«Fu Priebke a uccidere Buozzi» di R. R.

Le accuse di Hass Le accuse di Hass «Fu Priebke a uccidere Buozzi» ROMA. Hass, il maggiore delle SS che tra il 1943 e il 1944 lavorava all'ambasciata tedesca di Villa Wolkonsky, parlerà domani al processo contro Priebke. Una testimonianza che potrebbe risultare determinante per inchiodare il braccio destro di Kappler alle sue responsabilità. Non solo per le Ardeatine, ma anche per l'eccidio della Storta in cui morirono 14 persone tra cui il sindacalista socialista Bruno Buozzi. Queste e altre rivelazioni in aula domani. Fino a ieri Hass era a Ginevra, nascosto nell'abitazione della figlia Enrica Giustini in Williams. L'ex SS ha confermato parola per parola l'intervista al Messaggero, che ha anticipato le sue verità. Al quotidiano romano, Hass ha raccontato che Priebke il 4 giugno del '44 - quando stavano per giungere a Roma gli americani - fece salire i prigionieri su un camion per trasportarli al Nord. «Quando il camion da lui comandato si ruppe alla Storta - ha detto Hass - forse perché sabotato come la mia vettura, Priebke, che era il comandante e in quel momento non obbediva agli ordini di nessuno altro, fece fucilare Buozzi». E Buozzi, secondo quanto ricorda l'ex maggiore delle SS, doveva essere -;sparmiato. Il sindacalista doveva essere portato da Mussolini, che voleva cercare di convincerlo a collaborare. La circostanza confermerebbe l'autonomia di Priebke dagli ordini del superiore Kappler e la sua determinazione nell'uccidere «i prigionieri». Un racconto che combacia con la testimonianza dell'ufficiale della Marina tedesca (moderna) Gerard Schreiber dell'ufficio storico delle Forze Armate, secondo cui Erich Priebke poteva rifiutarsi di obbedire agli ordini. Nell'intervista Hass spiega poi che seppe del ruolo avuto da Priebke alle Fosse Ardeatine dal capitano Koehler, che all'eccidio aveva partecipato, [r. r.]

Luoghi citati: Ginevra, Roma