MA CHI VUOLE LE MELE DELL'AMERICA DISPERATA

7 7 NOVELLE Theodor Storm Novelle Garzanti pp. 427 L. 18.000 Pendole e cavalli nella cornice di Storm UNA scelta delle novelle - da «Marthe e la pendola» a «Il cavaliere del cavallo bianco» - di Storm, ottocentesco scrittore tedesco, il testimone di «un ideale di utopica solidarietà umana», come sottolinea Laura Bocci, a cui si devono introduzione, prefazione, traduzione. Novelle che si caratterizzano per lo schema a cornice, «imperniato sul ricordo personale del narratore o dei narratori». DIARI RAGAZZI L Holliday (a cura) Ragazzi in guerra // Saggiatore pp. 296 L. 26.000 La 2a guerra mondiale secondo tredici adolescenti DIARI segreti di adolescenti europei nel secondo conflitto mondiale. Ventitré ragazzi, da ogni parte d'Europa, dai ghetti polacchi alle strade bombardate di Londra, raccontano come sopravvivere a un trauma qual è la guerra. Testimoniano «che cosa può significare per dei ragazzi vivere ogni giorno con la coscienza che poteva essere l'ultimo». Traduzione di Paola Gherardelli. AVVENTURA E. Annie Proulx Avviso ai naviganti Baldini & Castoldi pp. 400 L. 30.000 Il premio Pulitzer tra i ghiacci di Terranova UNA tragedia a lieto fine. Un uomo ridicolo tra i ghiacci di Terranova. Obeso, cronista di scarsa caratura, sposato con la donna sbagliata, due figlie pestifere, Quoyle decide di abbandonare tutto per far ritorno nella terra natale. Il romanzo, un milione e mezzo di copie vendute negli Stati Uniti, si è aggiudicato il premio Pulitzer per la fiction. Traduzione di Edmonda Bruscella. AMERICA Pat Controy Beach Music Bompiani pp. 630 L. 34.000 L'affresco di Conroy: una generazione arrabbiata GRANDIOSO affresco corale, epopea di un'intera generazione di "arrabbiati" desiderosi di imboccare la strada del Ritorno». Le vite incrociate di un gruppo di amici, cresciuti nel profondo Sud americano, ormai adulti, a tu per tu con le trappole, le efferatezze, i miraggi della vita. Da questo romanzo è stato tratto un film con Barbra Streisand e Nick Nolte. Traduzione di Sergio Claudio Perroni. MA CHI VUOLE LE MELE DELL'AMERICA DISPERATA? La sfida di una donna nel '29: salvare il frutteto di famiglia LA COLLINA DELLE MELE Adele Le Bourgeois Crockett Robertson Mondadori pp.219 L. 26.000 Adele Le Bourgeois Crockett Robertson, eroina del New England: morì nel 78 lasciando un epico romanzo EL 1979 moriva a Ipswich, un paesino del New England vicino al mare, Adele Le Bourgeois Crockett Robertson, una donna di 78 anni che la gente del posto chiamava Kitty e considerava un'eroina. Era stata una bellezza stravagante, mascolina, alta, con gli occhi intelligenti e i capelli corti. «Mai stanca, mai neutrale», scrisse ì'Ipswich Cronicle dopo la sua morte, «una donna di fegato». Lasciava alla figlia Betsy la sua casa e un manoscritto nascosto sotto una pila di elenchi del telefono. All'inizio la figlia se lo portò in giro per un paio d'anni per l'America senza leggerlo. Poi scoprì che era il racconto di una scommessa grande e insensata: il tentativo di una donna completamente sola di salvare il frutteto di famiglia nel pieno della Grande Depressione americana, quando c'erano seimila venditori ambulanti di mele nella sola città di New York, e la gente non aveva soldi per comprarle. The Orchard (il frutteto), che in America è stato un «caso», è il racconto romanzato di quell'avventura, che la Mondadori ci propone ora con una copertina e un titolo stucchevoli che non merita: La collina delle mele, nella bella traduzione di Vincenzo Mantovani. Ed è l'appassionato ritratto di un'America in ginocchio, con le stesse facce di vetro e gli occhi duri delle fotografie di Dorothea Lange e Walker Evans; l'America della disperazione che la crisi del '29 riversò come la piena di un fiume nelle campagne, letteralmente uccidendo la gente di fame e di freddo. Ma c'è da giurare che un tipo come Kitty Crockett il suo destino se lo sarebbe giocato a braccio di ferro comunque. A quattordici anni aveva già una barca sua, uno sloop con cui usciva a vela nel pomeriggio perché la mattina doveva lavorare nei campi e nella stalla, 4 ore al giorno, sei giorni alla settimana. Lavoro coatto ma pagato. Il padre era un medico di Boston che non faceva distinzione tra figli maschi e figlie femmine. Kitty si laureò, trovò posto in un giornale e poi in un museo. E alla morte del padre scoprì che la proprietà di Ipswich, tremila meli e cinquecento delicati peschi della Persia, era strangolata dalle ipoteche. Decise di riscattarla, lasciò il museo con un telegramma, e si buttò nella mischia. Tra il 1932 e il '34 lavorare voleva dire battersi. Settecentocinquantamila agricoltori dovettero arrendersi a vendere. Ma quando Franklin Delano Roosevelt disse alla nazione terrorizzata che la sola cosa di cui avere paura era la paura stessa, lei, seduta vicino alla radio, in una casa gelata, sola, senza cibo e con una cantina di mele invendute provò «un brivido di speranza... la sensazione che la vittoria fosse inevitabile». Non lo fu. Dopo un inverno buono ne arrivò uno pessimo, e Kitty perse tutto il raccolto a trentun gradi sotto zero. Eppure dal principio alla fine il suo raccolto si regge su un ottimismo caparbio e sulla scoperta che la crisi aveva sconvolto l'ordine sociale, e la gente più sconosciuta era disposta ad aiutarti, pronta a staccar LIBERE E SOLE " Una giacca per amico NON passa mai due weekend di seguito a casa». E allora perché stupirsi se inanella fogli stracolmi di adrenalina, vorticosi, a rotta di collo (lei e «la sua vespetta molto sensibile al fenomeno dell'aquaplaning», che fa così Ferrari, così Schumacher al Gran Prix di Spagna)? Lei è innanzitutto una sigla, F.R.S., al secolo Francesca Riario Sforza, natali fiorentini, studi di sociologia, in progress, sotto il Vesuvio. Per i tipi di Libri & Libri indossa il titolo d'esordio, La giacca di renna (pp. 106, L. 18.000). Le riesce nella vita ciò che le è impossibile sulla pagina: avvertire il desiderio, trovare il momento giusto, allevare l'occasione per infilare la giacca acquistata a Portobello sborsando quindici sterline. Quel capo di vestiario con cui Lucrezia, la protagonista, non riesce a dialogare simboleggia la nevrosi che cuce la storia, il tour italo-europeo stop and go che è. Da Londra a Napoli, dalla Maremma a Milano, alle nevi di Gstaad. Amori, amorazzi, feste tra ballo e sballo, sfrenati shopping, Church & Barbour... Sino a capire: «Non è la ricerca frenetica che ti fa trovare qualcuno perché non ti senta solo», «Ci vuole tempo perché il tuo cervello ne diventi uno più grande con quello di qualcun altro». Dunque, tanto rumore, ma non per nulla, se Francesca Riario Sforza, deposta la penna, o spento il computer, ha acciuffato (o riacciuffato) una misura di sé, ha conquistato l'isola deserta che potrebbe celare il tesoro. Bruno Quaranta mele dagli alberi sotto un cielo plumbeo di grandine e a dividere con te persino il tacchino vinto alla lotteria di Natale. «In quegli anni scoprii che le brave persone e i fetenti erano nella proporzione di circa dieci a uno». In ogni caso fu tutto inutile: a salvare il podere sarebbe stato il fratello di Kitty, con i soldi guadagnati da commesso viaggiatore. Ma l'avventura del frutteto dà comunque a questa donna laureata, che sta per annullarsi alla catena di montaggio di una fabbrica, l'opportunità di dar forma a un mondo suo, e raccontarlo con una formidabile capacità di osservazione e col cuore pieno di meraviglia per quei meli che la sfidavano ogni giorno: i Mac che tendevano a sviluppare rami troppo deboli che si spezzavano sotto il peso dei frutti, gli Esce da Mondadori «La collina delle mele» di Adele Le Bourgeois Crockett Robertson, una saga nell'America Anni 30 Spy che crescevano dritti e si spaccavano nelle biforcazioni, i Baldwin che cercavano di raggiungere il cielo, «con i frutti migliori a portata solo degli angeli», i Greening che avevano il vizio di crescere di traverso. E poi gli afidi, le formiche rosse, il curlicone, la ruggine del cedro, i bachi: «Me li sognavo di notte, i miei nemici». Il momento più alto per Kitty Crockett è sempre quello in cui perfetti estranei le rivelano la loro solidarietà. Il più basso, a volerle credere, non è la vitrea solitudine di quegli inverni di ghiaccio, ma il vendere le mele per la strada o nelle case dei ricchi. «Mi perdevo d'animo davanti all'arroganza dei cuochi, ed ero sulle spine quando udivo cameriere e chauffeurs ridacchiare tra loro». Il giorno che la natura la costringe a gettare la spugna, scoprirà che i vecchi tailleurs le vanno ormai larghi ai fianchi ma stretti alle braccia. E che quando li mette per andare a cercare lavoro nelle fabbriche, la prendono per una snob in cerca di emozioni, o per un'organizzatrice sindacale. Il suo non è un lieto fine: nel 1936 dà un passaggio a uno sconosciuto e poi lo sposa. E' un marinaio scozzese taciturno. Per qualche anno lavorano insieme in un cantiere navale, poi comprano un peschereccio, ma i proventi non bastano per due. Al ritorno da una spedizione artica lui non sarà più lo stesso e per 15 anni, fino alla sua morte, Kitty dovrà lottare con l'esaurimento nervoso del marito e la necessità di lavorare per due. Ma la crisi è lontana e può tornare a fare la giornalista. «Mai neutrale» aveva scritto Ì'Ipswich Cronicle alla sua morte. Un complimento raro. Livia Manera