Carovita in maggio al 4,3 di Stefano Lepri
ECONOMIA E FINANZI Carovita, in maggio al 4,3% Rallenta la crescita dei prezzi Per il '97 il Tesoro punta al 2,5% ROMA. E' 4,3 per cento il dato definitivo sull'inflazione annua in maggio.. Non è entusiasmante; è comunque un ribasso rispetto al 4,5% di aprile. Ma dopo l'estate dovrebbe andare molto meglio. Tanto è vero che il governo ha deciso di porre per il '97 un obiettivo molto ambizioso. Nel documento di programmazione '97-'99 si scrii vera che l'incremento dei prezzi dovrà calare al 2,5%. Se conseguito, il 2,5% sarebbe un vero rientro in Europa, e il risultato migliore dal lontano '68. Un relativo ottimismo sui pros- simi mesi trapela da tutti i commenti di ieri. Da quando, 15 giorni fa, erano usciti i dati del costo della vita in maggio nelle grandi città, si sapeva che il calcolo del dato generale sarebbe stato sul filo del rasoio tra il 4,3% e il 4,4%. Così l'annuncio di ieri, pur se non positivo in sé, ha portato sollievo. Le tendenze dei prezzi all'ingrosso appaiono buone. Se proprio va bene, il 4% posto come traguardo da Fazio per abbassare il tasso di sconto, sarà raggiunto nel mese di giugno. «Penso che a giugno saremo più vicini al 4%», dice il direttore generale della Confindustria Enzo Cipolletta. «Si può essere ottimisti sulla possibilità che il 4% sia raggiunto già in giugno», conferma Ernesto Paolillo, presidente degli operatori valutari Forex. E così via. «I prezzi degli alimentari all'ingrosso fanno sperare in una ulteriore discesa dell'inflazione», precisa il presidente della Lega Coop Ivano Barberini. Il ministero dell'Industria conferma che maggio è stato ancora condizionato da «mucca pazza», e poi da tensioni su olio d'oliva, gelati, beni durevoli per la casa. La speranza di una perdita di velocità dei prezzi da qui in poi va attribuita, secondo molti commenti, alla politica monetaria severa della Banca d'Italia. Benché la relazione del governatore sia piaciuta soprattutto a sinistra, l'economista di Fi Antonio Martino, liberista e monetarista quant'altri mai, è convinto che «il merito del calo dell'inflazione vada ascritto esclusivamente alla Banca d'Italia». Fazio ha indicato un nuovo obiettivo per il '97, far scendere l'inflazione «al di sotto del 3%». Il ministro del Tesoro Ciampi accetta e rilancia, con il 2,5%. Sarà possibile? Secondo Giampaolo Galli, direttore del Centro studi della Confindustria, per raggiungere il 2,5% sarebbe necessario un nuovo patto salariale e la revisione dei contratti già conclusi. Il governo non la pensa così. Di fatto, gli accordi fin qui si sono fondati, per il '97, sul tasso di inflazione programmato dal governo Dini, il 3%. «Non è impossibile raggiungere obiettivi ambiziosi per il '97 - sostiene invece Michele Salvati, economista e deputato del pds - ma certo in un quadro di crescita rallentata sarà più difficile comporre le esigenze di un recupero salariale con un equilibrio nella distribuzione dei redditi». L'unico ostacolo sulla via del calo dell'inflazione è la scadenza, il 30 giugno, del blocco delle tariffe pubbliche deciso dal governo Dini. Si profilano rincari di telefoni, treni, autostrade? Il governo annuncia che sarà cauto. Il sottosegretario al Bilancio Macciotta, che ha la responsabilità della materia quale segretario del Cipe, spiega che si stanno soppesando «le conseguenze sulla finanza pubblica del non sblocco e le conseguenze sull'inflazione dello sblocco». Stefano Lepri
Persone citate: Antonio Martino, Carovita, Dini, Enzo Cipolletta, Ernesto Paolillo, Giampaolo Galli, Ivano Barberini, Macciotta, Michele Salvati
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