E il Male si fece uomo sul Mekong

E il Male si fece uomo sul Mekong E il Male si fece uomo sul Mekong Un delirio ideologico costato due milioni di morti L'HITLER D'ASIA E1 I Bg stato il Male nella sua essenza: misterioso, elusivo, sfuggente ma sempre presente, operante, incombente. Dei personaggi che hanno insanguinato il secolo, Poi Pot rimane il più oscuro e segreto. Senza volto, ma con un'opera indelebile: quasi metà della popolazione della Cambogia sterminata, due milioni su sei milioni. Era di quelli che per rifare l'animo dell'uomo si sbarazzano dei corpi, e che volendo fare l'uomo nuovo eliminano quello esistente. A differenza di altri dittatori, Poi Pot non aveva imposto il unito dellapropria personalità: i Khmer Rossi macellavano in nome di Angkor, antica nazione khmer e novella divinità, mentre lui restava nell'ombra, il Male come astrazione terribilmente concreta. Da quando nel dicembre '78 il Vietnam invase la Cambogia su cui Poi Pot aveva nel '75 imposto il sudario, non si sapeva più nulla di lui. Impresentabile anche per chi, come la Cina e i Paesi Asean, e in misura minore l'Occidente, nella complessa logica della guerra fredda sostenevano di fatto i Khmer Rossi contro l'occupazione vietnamita; cioè contro l'Urss. La notizia della sua morte dal fondo delle giungle in cui ha seminato cadaveri, e in cui i suoi guerriglieri conservano le basi mantenendosi con traffici di pietre preziose e legni pregiati, riporta d'attualità la tragedia cambogiana, non ancora chiusa. In essa si intrecciano mal digerite lezioni ideologiche parigine innestatesi sul dispotismo asiatico, le contraddizioni del colonialismo al tramonto, la spaccatura Urss-Cina, la logica dei blocchi che in Indocina fu guerra vera, non fredda. Poi Pot arrivò al potere il 17 aprile 1975, con la caduta di Phnom Penh, che precedette quella di Saigon e la fuga degli americani dall'Indocina. Fino ad allora aveva combattuto contro il regime filo-americano di Lon Noi, che nel '70 aveva esautorato il principe Sihanouk mentre era a Mosca. Ma fino al '70 aveva fatto guerriglia contro lo stesso Sihanouk, per rovesciarlo da sinistra. Il suo vero nome era Salot Shar, nato nel 1928, figlio di un piccolo funzionario. Nel '49 viene prescelto per essere mandato a studiare in Francia, dove si avvicina al partito comunista scoprendo Marx e la rivoluzione. Sono con lui altri due personaggi destinati a sinistra celebrità: Ieng Sary, che diverrà suo ministro degli Esteri, e Khieu Samphan, che, divenuto Poi Pot impresentabile, rappresenterà i Khmer Rossi nelle trattative internazionali sulla Cambogia negli Anni Ottanta, e fino ad oggi. A Parigi Ieng Sary e Poi Pot si sposano con due sorelle loro connazionali, che diverranno poi ministri. Il gruppo si riunisce in una casa in rue de Commerce, nel XV arrondissement, dove in sintonia con i comunisti francesi fa piani per la Cambogia. Nel '51 vengono mandati dal pcf al festival internazionale della gioventù a Berlino Est: ne tornano determinati all'azione in vista del rientro in patria. Del gruppo, l'unico che conclude gli studi è Khieu Samphan, che nel '55 si laurea con una tesi sull'economia della Cambogia, centrata su necessità di autarchia e col¬ lettivizzazione dell'agricoltura con trasferimento della popolazione urbana nei campi. E' ciò che Poi Pot realizzerà nel '75, arricchito dell'esperienza della Rivoluzione Cul¬ turale cinese vista come rifiuto della moderna civiltà urbana e dei suoi meccanismi economico-sociali. Come prima cosa fece saltare con la dinamite la Banca Centrale per abolire il denaro, e fece mettere fuori uso le auto, indice di corruzione borghese. L'intera popolazione della capitale e delle altre città fu fatta evacuare a piedi verso le campagne. Un terrificante esodo forzato di oltre un milione di persone, anziani, bambini, uomini e donne, in marcia per giorni in condizioni disperate verso le giungle dove furono smistati in più punti: qui sarà la vostra nuova vita, tirate su capanne e coltivate qualcosa con le nude mani. In pochi giorni esistenze sradicate, in pochi mesi centinaia di migliaia di morti di fame, stenti, malattie, di morti ammazzati col colpo alla nuca da parte di invasati adolescenti. Khmer Rossi armati fino ai denti, a caccia di chi non avesse calli alle mani. Per i sopravvissuti, il terrore e il ritorno al primitivo. Abolito il denaro, i dirigenti si vestivano solo di un lugubre pigiama nero, i sopravvissuti di stracci, mentre il Paese veniva ermeticamente chiuso. Mitra in pugno, il sogno di una società arcaica veniva realizzato con la distruzione di ogni segno deil'età moderna, frutto del capitalismo. Chi non fu fatto sloggiare dalle città venne torturato a morte, come testimoniano le montagne di teschi in un museo di Phnom Pen, un liceo che Poi Pot aveva trasformato in centrale della morte. La coscienza dell'uomo moderno è iragicamente abituata a prigioni divenute luoghi di sterminio, la tortura non è nuova nella storia. Ma orribilmente nuova è stata, con Poi Pot, la volontà suicida di un intero sistema politico, coscientemente pauperistico nel rifiuto del mondo moderno. Le ciniche illusioni d'una «gauche au caviar» parigina, che non mancò di esaltare questa banda di assassini, si realizzavano nella «revolution de la forèt» cantata sulla Rive Gauche. Solo l'invasione vietnamita avrebbe infine fermato il genocidio: il che è tutto dire, anche se se essa fu dovuta a ragioni geopolitiche, non morali. E per gli stessi motivi gran parte del mondo ha poi dovuto sostenere, contro l'invasore, i Khmer Rossi lordi di sangue. Un intrigo della ragione, risultato ultimo del delirio dell'ideologia appresa sulla Senna e portata sul Mekong. Fernando Mezzetti Scoprì la sua utopia e Marx a Parigi, dove fu mandato a studiare Distrusse i corpi per rifarne gli animi I suoi primi gesti: far saltare la Banca Centrale per abolire il denaro e sabotare le auto, «borghesi»

Persone citate: Fernando Mezzetti, Ieng Sary, Khieu Samphan, Lon Noi, Marx, Sihanouk