«L'Agenzia ebraica a Mosca covo di 007»

«L'Agenzia ebraica a Mosca, covo di 007» Il governo russo convoca l'ambasciatore «L'Agenzia ebraica a Mosca, covo di 007» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Spie o operatori umanitari? A quanto pare la luna di miele tra Israele e Russia, iniziata con Gorbaciov, sta incontrando qualche difficoltà. Oggetto della disputa l'Agenzia Ebraica che, secondo i russi, si occuperebbe più di spionaggio a favore del più brillante dei servizi segreti, il Mossad israeliano, che non di aiutare gli ebrei russi a superare le loro difficoltà. L'Agenzia - il suo nome in ebraico è Sochnut - ha uffici in oltre trenta città dell'ex Unione Sovietica e ha aiutato a emigrare in Israele qualcosa come 600 mila ebrei dal 1989 ad oggi. Finora tutto era filato liscio. Ma nei giorni scorsi un anonimo funzionario del ministero degli Esteri russo aveva acceso la miccia con una sibillina dichiarazione all'agenzia Interfax lavora per il Mossad e interferisce negli affari interni russi». Secca messa in guardia seguita il giorno dopo dalla convocazione dell'ambasciatore israeliano a Mosca, signora Aliza Shenar, presso il ministro della Giustizia, Valentin Kovaliov. Il portavoce israeliano ha minimizzato, parlando di «problemi di ri-registrazione» della Sochnut, «connessi con la nuova legislazione russa entrata in vigore nel 1995». Ma proprio la nuova legge concede tre anni di tempo alle organizzazioni non governative di assistenza per mettersi in regola. Perché dunque la pressione del Cremlino? Il sospetto che la carne al fuoco sia cospicua è venuto invece dalla versione russa, fornita dopo l'incontro tra ambasciatrice e ministro. «Il ministro Kovaliov ha messo in chiaro - ha detto il portavoce russo - che la Sochnut ha due alternative: o quella di operare legalmente, o quella di operare illegalmeivte». Ma né l'una parte, né l'altra ha spiegato quali reclami la parte russa La «Soha fatto in Is600 persora il Cla acdi lavper il M«La Sochnut chnut» emigrare aele mila one emlino cusa orare Mossad abbia esposto all'ambasciatrice israeliana. Non è la prima volta che questioni di questo genere emergono alla superficie. In questi ultimi anni soprattutto la stampa nazional-patriottica aveva sollevato a più riprese interrogativi - talvolta fondati, talaltra pretestuosi - sull'attività delle varie decine di organizzazioni non governative occidentali che operano in territorio russo e in quello degli altri Stati ex sovietici. Mentre molte di queste organizzazioni esercitano importanti attività di aiuto agli strati più deboli della popolazione, colpiti dalle conseguenze della terapia choc, è un fatto che altre in particolare le filiali di molte sette religiose.-, quasi tutte americane - si sono preoccupate soprattutto di attività di proselitismo. Quanto basta per sospettarle di altre forme di interesse, incluse quelle meno innocenti concernenti i pochi segreti, industriali e militari, che la Russia non ha ancora venduto spontaneamente agli occidentali. L'impressione degli osservatori è comunque che la vicenda della Sochnut faccia parte di una moneta di scambio preelettorale tra Eltsin e una parte dell'opposizione, quella che ha il dente avvelenato con l'occidente e quella che ha particolari inclinazioni antisemite. Tutto vale per prendere voti, per accattivarsi settori dell'elettorato anche molto lontani, per smorzare gli ardori polemici di concorrenti comunque significativi come, ad esempio, il leader nazionalista Vladimir Zhirinovskij. Fare la voce grossa contro la Sochnut e contro Tel Aviv alla vigilia delle elezioni non significa però che la faccenda si gonfierà oltre limiti fisiologici. Passata la tempesta elettorale tutto tornerà come prima. L'emigrazione ebraica verso Israele è destinata a continuare. Giuliette Chiesa La «Sochnut» ha fatto emigrare in Israele 600 mila persone ora il Cremlino la accusa di lavorare per il Mossad

Persone citate: Aliza Shenar, Eltsin, Giuliette Chiesa, Gorbaciov, Kovaliov, Soha, Valentin Kovaliov, Vladimir Zhirinovskij