Due giorni ostaggio di un branco di aguzzini

Napoli, una colf etiope di 20 anni è stata tenuta prigioniera in un casolare: in cella due della banda Napoli, una colf etiope di 20 anni è stata tenuta prigioniera in un casolare: in cella due della banda Due giorni ostaggio di un branco di aguzzini «Mi hanno stuprata in 20» NAPOLI. 11 volto tumefatto, negli occhi il terrore, sul corpo i segni di lunghe ore di sevizie. Era lì, rannicchiata sul sedile posteriore di quella vecchia Austin verde dov'era cominciato il suo incubo. Quando ha visto le facce dei carabinieri, non ha capito subito di essere salva, di non avere più addosso quel branco di uomini che l'hanno trattata come una cosa da passarsi l'un l'altro. E che le sono sembrati tanti da dire con un filo di voce; «Venti. Erano venti». Forse il colore della sua pelle spiega l'accanimento brutale con il quale l'hanno trattata, forse per spiegare quel che è accaduto bisognerebbe entrare nella testa di chi l'ha usata per due giorni e due notti. Di sicuro lei prigioniera da offrire a tutti, ha vissuto l'inferno nel vecchio casolare dove ha subito uno stupro di gruppo. H.K. ha 20 anni, viene dall'Etiopia e lavora a Roma come collaboratrice domestica. Quelli che l'hanno violentata, o meglio due degli stupratori che si sono dati il cambio nella baracca, hanno la sua età, sono studenti e non hanno precedenti penali. Magari pensavano pure che non ci fosse nulla di male a prendersi quella ragazza, avvicinata con la scusa di offrirle una sigaretta. La storia è cominciata domenica ed ò finita l'altra notte alle tre, quando la macchina che la riportava a casa è stata intercettata da una pattuglia dei carabinieri. I due hanno visto la paletta e hanno pigiato sull'acceleratore, ma l'inseguimento è terminato con l'arresto e con la scoperta di quella giovane donna stesa sul sedile con lo sguardo perso nel vuoto. E' arrivata domenica matti¬ na per prendersi una vacanza e andare un po' in giro come una vera turista. Ma la gita aveva anche un altro obiettivo: H.K. aveva voglia di lasciare la capitale e pensava così di cercare un'altra sistemazione a Napoli. Ha preso alloggio in una pensione e poi ha deciso di raggiungere la penisola sorrentina. Non si sa ancora che itinerario abbia fatto, di certo alle dieci di sera era nella piazza principale di Sant'Antonio Abate, un piccolo centro non lontano da Castellammare di Stabia. I carabinieri non escludono che sia giunta lì seguendo le indicazioni di qualche connazionale che le ha fornito i contatti per trovare una famiglia che le desse lavoro. Quando i due ragazzi che l'hanno rapita le si sono avvicinati con l'Austin verde, lei era alla fermata del bus col quale doveva tornare a Napoli. «Vuoi una sigaretta? Come ti chiami?». La solita tecnica per attaccare bottone e poi l'offerta: «E' tardi, se vuoi ti accompagniamo noi con la macchina». Ha detto sì, non ha capito che era una trappola o l'ha capito troppo tardi, quando la vettura invece d'imboccare l'autostrada si è fermata davanti a un casolare alla periferia del paese. Fuori era buio e dentro sporco da far schifo. Hanno cominciato a violentarla quei due, poi hanno continuato gli altri. H.K. ha raccontato di essere stata stuprata da almeno venti giovani, coetanei dei primi due che l'hanno presa prigioniera e che forse hanno avuto il modo di esibire la loro «preda». E i carabinieri ritengono che la ragazza, nonostante la confusione e lo choc, dica la verità: «L'hanno conciata male. Era in uno stato che si può spiegare soltanto con una violenza di gruppo». L'incubo è finito martedì notte. I due che l'hanno rapita hanno deciso che poteva andarsene: l'hanno fatta salire in macchina e si sono diretti verso il campo sportivo di Sant'Antonio Abate, ma lungo la strada la pattuglia dei carabinieri li ha intercettati e, dopo il tentativo di fuga, arrestati. S.D. ha 18 anni e A.B. ne ha 20, vivono ad Angri, un paesone del Salernitano, studiano e non hanno precedenti penali. Gli investigatori non hanno proprio dubbi: sono stati loro a dare il via allo stupro che ha portato la giovane etiope in ospedale, dov'è stata medicata per le lesioni subite durante la violenza. Ora le indagini stanno proseguendo velocemente perché i carabinieri vogliono identificare al più presto i complici dei due ragazzi finiti in carcere. Mariella Cirillo Gli arrestati sono studenti. I carabinieri «L'hanno ridotta così male che dovevano essere davvero in tanti» Un'immagine simbolo di violenza sulle donne: la ragazza stuprata a Napoli lavora come colf. Gli aguzzini arrestati hanno la sua stessa età

Persone citate: Mariella Cirillo