«Troppo spazio alla tv Penalizzata l'editoria» di Paolo Paloschi

Fieg, Ciancio Sanfìlippo subentra a Giovannini Fieg, Ciancio Sanfìlippo subentra a Giovannini «Troppo spazio alla tv Penalizzata l'editoria» ROMA. «La stampa italiana è tra le più libere al mondo: la sua vivacità, il suo pluralismo, la sua indipendenza di giudizio trovano pochi riscontri nel panorama mondiale». Eccola la medaglia al merito di cui ama fregiarsi Giovanni Giovannini dopo una vita di giornalismo militante e dopo aver guidato per vent'anni la Fieg, la federazione degli editori di giornali di cui ieri ha lasciato la presidenza. A succedergli la federazione ha chiamato l'editore siciliano Mario Ciancio Sanfìlippo. Vicepresidenti sono stati nominati Alberto Donati, Marco Benedetto, Franco Tato e Luigi Randello. L'amministratore delegato della «Stampa», Paolo Paloschi, è stato eletto membro del comitato di presidenza e vicepresidente della categoria «giornali nazionali». Nella sua relazione di congedo dalla presidenza della Fieg, Giovannini ha tracciato un bilancio di questi anni cruciali. Cominciando dalle grandi battaglie che non è stato possibile vincere, prima tra tutte quella dell'«allargamento della platea degli acquirenti di giornali» che non ha sfondato la soglia dei 7 milioni di copie al giorno. Poi c'è la questione della diffusione: i giornali in questo paese si possono vendere solo nelle edicole, penalizzando molto il mercato. A complicare le cose, secondo Giovannini, c'è stata anche la «mancanza di un interlocutore nell'ambito del governo». Senza dire della grande concorrenza del mezzo televisivo: «Si è disciplinata la televisione, trascurando le conseguenze che quella disciplina avrebbe avuto sulla stampa». Ma in questi 20 anni ci sono stati anche dei grandi risultati: «Sul piano sindacale siamo riusciti ad infrangere i veti tecnologici che impedivano alla stampa di svilupparsi creando così le premesse di una vigorosa innovazione». Mentre «su quello legislativo siamo riu- sciti ad ottenere una legge che per 7 anni, dal 1981 al 1987, ha costituito un efficace sostegno allo sviluppo della stampa». Per Mario Ciancio Sanfìlippo la priorità ora è quella di «costringere il potere politico, che per troppo tempo ha ignorato la stampa», a ((prendere coscienza della gravità della situazione dell'editoria e dei rischi che essa comporta non solo in termini di occupazione o di fatturato, ma anche e soprattutto di libertà. Gli impegni che ci attendono sono di grande importanza: un calo di lettura che è, sì, caratteristica comune di tutti i Paesi industrializzati, ma che è aggravato in Italia dai bassi livelli di partenza e dalla forza e aggressività di mezzi concorrenti e in particolare della televisione. Si avvicinano scadenze sindacali di grandissimo rilievo ed intanto assistiamo ad un profondo deterioramento delle nostre relazioni industriali. Vi è un atteggiamento sempre più frequente delle nostre controparti di fuga dalle responsabilità, di incapacità di rispettare le regole sottoscritte, di disponibilità ad avallare ogni e qualsiasi posizione dei lavoratori delle singole aziende, dei loro organismi rappresentativi anche quando sono palesemente in contrasto con i contratti collettivi». [r. r.] L'amministratore delegato della «Stampa», Paolo Paloschi nel comitato di presidenza In alto: Mario Ciancio Sanfìlippo con Giovanni Giovannini. Qui accanto: Paolo Paloschi

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