Il bello, la diva e la scimmia di Alessandra Levantesi

Il bello, la diva e la scimmia Il bello, la diva e la scimmia «Dunston», un film vietato ai maggiori SE a qualcuno venisse l'idea di trarre un film dall'autobiografia «Looking for Gatsby» di Faye Dunaway, un po' nel genere «dalle stelle alle stalle» che di solito cinicamente funziona descrivendo la meteora di un successo, l'amaro finale lo troverà in «Dunston»: dove la diva liftata e infagottata, dopo aver attraversato il film con l'aria di quella che non c'entra, sprofonda penosamente in una gigantesca torta alla crema. E c'è da piangere pensando che abbiamo davanti la Bonnie di «Gangster's Story», la ninfa egeria di Mastroianni, la vincitrice dell'Oscar per «Quarto potere», la protagonista di «Chinatown». Anche Rupert Everett è ormai l'ombra del promettente attor giovane che ammirammo in «Another Country» (1984), ridotto com'è a imbastire un duetto con un orangutan. Sotto le mentite spoglie di un lord, Rupert scende al prestigioso Majestic Hotel di Los Angeles di cui Faye è proprietaria. L'altezzoso inglese nasconde in un baule la scimmia Dunston, che ha istruito a rubare gioielli. Ma l'animale, stanco di venire sfruttato, si dà alla fuga mettendosi sotto la protezione del piccolo Eric Lloyd, figlio del direttore Jason Alexander; e da qui si sgrana una catena di disastri culminanti nel fallimento del gran ballo, evento mondano della stagione. Per questa stupidaggine, negli Usa qualche critico ha citato i ritmi congestionati dei fratelli Marx, ma il meccanismo delle trovate può strappare al più qualche risatina. «Dunston», diretto da un non meglio identificato Ken Kwapis, è un film da vietare agli adulti non accompagnati da un bambino. Il pop corn è di rigore. Alessandra Levantesi DUNSTON - LICENZA DI RIDERE di Ken Kwapis con Jason Alexander, Faye Dunaway, Eric Lloyd, Rupert Everett Usa 1996, film per ragazzi Cinema Kong di Torino; San Carlo di Milano; Quirinale, Capltol di Roma

Luoghi citati: Los Angeles, Milano, Roma, Torino, Usa