Bossi sono il matador di Roma di Zeni

Bossi: sono il matador di Roma A Mantova scontro a distanza tra Fini e il leader del Carroccio Bossi: sono il matador di Roma «Qualcosa si muove, il Quirinale ha capito chi tradisce» MANTOVA DAL NOSTRO INVIATO Niente scontri, niente camicie verdi contro camicie nere, pardon, camicie azzurre. Qualcuno lo temeva, vista la quasi coincidenza dei due comizi, stesso palco, stessa piazza delle Erbe, la più bella della città. Gianfranco Fini all'ora dell'aperitivo. Umberto Bossi dopo cena. L'uomo dell'Italia tricolore che non si tocca e si divide e l'uomo del federalismo che proprio a pochi chilometri da qui, a villa Riva Berni, sede del parlamento del Nord, ha suonato le trombe della secessione. Entrambi qui, a Mantova, dove domani si vota per il sindaco, città simbolo, suo malgrado, di una Padania che giorno dopo giorno alimenta le polemiche politiche. La città del parlamento leghista e del primo sfratto di un prefetto con il presidente della provincia, Davide Boni, prontissimo a tradurre in concreto l'ultima parola d'ordine del Carroccio: il prefetto Sergio Porena se ne deve andare da Palazzo Di Bagno, via, raus, fuori! Ma anche la città dove Massimo D'Alema, segretario del pds, dopo il comizio di giovedì sera («Mantova è una città dell'Ulivo, non della Lega»), ieri ha voluto esprimere di persona al prefetto la sua solidarietà. Mantova, capitale della Padania. Mantova che nelle ultime elezioni politiche ha votato compatta Uli¬ vo. Mantova, la tranquilla, che assiste allo spettacolo dei leader sul palco delle Erbe sorseggiando un aperitivo al bar Caravatti o mangiando una granita alla gelateria La Rotonda sorpresa di trovarsi al centro del dibattito politico nazionale con i giornalisti e le tv che vanno e vengono, per niente soddisfatta del ruolo che le attribuiscono: capitale della Padania secondo la Lega, baluardo d'Italia, come vorrebbero quelli del Polo. Alla fine, niente scontri. Qualche fischio. Nessuna camicia nera. Molte magliette estive, verdi. Scintille verbali sul palco. Fini, abito grigio chiaro, ironizza: «Lasciatelo sparare con la sua pistola scarica, povero Bossi, una risata ti seppellirà». Bossi, camicia gialla a maniche corte, rilancia l'ultima versione del grido di battaglia: «Il toro della politica romana sbuffa e noi siamo qui pronti a ficcargli le nostre banderillas, poi arriveranno i picadores e infine il matador». Scintille. La piazza si infiamma, sventolano le bandiere. Il leader di An, che già pensa alla partita cantanti contro politici, finge di snobbare Bossi: «Sono venuto a Mantova solo perché Mantova è la città più vicina a Verona». Risate generali. Tre ore dopo tocca al segrétario leghista snobbare Fini polemizzando con D'Alema: «Abbiamo un prefetto che non paga l'affitto e chi gli porta la solidarietà». Ale. Fini insiste: «Bossi è un incosciente, sa che in Parlamento a Roma non conta niente e allora spara una provocazione al giorno, ma non mi si dica di metterci tutti insieme per isolare il barbaro del Nord, no, non serve il vecchio arco costituzionale aggiornato agli Anni 90 per battere la Lega». Bossi nemmeno lo prende in considerazione. Dice: «Scalfaro ha detto che c'è chi ha tradito l'articolo 5 della Costituzione, quello sul decentramento, io rivendico d'essere stato il primo a dirlo, adesso anche Scalfaro ha capito che i traditori stanno a Roma». Fini parla agli «Italiani» di Mantova. Bossi al «Popolo del Nord». Il primo spara a zero: «Chi ha votato Lega per protesta, sacrosanta protesta, si ricordi come la Lega ha ridotto le città che governa, si ricordi di Milano». Il secondo prevede: «Stanno correndo ai ripari, si muo vono a Roma, vogliono fare qualcosa per fermare la Lega, ma la battaglia è aperta: da una parte c'è il coraggio della Padania, dall'altra la paura di Roma. Servono un paio d'anni per portare a compimento il cambiamento». Fini difende i pre fetti: «La Lega li sfratterà? Deciderà poi il tribunale, come per qualsiasi causa di sfratto». Bossi li stronca: «Paghino l'affitto, prima! Quella contro i prefetti è una bella banderillas, ce ne saranno tante altre poi arriveranno i picadores e il matador». Ole. Armando Zeni leader leghista Umberto Bossi A sinistra: il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini leader leghista Umberto Bossi A sinistra: il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini