Convegno a S Pelagia sulpensatore francese

FILOSOFIA FILOSOFIA LO SCOMODO LÉVINAS Convegno a S. Pelagia sulpensatore francese A è sicuro che un vero poeta occupa un posto? Il poeta non è forse ciò che perde il posto?». Chiamato venticinque anni fa a rispondere qual era il posto del grande poeta francese Edmond Jabes nel panorama letterario contemporaneo, Emmanuel Lévinas rispose così, serio e compassato, come di sua abitudine. Un convegno che cerca di fare il punto sull'eredità che il filosofo francese ha lasciato ai suoi numerosi studiosi potrebbe avere una risposta simile: nato in Lituania nel 1905, ma operante da sempre in Francia, Lévinas è stato per l'Occidente un pensatore scomodo, un intellettuale attento, capace di mettere in relazione società e religione, filosofia e letteratura, politica e teologia. Le sue letture bibliche svolte nel 1968 (pubblicate qualche anno or sono da II melangolo) così come le sue acute analisi letterarie (un titolo per tutti, «Nomi propri», pubblicato in originale nel 1976, e in italiano da Marietti nel 1984) si mostrano sempre «senza tempo»: in grado cioè di astrarre dal contemporaneo e di riportare tutto all'essenza delle cose. Con un dubbio fondamentale che percorre la sua opera: come potremmo essere noi stessi senza l'Altro? E cos'è l'Altro: il divino o l'umano? Il Centro Studi Filosofico Religiosi «Luigi Pareyson», che ha organizzato per lunedì 10 un'intera giornata di studi su Lévinas, ha scelto come sede per la discussione la Chiesa di Santa Pelagia, in via San Massimo 21: sede opportuna, perché nelle chiese la discussione umana si confronta con il tempo dell'Infinito - ci si creda o meno. La presenza di studiosi come Giovanni Ferretti e Sergio Moravia (entrambi autori di storia della filosofia molto diffuse nei licei torinesi) e di intellettuali a tutto tondo quali Pier Aldo Rovatti e Gianni Vattimo dà al tema un'unicità di svolgimento davvero interessante. Se leggere è abitudine difficile, rileggere la filosofia è un invito che a molti può sembrare addirittura ostico. Non nel caso di Lévinas, «L'eternità dei capolavori non li sottrae al tempo», scrisse proprio Lévinas una volta, a proposito di Proust; compito dei lettori è di riportare alla luce con i loro singoli occhi tesori nascosti nelle pagine dei libri. [p.v.] fontana della giovinezza. Un itinerario senza fine tra arte e psicologia» (ed. Polistampa). Diapositive. Fogolo, piazza Carlo Felice 19, ore 21, «Sole che sorgi. Fasci e sfasci della vita italiana» (Fogola) di Franco Clivio. Con Renzo Rossotti. Maurice, via Basilica 3, ore 21, «Praticamente normali» (Mondadori) di Andrew Sullivan. Partecipano Gianni Vattimo e Gianni Rossi Barilli. GIOVEDÌ' 13 Sala Consiglio, Municipio, ore 17: «Piazza Palazzo di Città» (Celid), primo volume della collana «Piazze e strade di Torino» diretta da Vera Comoli Mandracci, Franco Goy, Rosanna Roccia. Campus, ore 21, Anna Bravo e Anna Nadotti presentano «Donne senza cuore» (La Tartaruga) di Grazia Livi e Francesca Pasini. Gitolo della Stampa, corso Stati Uniti 27, ore 21, Giorgio Lombardi e Mario Piantelli presentano «L'Enciclopedia dello yoga» (ed. Promolibri) di Stefano Piano. Giardini Reali, ore 23, nell'area della Città del Sole, «Anteprima di TorinoSette», incontro con i giornalisti del settimanale della Stampa. [i. a. ] CARATTERI ECCELLENTI Ù Calligrafia, ovvero l'arte del bello scrivere. Una tradizione antica, che affonda le radici nell'Alto Medioevo cristiano, quando legioni di monaci amanuensi nel silenzio degli scriptoria vergavano con mano ferma i grandi incunaboli che hanno tramandato ai posteri la cultura del tempo. Una disciplina rigorosa che ha conosciuto il massimo splendore nel Rinascimento, poco prima dell'invenzione della stampa, quando la bellezza dei codici miniati ha raggiunto le vette più alte e ha interessato i migliori artisti. Parlerà proprio dell'arte calligrafica - e in particolare di quella cinquecentesca - il workshop condotto da Jean

Luoghi citati: Città Del Sole, Francia, Lituania, Torino