Reggio ostaggio della psicosi

Nominata una task force contro l'emergenza encefalite mentre si diffondono voci incontrollate Nominata una task force contro l'emergenza encefalite mentre si diffondono voci incontrollate Reggio ostaggio della psicosi Scuole ancora chiuse, paura in Calabria REGGIO CALABRIA. E' ormai al lavoro da sei giorni ininterrottamente - raccogliendo dati ed esaminando relazioni mediche che continuano ad arrivare - l'Unità di crisi che, a Reggio Calabria, sta fronteggiando l'emergenza «encefalite». La task-force, voluta dal sindaco Italo Falcomatà e insediatasi già poche ore dopo le prime morti «sospette», è composta da medici degli «Ospedali Riuniti» (quelli, cioè, che hanno seguito direttamente i casi certi di encefalite virale) e dell'Azienda ospedaliera reggina, da funzionari dell'assessorato regionale alla Sanità e del ministero. La situazione - dopo i due decessi dell'inizio della settimana e quello di un bimbo di tre anni, il 21 maggio scorso, quest'ultimo morto dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per un attacco d'appendicite - non registra novità di rilievo rispetto alle ultime ore. Su uno dei due «casi» sospetti che si sono registrati giovedì - si tratta di bambini ricoverati nel reparto di pediatria degli «Ospedali Riuniti» - gli accertamenti clinici, più in particolare l'esame del cosiddetto «liquor», hanno dato un responso negativo. Sull'altro bambino, invece, i medici non si sono ancora espressi ufficialmente, anche se si lascia capire che potrebbe non trattarsi di encefalite virale, sebbene si sospetti una me- ningoencefalite virale. Una malattia ugualmente grave, ma sostanzialmente diversa per l'agente che la provoca. Ma la vicenda sembra lontana da una fase tranquillizzante. La gente continua ad aver paura, al di là delle cose che sente dire da medici e da amministratori e l'ondata di sospetto, che ha avuto il momento più acuto nell'allontanamento di domestici e dipendenti extracomunitari, ne è segnale inequivocabile. Sul corso Garibaldi e a piazza De Nava, «salotti buoni» della città, nei crocicchi non si parla d'altro, pur se con punti di vista diversi. C'è chi crede ai comunicati ufficiali e predica fiducia e chi, invece, teme che non tutta la verità sia venuta veramente fuori, che si cerchi insomma di nascondere l'esatta consistenza di quanto è accaduto e sta tuttora accadendo. A questo occorre aggiungere che, nella tradizione delle «leggende metropolitane», le voci si rincorrono incontrolla¬ te e così nella fantasia popolare l'acqua diventa il veicolo dell'infezione, i decessi si moltiplicano a distanza di poche ore e i ricoveri sfiorano le centinaia di unità. Questa psicosi ha superato ormai i confini della città, creando paure e timori anche in altri centri della regione, con qualcuno che dice che forse non è il caso di andare a Reggio Calabria in questo periodo perché «non si sa mai». La task-force, comunque, anche ieri sera ha diffuso un comunicato in cui si sottolinea che, pur se non si vuole assolutamente sottovalutare l'ipotesi di epidemia, la situazione appare sotto controllo, invitando comunque la popolazione al rispetto delle più elementari norme di profilassi. Le scuole, comunque, riapriranno soltanto martedì. Il sindaco Falcomatà, infatti, ha prolungato di altri tre giorni gli effetti dell'ordinanza emessa dopo i primi decessi. Diego Minuti I sanitari: nessun allarmismo ma massimo rispetto delle norme igieniche Negli ultimi due casi sospetti esclusa la presenza del virus Gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria

Persone citate: Diego Minuti I, Falcomatà, Italo Falcomatà

Luoghi citati: Calabria, Reggio Calabria