Baccalà e coniglio valgono un'abbuffata

Tempo Libero LE PAGELLE DI EDOARDO RASPELLI. «Ho provato per voi il Bimani di Pieve di Cento e la Locanda Solarola di Castel Guelfo» IL RISTORANTE Baccalà e coniglio valgono un'abbuffata VI affascina e un poco vi inganna il romantico percorso che avrete fatto dal Nord per arrivare a questo paesotto, a questo ristorante. Io sono uscito dall'autostrada a Castelfranco Emilia e poi ho girato verso San Giovanni in Persiceto, poi Cento e, lasciando la provincia di Ferrara e approdando di nuovo in quella di Bologna, a Pieve di Cento. Avrete passato ettari ed ettari segnati da gelsi e da pioppi, dove i tigli spuntano nei prati punteggiati dai papaveri. Tra i campi a granoturco ondeggiati dal vento spunta qualche edicoletta sacra: chissà se in quelle basse costruzioni laggiù si fa ancora il Parmigiano come una volta? Qui c'è la poesia di un paesaggio che è nella nostra memoria; c'è il sapore della campagna che si aveva negli anni che furono, quando si andava a mangiare da Cantarelli a Samboseto di Busseto e si attraversava una campagna che sembrava eternamente vergine. Tutto questo si spegne, si smorza poi, arrivati a Pieve di Cento. Il centro della cittadina sarà ben conservato e tipico, ma l'entrata è quella consueta dei paesoni industriosi della bassa, con il loro traffico infernale. All'entrata di Pieve, sulla vostra sinistra, davanti alla secolare porta Bologna, trent'anni fa i fondatori aprirono prima un bar, poi si allargarono in un distributore di benzina e, infine, in pizzeria. Vent'anni di duro triplice lavoro poi il testimone della famiglia Buriani passa ai figli e alle loro famiglie ed ecco che prima sparisce il bar, poi viene soppressa la pompa di benzina e infine, al posto della pizzeria, c'è oggi, l'entusiasmante risultato gastronomico: un delizioso, microscopico ristorante che è un gioiello per l'Emilia Romagna e per l'Italia intera. Sulla porta d'ingresso spicca l'insegna dei Giovani ristoratori d'Europa, emblema che qui marchia l'unione di passione, professionalità, impegno, ricerca, buona cucina e valida cantina... Insomma, un posto dove andare subito... Un piccolo dehors estivo precede questa casetta rossa, poi, all'interno, eccovi a destra una saletta appartata, le bellissime toilette e, sulla sinistra, due belle piccole sale, con a!lu finestre originali eleganti inferriate che nascondono il traffico oltre i tigli del viale. Qualche mattone a vista, bei mobili di artigianato anche annoso, ai davanzali vasi in terracotta ornati di gerani, soffitto in parte mansardato. Niente coprimacchia (come si conviene a un posto di quelli «giusti»), posate in acciaio, bei segnaposti in cristallo color verde-acqua, centrini all'uncinetto, deliziosi pani assortiti. Dicevamo del bere: la carta dei vini, anche se riporta le annate scritte a mano, è magistrale: offre prodotti ricercati con amore passione compb lenza, rarità e un buon numero di mezze bottiglie. C'è anche la carta dei formaggi, che allinea anche un formaggio di fossa prodotto da loro stessi (il tutto si aggiunge al pregio che qui pane coperto e servizio sono compresi nei prezzi). Aprite come ho fatto io, con la tradizione: culatello, salame, ciccioli, mortadella e poi passate al «tortino», meglio, alla succulenta composizione di dadini di rane zucchine fritte e pomodoro con accanto un fiore di zucchina farcito di ricotta e funghi. Al primo, sono meravigliose le tagliatelle alla bolognese, delicato e valido il risotto con asparagi e ragù di coniglio, da abbuffata il baccalà alla bolognese, meravigliosa la sella di coniglio in crosta di peperoni con fave e pecorino, leggera e «tosta». Al dessert, dopo gli asparagi dei ghiotti formaggi, io ho preso l'interessante ed equilibrato semifreddo di zabaglione all'aceto balsamico, ovviamente quello «vero», cioè quello «tradizionale» (adoperano quello di Reggio Emilia, glielo fa Raffaele Piccirilli del Picei di Cavriago) e cioccolatini francesi con il marchio dei Giovani ristoratori d'Europa. Il tutto unito ad un servizio curato, educatamente cordiale, sorridente. Prevedete una spesa media di 70-80.000 lire per mangiare in un ristorante già grande e con un grande futuro. Provato il 28-5-1996 RISTORANTE BURIANI 15/20 INDIRIZZO Pieve di Cento (Bologna) Via Provinciale 2/a TELEFONO (051)975.177 FAX CHIUSURA (051)973.317 lutto venerdì e sabato a mezzogiorno FERIE CARTE DI CREDITO American Express, Bankamericard Visa, Cariasi, Diners VOTO 15/20 FASCIA DI PREZZO SOTTO i io/ao DA PESSIMI A MEDIOCRI [>A 10 A 12/20 DA SUFFICIENTE A DISCRETO DA 13 A 14/20 BUONO, CURATO E ORIGINALE DA ISA 16/20 GRANDE CUCINA, OTTIMI VINI DA 17 A 20/20 SUPER, INDIMENTICABILE

Persone citate: Buriani, Cantarelli, Raffaele Piccirilli