Elio & soci: lanciateci i reggiseni
Show a Torino Show a Torino Elio & soci: lanciateci i reggiseni Elio TORINO. C'è della genialità, nella scelta - deliziosamente ovvia - di portare sul palco Rocco Siffredì, pornoattore di culto, per il bis finale con «John Holmes»; com'è ovvia e geniale la passerella dei sei musici (più l'indicibile Mangoni) con la melassa dei Take That per sottofondo. Elio & Le Storie Tese sono determinati a colmare il vuoto di valori creatosi nell'immaginario adolescenziale con la prematura scomparsa dei Take That: e il Sopraccigliuto Cantante espone generoso le ignude grazie, accarezzandosi sensualmente il petto villoso e guidando la band in maliziose ostensioni di cosce, gambe e scarsi) pettorali. Talora, nulla è più colto dell'ovvietà. Il concerto che Elio e soci hanno tenuto l'altra sera al Palasport, davanti a tremila entusiasti, è liberatorio, sguaiato, pacchiano. E coltissimo. Se «La terra dei cachi» è la tarantella assoluta, «Omosessualità» si apre con l'Inno di Mameli distorto al basso elettrico (citazione hendrixiana); e Mangoni in versione «cubista» (nel senso di bel giovane che balla sul cubo), per non dire del MangoniSupergiovane, è l'icona pop totale. Gli zappiani aborriscono il paragone, ma Zappa usava strumenti identici, e ha avuto anche lui le sue belle cadute di qualità, almeno sotto la nefasta mfluenza di Fio & Eddie. Impossessarsi dell'immaginario mid-culture, stravolgerlo, ricostruirlo, è un gioco divertente quanto pericoloso: Elio cammina per l'intero concerto sul filo della barzelletta ccia da caserma. Ma allestisce sul palco «una prestigiosa area vip» recintata da reggiseni, e invita le gentili fans a lanciarne altri (se condo un canone takethattiano, appunto) per essere accolte, festanti, nella predetta «area vip»: e questa è pura destrutturazione di un rituale - il lancio dei raggitette, i maneggi per stare fra i vip - che, in altri show, viene preso molto sul se rio. Non è un'impresa eroica, triturare la paccottiglia musicale contemporanea e farne un frappé. Ma Elio e soci non si prendono sul serio quando fan no il verso al belato di Ramazzotti e trasformano il baglionismo in bla-blaglionismo. Il risultato è ridicolo quanto gli originali, ma suonato assai meglio: perché chitarristi come Cesareo, «pianolisti» come Rocco Tanica o bassisti come Faso non ne trovate ad ogni cantone, in Italia. Il pubblico reagisce degnamente. Considerate un altro rito, questo tipicamente punk: scagliare addosso al cantante bottiglie di plastica vuote. Benissimo; qualcuno le scaglia, fornendo così a Elio il destro per la comunicazione di servizio «consigliamo a chi tira le bottiglie vuote di tirarsele nel c...». Ecco la morale ultima di un concerto in apparenza scombiccherato e invece serio, con musica ben eseguita, visivamente ricco: una risata seppellirà il rock. L'unica perplessità è se l'intervento dì Elio & Le Storie Tese non sia maramaldesco, considerato il coma in cui il rock è da tempo caduto. Gabriele Ferraris Elio
Persone citate: Cesareo, Gabriele Ferraris Elio, John Holmes, Mameli, Mangoni, Ramazzotti, Rocco Siffredì, Rocco Tanica, Zappa
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