Teatro a pezzi con telecomando e Ranieri-Pulcinella farà da cavia di Alessandra Comazzi

F F TIVÙ'& TIVÙ' =1 Teatro a pezzi con telecomando e Ranieri-Pulcinella farà da cavia IL lunedì c'era il film sul primo, il martedì sul secondo, il sabato il varietà, la domenica il romanzo sceneggiato. Mercoledì e giovedì erano giornate ondivaghe. E il venerdì c'era la prosa. I telespettatori se la cuccavano, perché non avevano alternative. Tanto tempo fa. Poi, con la concorrenza e con il telecomando, è sparito tutto. I ritmi televisivi sono diventati sempre più veloci, il pubblico si è abituato a seguire i programmi a spezzoni. Il teatro ha subito crisi profonde anche nei luoghi deputati, cioè i palcoscenici, e la televisione è andata di conseguenza. Convinta da opposizioni pratiche (l'audience), ma anche ideologiche: commedie, tragedie e drammi, così come le opere liriche, vanno visti nella loro sede deputata, non nella cornice del video, che rimpicciolisce la scena e rende omologhi atteggiamenti e voci. Il pubblico televisivo, quello che costituisce la massa d'ascolto, è abituato a por mano al telecomando come fosse un'arma se per caso si annoia un po'. Per questo Raidue ha preparato serie (oltre tutto estiva) di commedie, però realizzate ap- ques I una I comi posta per il piccolo schermo. Ieri ha aperto la rassegna il Pulcinella interpretato da Massimo Ranieri, domani sapremo se gli ascolti hanno premiato la scelta. Ma se anche non la premieranno, sarà stato lo stesso un buon esperimento. Per una volta, la nostra tv «generalista» avrà tutelato una minoranza. Per una volta, qualcuno potrà scoprire che esistono anche quelle cose lì. Trasloco dopo trasloco, il «Forum» di Rita Dalla Chiesa si è trasferito in teatro, all'Orione di Roma, dall'altra sera su Rete 4. Pubblico più numeroso e anche «avvocati» per i contendenti: un impianto allargato per affrontare la parte più importante della giornata televisiva. Si presentano casi strani, intricati nella loro quotidianità, sui quali viene chiamato ad emettere la sua sentenza il giudice Sante Licheri. Prima, la platea ruggisce il proprio parere, ha ragione questo, ha ragione quello. In più, sono stati introdotti i difensori ufficiali, che l'altra sera erano Francesca Reggiani e Tinto Brass. Il regista scansava l'imbarazzo della comparsata con concetti trasgressivi inseri¬ ti nel regno del perbenismo, saldamente governato da Rita Dalla Chiesa. Perché la bionda Rita non pronuncerebbe mai una parolaccia, non dice nemmeno «omosessuale», parlando della canzone di Sanremo di Federico Salvatore, ma dice «diverso». Poi giustamente gioca con Tinto Brass e le sue provocazioni («A me mettere le mani addosso fa crescere l'ispirazione»), che arrivano ad mia bella manata sul sedere. «Forum» è chiacchierato: ogni volta che si scopre qualche falso televisivo spacciato per vero, si parla anche di questo programma, si ricordano casi poco chiari, si racconta di figuranti che vanno lì a recitare. Magari si parte dalle segnalazioni di casi veri, poi arrivano gli attori e interpretano. La «fiction» consiste nel far finta di credere che le «sentenze» del giudice vengano rispettate, che vengano versati denari come forma di risarcimento, che le persone smettano di comportarsi in im modo e facciano piuttosto come ha detto la televisione. Fosse così semplice Alessandra Comazzi zzìj

Persone citate: Federico Salvatore, Francesca Reggiani, Licheri, Massimo Ranieri, Orione, Ranieri-pulcinella, Rita Dalla Chiesa, Tinto Brass

Luoghi citati: Roma, Sanremo