«Eliot poeta grazie all'odio antisemita»

La guerra dei femminili 7/ legale di Diana «Eliot poeta grazie all'odio antisemita» =T] LONDRA Il DANA la divorzianda è in 11 buone mani. Il suo awoca11 to, Anthony Julius, èunin" I teliettuale dotato di spietatezza forense: ha appena dimostrato che T. S. Eliot adoperava il proprio antisemitismo come una Musa malvagia. L'autore de La terra desolata, scopriamo oggi, si ispirava ai suoi stessi odiosi pregiudizi per trasformarli in arte. Un esplosivo libro del legale della principessa di Galles ha sconvolto la comunità letteraria inglese. «Sadico» e «criminale» sono tra gli epiteti che fioccano in questi giorni sulle spoglie del poeta. James Fenton, professore di Poesia a Oxford, scende in campo col peso della sua autorità per definire «orribili» le poesie antisemite di Eliot. T.S. Eliot, antisemitism and literary Jbrm (Cambridge University Press), è la brillante tesi di dottorato che Julius ha scritto prima di diventare un principe del foro. La pubblicazione è stata tortuosa, perché a molti editori (come l'Oxford University Press), l'argomento sembrava troppo controverso. La tesi è che l'antisemitismo non fu affatto l'incidente di percorso che molti critici blandamente condonano a Eliot. Julius cita versi come quelli di Dirge, in cui Eliot gode della deformità e della decomposizione dell'epigono ebreo Bleistein, morto sott'acqua con i suoi occhi sporgenti mentre i granchi fanno scempio di lui. Tra gli spregevoli cliché da lui «trasformati in arte» c'è anche quello degli ebrei che stanno «sotto i topi» e i malfamati versi di Gerontion in cui «l'ebreo sta acquattato sul davanzale della finestra». «Eliot attingeva forza poetica dal suo stesso antisemitismo - dice Fenton -. Tuttavia non credo che il suo intero corpus poetico sia antisemita». La New York Review of Books dedica sei pagine al libro, ed è più cauta: «Non credo che Eliot abbia mai desiderato fare del male agli ebrei. Ma ricevette e diede sostegno a molti che lo volevano. Le sue relazioni con l'antisemitismo erano fin troppo mondane». Maria Chiara Bonazzl

Persone citate: Anthony Julius, James Fenton, T. S. Eliot

Luoghi citati: Galles, Londra, New York, Oxford