Politici-cantanti, finisce 4 pari

Politici-cantanti, finisce 4 pari Politici-cantanti, finisce 4 pari E Fini: bravo Maroni, è il nostro «straniero» LA PARTITA DEL CUORE AVERONA, disagio io? Lo chieda agli altri: io sono padano, questa è la Padania. Sono loro gli stranieri...». Arrigo Sacchi avrà i suoi problemi, ma di sicuro non deve fare i conti con un'ala sinistra così. . L'ex ministro degli Interni Bobo Maroni sbarca nell'albergo che fa da «ritiro» alla formazione dei politici in jeans e camicia a scacchi. Massimo D'Alema lo squadra con quegli occhi tra il divertito e il cattivo che ha fatto la sua fortuna nei faccia a faccia tv: «Maroni? E' simpatico, ma avrei preferito Bossi. E' uno che avrebbe bisogno di sfogare la sua energia in un modo più intelligente. Se qualcuno gli regalasse un pallone, sarebbe meglio per tutti...». Verona sarà anche nel cuore della Padania, come dice l'ala secessionista Maroni. Ma qui, almeno per una sera, dei politici non gliene importa niente a nessuno. Qui sono venuti a vedere i cantanti: qualche fischio per Veltroni, un po' di applausi per Fini durante il collegamento con il Tgl, tanto per non dimenticare che gli ulivi da queste parti crescono male. E poi basta: Fini non gioca per colpa di un ginocchio dolorante? E chissenefrega. L'eroe della serata è Eros Ramazzotti: il suo faccione da figlio di Roma ladrona compare sul maxischermo e lo stadio - 45 mila persone, mai così tante a Verona neppure nelle notti magiche del mundial - scatta in piedi urlando come Napoli davanti a Maradona. La partita ritarda, e la passerella nazional-popolare sembra non finire mai. Mara Venier? Applauso. Simona Ventura? Applausone e coretti lascivi. Bruno Vespa? Silenzio di tomba. Fabrizio Frizzi parla e straparla di preti coraggio e di nuove Itahe che devono nascere. Don Ciotti, che coraggioso lo è davvero {a lui e ai preti televisivi Mazzi e Gelmini vanno il miliardo e 625 milioni dell'incasso) conquista un attimo di calma lanciando un appello ai «giovani della mafia». Il pubblico ragazzino tace, ma basta che Ramazzotti si riaffacci sullo schermo perché le urla travolgano tutto e tutti. I cantanti sono in blu, i politici in giallo, canarino e buonista Maroni entra in campo per primo e il pubblico gli regala la sua bel la ovazione: pare - ma forse sono soltanto favole da stadio - che prima dell'incontro abbia prete so cha dalle magliette sparissero il tricolore e la scritta Italia. Il post-comunista Veltroni ha il numero uno ma lascia la porta al post-fascista Pezzoli. Vestito da figurina Panini, il vicepremier si piazza al centro del campo, da vanti a una difesa che, D Antoni a parte, pende decisamente a destra: Tajani, Pasetto, Casini, persino quel Gigi Martini che la fi gurina l'ha fatta sul serio. Ven t'anni fa, nella pagina della La zio, appiccicato tra Garlaschelli e Chinaglia, con lo sguardo fiero e i capelli che si facevano di anno in anno più radi. Ora, da deputato di An, Martini è pelato come un naziskin, ma è ancora un giocatore vero. E si vede: Ramazzotti lo brucia segnando il gol dell'uno a zero? E lui si vendica abbattendolo senza pietà, sepolto dalle ragazzine che lo chiamano vigliacco e assassino. Il centrocampo e l'attacco, escluso Maroni, sono tutti di si- nistra. Ma parlare di attacco e di ruoli è un'esagerazione: Massimo Mauro è uno che ha giocato con Platini e ancora non si capacita di avere a fianco Cofferati e Borroni. D'Alema finisce faccia in giù al primo pallone che tocca, ma la gente è troppo impegnata ad ammirare il suo Eros per trovare il tempo di mettersi a ridere. Il suo primo tiro in porta, dopo 20 minuti, è moscio come un bu¬ dino. Il secondo, dopo mezz'ora, rotola in porta. Altri dieci minuti e segna pure Maroni, che fino a quel momento si era conquistato un angolo di campo libero e indipendente, mancando ogni pallone e prendendosi qualche botta da Gianni Morandi. Due a uno, un'illusione che dura fino al pareggio di Biagio Antonacci, quando in campo ci saranno anche uno statuario Mastella e un magrissimo La Russa. «Finisce con i rigori», urla Frizzi al top dell'isteria. Finisce con Bobo Maroni che riconquista il pareggio all'ultimo tiro. Francesco Baccini - il portiere cantante - si rialza e sorride. Nessuno, né in campo né fuori, sembra ricordare il testo del suo ultimo disco: «Fini, Bossi e Maroni, m'hanno rotto i coglioni. D'Alema e Casini fan paura ai bambini...». Vogliamoci bene, la palla è rotonda. Guido Tiberga Il presidente di An (menisco) dà forfait E il vicepremier, senza fiato, esce subito E' Ramazzotti il più applaudito dai 45 mila nella sfida fra cantanti e politici A sinistra: uno striscione sugli spalti del Bentegodi A destra: l'arbitro e Walter Veltroni Qui sopra: Roberto Maroni A destra: il cantante Eros Ramazzotti pari aniero» SUE Foss«Nola sBERGAdella pesaspersperatiza il tircentralil presscendesecco nalle sce A sinistra: uno striscione sugli spalti del Bentegodi A destra: l'arbitro e Walter Veltroni Qui sopra: Roberto Maroni A destra: il cantante Eros Ramazzotti

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