La verità della Gazzella
La verità della Gazzella Nel libro giudizi al veleno anche contro Berlusconi e Dotti La verità della Gazzella Autobiografia anti-Previti della Ariosto LA SFIDA AL LEONE LA Gazzella e il Leone. Ovvero, del come una gazzella troppo loquace denunciò i segreti del Re della foresta, esponendosi al liscino di essere divorata. La giungla non perdona: ed è proprio un intrico di amori, affari, calunnie e mezze verità quello che Stefania Ariosto cerca di penetrare nella sua ultima avventura, questa volta letteraria: «La Gazzella e il Leone (L'autobiografia della supertestimone del caso giudiziario dell'anno)» (Edizioni Larus: la stessa che pubblica i testi di Educazione civica scritti da Antonio Di Pietro). Sottotitolo: «Unabel- la signora, un avvocato potente e amico del Cavaliere, un pugno di magistrati e tanti soldi». Proprio la Ariosto - «gazzella» alle prese con un «leone» che rimanda in primis a Cesare Previti, - introduce il lettore alla scoperta di un mondo che la rifugge temendo di essere inchiodato da questa scheggia impazzita, sorretta da ricordi scomodi. Più che un mondo, un regno con la sua corte - quella del Cavaliere -, nel quale sfilano raffinate gallerie d'arte e ville da mille e una notte, lussuose barche a vela e campi da golf. Ma anche assegni a vuoto, tangenti, ricatti e debiti. «Io sono diventata "forte" appena nata», esordisce la Ariosto. E comincia il racconto, alternando ricordi ad accuse precise, abbozzando ritratti, con tono talora amareggiato tal'altra divertito. Tutto archiviato, capitolo dopo capitolo, in un intreccio romanzesco che via via aumenta di ritmo: il «tradimento» di Cesare Previti, coinvolto dalla Ariosto nel progetto di un circolo da golf e accusato di averla scaricata per favorire Paolo Berlusconi; alcuni «flash» su Veronica Berlusconi; le cene a casa del Cavaliere, «che deve essere perennemente adulato, osannato, anzi provvede lui stesso a parlare bene di sé». E ancora, l'incontro con Vittorio Dotti: lo stesso Dotti che «mi ha sacrificato all'opinione pubblica, mettendomi in pasto ai media». Fino allo sfogo liberatorio con i magistrati di Milano. E, forse, l'inizio di una nuova vita. [ale. mon.] Stefania Ariosto
Luoghi citati: Milano
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