In tribunale l'«avvocato» di Hitler di Fabio Galvano

In tribunale r«awocato» di Hitler Guerra tra storici: il revisionista David Irving querela Gitta Sereny In tribunale r«awocato» di Hitler La Germania gli ha vietato l'accesso agli archivi LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo quasi vent'anni di frecciate a distanza, finisce in tribunale lo scontro fra due storici del nazismo. Per David Irving, autore di controverse opere revisioniste in cui ha ripetutamente cercato di ridimensionare il ruolo di Hitler nello sterminio degli ebrei, la molla si è rotta quando la sua rivale Gitta Sereny ha pubblicamente gongolato quando gli è stato negato l'accesso agli archivi storici tedeschi. «Grazie al cielo, le ricerche storiche divente¬ ranno sempre più difficili per lui», ha scritto la Sereny, che ha anche criticato l'argomentazione - nell'ultimo libro di Irving - che fu Goebbels il vero artefice della «soluzione finale», che fu il capo della propaganda nazista a spronare il Fuehrer e non viceversa. Tanto è bastato per spingere Irving a querelarla per diffamazione. Il duello dura dal 1977, quando nel suo libro La guerra di Hitler Irving propose la tesi - controversa secondo cui fino all'ottobre 1943 Hitler non era a conoscenza dell'Olocausto. «Non c'è mai stato un documento - egli afferma - che colleghi Hitler a ciò che è accaduto agli ebrei e in quella misura. Ci dev'essere un motivo logico. Sono disposto ad accettare che la cosa fosse alle soglie della sua conoscenza. Potrebbe anzi trattarsi di un "complesso alla Nixon", che Hitler abbia detto ai suoi: "Fate quello che c'è da fare, sapete come la penso ma tenetemene fuori"». Ma quella «piccola prugna grinzosa», come lui definisce la Sereny, diventa un mastino quando sente il nome di Irving, 58 anni, inglese. Appena uscì quel libro, nel 1977, la Sereny andò a controllare tutte le fonti e i documenti citati dal rivale per dimostrarne - sostiene lei - l'inconsistenza. E da allora non ha perso un colpo e passa al setaccio ogni suo scritto. «Vent'anni fa - ha detto àQ.'Independent - era pericoloso. E' affascinante, è un ottimo ricercatore e ha talento nello scrivere. Il pubblico lo rispetta. Il guaio è che ha fatto cattivo uso di quel talento. Irving avrebbe potuto fornire un enorme contributo alle nostre conoscenze. Invece è ossessionato dai suoi sentimenti per Hitler e per gli ebrei. Tratta il Fuehrer in modo solidale e questo lo rende pericoloso». Durante le ricerche per i suoi libri su Franz Stangl, il comandante del campo di sterminio di Treblinka, e su Albert Speer, il favorito di Hitler oltre che ministro per gli approvvigionamenti, Gitta Sereny 72 anni, ungherese nata a Vienna «ma - proclama - non ebrea» - ha incrociato gli stessi testimoni del nazismo e consultato gli stessi documenti che formano la base dei controversi libri di Irving. Per giungere regolarmente a conclusioni diverse. «Dal 1977 - dice lui usiamo le stesse fonti e ci battiamo attorno alla stessa greppia». «La differenza - ribatte lei, velenosa - è che quella greppia a lui piace e a me no». Fino alla querela. Il divieto tedesco, afferma Irving, lo ha lasciato alla deriva: «Separato dal mio editore, dalle mie fonti, dai miei archivi, dai miei amici». E il fatto che la Sereny se ne sia rallegrata lo riempie di rabbia: «Voglio assolutamente pulire il mio nome dall'accusa di avere deformato qualcosa. Su queste accuse, da storico serio, non posso tacere. Può darsi che lei compaia in tribunale con le prove delle mie deformazioni e in quel caso dovrò concludere di essermi giudicato erroneamente. Ma ne dubito molto». La verità, secondo Irving, è che - disponendo delle stesse fonti lui abbia qualche primizia in quanto è più noto: «Non ho nulla contro di lei e sono felice di coesistere purché lei sia corretta. Per anni ho avuto pazienza; ma ora, attaccato in tutto il mondo, devo smettere di porgere l'altra guancia». «Conosco le stesse persone dell'entourage di Hitler che conosce lui», replica la Sereny: «E questo lo spaventa. Lui ammira Hitler enormemente, mentre tutto ciò che ho appreso del Fuehrer mi spaventa». E a proposito del divieto imposto a Irving insiste: «Usare gli archivi è un privilegio. Non si può abusarne. E' sciocco a sfidarmi perché naturalmente dimostrerò quello che ho detto». «Non è colpa mia - risponde Irving - se i campioni dell'Olocausto non sono riusciti per vent'anni a dimostrare il mio errore». Paradossalmente, nella pubblicità del libro di Irving su Goebbels, l'editore inglese usa una frase della Sereny. Ma è una frase a doppio taglio: «Un brillante propagandista raccontato da un altro». Fabio Galvano

Luoghi citati: Germania, Londra, Vienna