I colpevoli e la pensione di Lietta Tornabuoni
I colpevoli e la pensione | HRSONI I colpevoli e la pensione ERI il ministro del Lavoro Treu ha dichiarato guerra ai pensionati falsi invalidi. La guerra era già stata dichiarata l'anno scorso contro gli invalidi assunti dallo Stato e risultati non invalidi, ma senza vittorie: in appena un caso (e anche quello discutibile, discusso) il dipendente fmto-invalido aveva perduto il suo posto, poi il magistrato promotore dell'indagine era finito pure lui nei guai con la legge e arrivederci. Stavolta la guerra è contro coloro che, non invalidi, percepiscono abusivamente pensioni d'invalidità: 10 scopo è ovvio, far spendere meno soldi allo Stato, e le armi previste dal ministro sarebbero accorpamenti, ripuliture, autocertificazioni, controlli incrociati, eccetera. Meglio tardi che mai, si capisce: anche se non si può fingere di dimenticare che la larga distribuzione di pensioni d'invalidità non dovute è stata nel passato uno strumento clientelare innanzi tutto, ma poi anche un ammortizzatore sociale, un modo per aiutare a campare tanta gente che non aveva risorse né trovava lavoro, una variante del sussidio di disoccupazione. Metodo in parte efficace, senz'altro sbagliato: pure a causa di sistemi del genere 11 disavanzo dello Stato è arrivato dove è arrivato. À quelle indebite pensioni socio-politico-partitiche si oppone adesso il rigore economico coatto, però sarebbe forse meglio evitare la creazione di altre migliaia di criminali, di azioni giudiziarie, di processi annosi e quasi impossibili da celebrare. Sarà responsàbile chi ha incassato senza averne titoli la pensione di invalidità. Saranno responsàbili anche lo Stato, il sistema politico, i partiti egemoni del passato, che quelle pensioni hanno concesso in cambio di voti o a scopo di parziale pacificazione sociale. Il nuovo, governo non può assumersi le responsabilità dei governi precedenti, ma neppure può colpevolizzare esclusivamente i pensionati abusivi. Si potrà magari decretare: adesso basta, tanto più che soldi pubblici per continuale^ pagare non ce ne sono, ma ogni idea di punizione andrebbe abbandonata. Come sempre, le cose sono complicate. Se migliaia di persone hanno continuato tranquillamente a ritirare per anni la pensione dei parenti morti, di chi è la colpa? Sono responsabili soltanto loro, che consapevolmente hanno truffato lo Stato? Oppure è responsabile anche lo Stato disattento, inerte, incapace di stabilire collegamenti elementari tra gli istituti che erogano le pensioni e gli uffici anagrafici che registrano i decessi? Sono responsabili tutte e due le parti? E i mancati controlli pubblici sono più o meno gravi degli imbrogli privati? Un vero cambiamento non starebbe tanto nella promulgazione di altre leggi né nella punizione di vecchi colpevoli: starebbe nel ripristinare, attivare, rendere efficienti quei controlli sull'applicazione della legge che sono stati abbandonati o ridotti da tanto di quel tempo da risultare inesistenti. LINUS Su «Linus» di giugno, tra i fumetti sempre meravigliosi di Calvin & Hobbes o di Krazy Kat, tra i giochi eleganti e l'epopea «Che pazzo il Che», tra i nuovi personaggi tentatori (Bambol Bee, Brillo, Zio Pepino, Brutus), sono proprio belle due vignette di Altan. Nella prima c'è una coppia di strapazzati lavoratori romani in canottiera: «E se fanno 'sta famosa secessione?», chiede uno; «Diventarne esotici, Carme!», esulta l'altro. Nella seconda vignetta, un uomo in calzoncini arranca sulla cyclette: «Interpreto i tempi: mi stanco e non vado in nessun posto». Lietta Tornabuoni oni j
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