni fa Alberto Arbasino - Magari in Engadina, mi prendo un po' di libri e ci resto un anno. Quando si profila una sciagura, è normale che uno cerchi di salvarsi». Rincarava Pietro Citati. «Che disastro! Che cosa insensata! L'Anno Santo sarà un Barnum, un puro fenomeno turistico, non avrà nessuna risonanza religiosa». S'indigna allora L'Osservatore Romano, e punta il dito contro i «detrattori» che avrebbero organizzato una campagna anti-Anno Santo, misconoscendone il messaggio universale, anche extra-cristiano. E qui interviene Serra, per cui «la spiritualità, la speranza, l'amore universale, diamine se ne servirebbero. E' che nell'imbuto centralista della città santa (e della Mecca e del Gange) gomiti, sudore e claustrofobia rischiano di generare un malaugurato odio dei fratelli per i fratelli». E dunque, dice Serra, nella circostanza «Arbasino è stato più ovvio di Baudo, facendo recuperare alle famose élites con la puzza sotto il naso molti punti nella classifica della normalità». Difende invece il suo Giubileo il sindaco Rutelli, entrato nel rango dei «popular» fin dalla memorabile notte in cui cantò proprio «Grazie Roma» di Venditti, abbracciato al nazional-popolarissimo Fiorello nel karaoke di Piazza del Popolo (e dove sennò?), un bell'assaggio dei «gomiti, sudore e claustrofobia» paventati da Serra, senza nemmeno la scriminante spirituale. «Il Giubileo è un evento che non possiamo evitare - diceva il sindaco l'altro giorno - e sul quale dovremmo riflettere. E invece c'è chi lavora per dare certezze, con senso di responsabilità, e dall'altra un coro demolisce quello che si cerca di costruire. Il governo va troppo a rilento, chiedo a Prodi una parola di chiarezza». Ma l'incontro tra sindaco e premier è stato annullato, annuncia il Campidoglio. Mentre da Palazzo Chigi si replica che l'incontro non era mai stato previsto e che in scaletta c'è solo una generica riunione sul Giubileo, prevista per domani. Rutelli allora ci tiene a riconfermare «la consueta linea di amicizia e profonda stima» a Prodi e annuncia una lunga e dettagliata relazione per stamattina, in cui farà «il punto della situazione». Grazie Koma, che ci fai piangere e abbracciarci ancora. Raffaella Silipo E' saltato l'incontro di oggi tra Prodi e il sindaco Rutelli Il sindaco di Roma Francesco Rutelli e Michele Serra

Luoghi citati: Mecca, Roma