Maroni la lega sceglie la via gandhiana

Interno Il portavoce del Comitato di Liberazione Padano: «Nuovo Cln per l'indipendenza del Nord» Maroni: la lega sceglie la via gandhiana «Avremo una Gazzetta Ufficiale» MILANO. La Slovenia, per esempio. Bobo Maroni ha lasciato il fazzoletto verde sul prato di Pontida, adesso è vestito da ambasciatore, ha la borsa di pelle e sta per volare a Montecitorio. In due ore passa da grintoso portavoce del Ciellepì, l'ultima invenzione leghista, a pacioso deputato della Repubblica italiana che risponde in tv alle domande di Luciano Rispoli. Le due facce di Maroni e della Lega. Da domenica sempre più all'attacco tra bolle d'accompagnamento che debbono sparire, la Gazzetta Ufficiale della Padania che debutterà lunedì e Bossi che oscura Rai e Fininvest con le Camicie Verdi. Nella sede della Lega, a mezzogiorno, Maroni ha spiegato cosa dovrebbe essere questo Ciellepì. E partendo dalle prefetture che rischiano lo sfratto dagli attuali proprietari di casa, le Province, annunciando un imminente tour tra indipendentisti europei, prima tappa i Paesi baschi, è arrivato in Slovenia. «Ci muoveremo su due fronti. 0 negoziazione con Roma o riconoscimento internazionale. Questa è una via che al momento ha maggiori possibilità, e il livello estero diventa strategico. Come è per la Slovenia: è diventata nazione solo dopo il riconoscimento di Germania e Città del Vaticano». Nel pomeriggio, sul divano di Rispoli, Maroni dirà che basterebbe un'Assemblea Costituente «per fermare i meccanismi che si sono messi in moto al Nord». Ma un paio d'ore prima, appunto, era stato lo stesso Maroni ad oliare i meccanismi padani. «La Padania nasce perché decide di nascere, occorre che si autodetermini. E noi imbocchiamo questa strada con due punti fermi: la non violenza e il rispetto del diritto naturale e internazionale. Insomma, è la nostra via gandhiana». Che lo porterà a Bilbao, e poi a Barcellona, e in Scozia, Galles, Quebec e infine all'Onu: la via Slovena alla nascita di Padania. Questo Ciellepì, dice Maroni, «non è un organismo della Lega». Il presidente è Bossi, figurarsi. «Il Ciellepì è una struttura esterna alla Lega, non risponderà alla Lega. Finora è formata da leghisti, è vero, ma vuole coinvolgere ed essere punto di coagulo di tutti i movimenti che si battono per le libertà e l'indipendenza del Nord. Un po' come è stato per il Cln, no?». Il debutto in grande - così sperano i dieci membri - sarà il 15 settembre, quando l'ampolla con l'acqua raccolta alle sorgenti del Monviso, questo Sacro Graal leghista, scivolerà lungo il Po fino al Delta tra padani osannanti. «Per quel giorno - promette Maroni - sarà pronto il "Manifesto della Padania", il manifesto di chi vuole raggiungere l'indipendenza per via pacifica e democratica. Chiunque sottoscriverà quel manifesto farà parte del Comitato di liberazione della Padania». Quel giorno, però, già si saprà se il Ciellepì ha concluso qualcosa. «Stiamo studiando le iniziative che Gandhi definì di "non collaborazione". I sindaci, che fanno parte delle istituzioni, hanno più forza: hanno poteri su matrimonio, anagrafe, incassare imposte per conto dello Stato, controllo fiscale. Inviteremo ajnministratori e cittadini alla disobbedienza civile». E qui, spalmato il condizionale sui verbi, Maroni viene al dunque: «La prima iniziativa potrebbe essere lo sfratto delle prefetture da parte dei presidenti delle Province. Poi ci sono leggi che danno ai Comuni la possibilità di acquisire a costo zero i beni demaniali di proprietà dello Stato. E anche questa potrebbe essere una indicazione». Poi c'è il governo della Padania che da lunedì avrà la sua Gazzetta Ufficiale. Ci sono le bolle d'accompagnamento già bruciate a Montecitorio, c'è l'attacco a Vincenzo Visco, ministro delle Finanze, che risponde: «Non è vero che le voglio sostituire, le voglio proprio abolire». Ovvio che le prime intenzioni del portavoce del Ciellepì abbiano allarmato Montecitorio e Palazzo Chigi. Gerardo Bianco, ppi, ha liquidato Maroni con un laconico «ha perso la bussola». Walter Veltroni, già dalla domenica di Pontida, ripete che «l'atteggiamento della Lega è molto preoccupante, è un'accelerazione molto inquietante». Fausto Bertinotti, Rifondazione, pizzica l'Ulivo per gli ammiccamenti alla Lega. E Maroni, da Roma, ritorna portavoce del Ciellepì e, come si dice, se ne impippa: «Parlano, parlano e non succede niente. Come Scalfaro: è da quattro anni che parla di riforme e non se n'è vista una». Il 15 settembre un'ampolla con l'acqua del Po, Sacro Graal leghista, scivolerà fino al Delta. «Per quel giorno pronto il Manifesto della Padania» «La prima iniziativa potrebbe essere lo sfratto dei Prefetti E poi una proposta di legge per far sparire subito la bolla d'accompagnamento» Roberto Maroni Qui sotto: Gandhi, leader non violento dell'indipendenza indiana