«Secessione No grazie»

«Secessione? No/ grazie» «Secessione? No/ grazie» Barbara Marchetti, sindaca leghista di Soave BOSSI CONTESTATO LSOAVE A camicia verde? No, non la metterei. Di verde ho un bel completo che mi ha regalato mio marito e che mi piace molto». E sfratterebbe il prefetto uomo simbolo dell'oppressione centralista? «Certo non u" mio prefetto che mi ha aiutata molto e che è sempre stato molto corretto. Io la gente non la giudico dalla provenienza, ma dal modo in cui si comporta». A proposito di secessione, federalismo, leghismo, guerra con Roma padrona e ladrona, qui sulle colline di Soave (slogan turistico di autopromozione: dietro una bottiglia di vino c'è un bel paese) Barbara Marchetti, 26 anni, tuttora il sindaco donna più giovane d'Italia, ha delle cose da dire. Primo: pur essendo leghista, non è mai stata a Mantova, la capitale «secessionista» di Bossi, nonostante viva a mezz'ora di automobile. Secondo: è interamente d'accordo con il collega veneziano Massimo Cacciari che chiede al premier dell'Ulivo Prodi di investire subito nel «federalismo». Terzo: è orgogliosa di definirsi un'«ammini- stratrice» e non una politica. Vista qui dall'ufficio della signora Marchetti la sfida della Lega prende un colore pragmatico, concreto, niente affatto ideologico. Dopo tre anni di giunta leghista, Barbara è orgogliosa di quello che ha fatto e sulle grida di secessione ci scherza su. Lei tiene soprattutto al catalogo delle realizzazioni, lungo e composto di quelle cose che sembrano piccole (il cimitero per la frazione, la caserma dei carabinieri, il piano estivo per riasfaltare tutte le vie del paese) viste da lontano, ma, per la gente che ci vive, cambiano la qua¬ lità della vita. «Sbaglia chi della Lega sottolinea solo gli slogan, le frasi ad effetto che ne danno un'immagine estremista. Non è così. Il gruppo di giovani che a Soave nel '93 ha vinto le elezioni dopo 50 anni di de che qui arrivava anche al 70-80% dei voti, ha voglia di fare e non di chiacchierare». E lo dice proprio lei, una «vittima del centralismo», che come sindaco si troverebbe dunque nella condizione naturale di chi ha ragioni concrete per rilanciare estremismi. Lacci e lacciuoli burocratici che trattengono e impediscono l'ammi¬ nistrazione dei Comuni nelle attività più elementari. E per spiegarsi, la sindaca di Soave ci fa un solo esempio. Il centro storico del paese è attraversato da un torrente che è difficilissimo tenere pulito. Perché? Gli argini appartengono ad una proprietà, il fondo ad un'altra. Ogni intervento sono domande, scartoffie e tempo che si perde, ritardi che assomigliano ad incapacità. Eppure qui nel municipio dove fa anche la segretaria di se stessa, battendosi a macchina da sola certe lettere o fotocopiandosi documenti, Barbara Marchetti non vaneggia nessuna secessione: «Mio padre faceva l'autotrasportatore e mi portava spesso con lui. E così ho conosciuto molti Stati europei oltre all'Italia che è bella, piena di cultura, storia e gente che se la conosci a fondo ti dona il cuore». E' cattolica, «come la Pivetti», dice. E nelle campagne del cattolicissimo Veneto, testimonia la Marchetti, la Chiesa non provoca più rimorsi negli elettori leghisti: «Si dà per scontato che ognuno ha le proprie competenze». Chi le anime, chi la politica, [r. i.] «Non mi metto la camicia verde e non sfratto il mio prefetto» Irene Pivetti a Lodi aveva la camicia verde. Barbara Marchetti: «Di verde porto solo il vestito regalatomi da mio marito»

Persone citate: Barbara Marchetti, Bossi, Irene Pivetti, Marchetti, Massimo Cacciari, Pivetti

Luoghi citati: Italia, Lodi, Mantova, Roma, Soave, Veneto