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23 TIVÙ'& TIVÙ' Ma i piccoli spettatori spietati si rifiutano di guardare dai vetri CERTAMENTE i bambini sono più furbi dei grandi, e non si fanno cuccare dai programmi dove gli altri si divertono e loro guardano dai vetri. L'altra sera è andata in onda su Raidue, in collegamento da Sestri Levante, «C'era una volta», una trasmissione ispirata ad Andersen e realizzata «proprio per i bambini», come sottolineava a tutto sorriso Maria Teresa Ruta, affiancata da Piero Marrazzo e Armando Traverso. In verità (e si vede dall'ascolto) i piccoli telespettatori, che tanto spesso dettano le scelte di visione dei genitori, hanno snobbato allegramente le due ore dedicate a loro, preparate in collaborazione con l'Unicef e con uno scopo nobile, l'aiuto alla rinascita di Mostar e dei suoi ospedali. I piccoli telespettatori, grazie alla lucidità e alla spietatezza dell'infanzia, hanno ragione: proviamo un po' a dire che divertimento c'è a seguire altri bambini che giocano al posto loro. E non si possono neanche immedesimare nel gioco, che risulta improponibile, a distan1 za: come si fa, essendo in casa, | a correre per la spiaggia an¬ dando a recuperare gli oggetti che ricordano una fiaba? L'esperienza serale di un altro programma tutto per i bambini, «Arriba arriba!», con Heather Parisi, andò malissimo. I ragazzini possono concepire, forse, programmi per loro durante u giorno, che li facciano giocare sul serio e li coinvolgano, o gli mostrino i cartoni animati. Ma la sera amano i programmi dei grandi, sappiamo bene come a esempio «Striscia la notizia», notiziario trasversale quant'altri mai, sia amatissima proprio dai piccini. Più scioccherelli sono i grandi, che invece spesso si divertono a vedere giocare i cosiddetti «vip», a sentir raccontare i primi incontri, i primi amori, le tappe salienti della loro carriera, partecipando contemporaneamente a stolidi quizzetti. L'occasione del programma di Raidue era quell'incontro su «Fiaba, televisione e new media», che si è svolto a Sestri Levante e dove è intervenuto anche il presidente Scalfaro, che ha ricordato come la televisione non debba essere usata quale baby sitter. Com'è vero, ma non basta un intervento auto¬ revole per cambiare la società. E non bastano neanche programmi come questo, pieni di buone intenzioni ma poi poco appetibili per i televisivamente smaliziati bambini contemporanei. Domenica hanno trionfato i festeggiamenti per i 50 anni della Repubblica: programma «clou» la «Giornata speciale» condotta su Raiuno da Bruno Vespa. La miscellanea di ricordi, testimonianze, canzonette, la memoria dei vecchi, dei costituenti, lotti e Andreotti, i fervorini dei nuovi, Berlusconi e . D'Alema, hanno attirato 3 milioni 827 mila spettatori. Non è riuscita neanche l'orchestrina di Renzo Arbore con i brani d'epoca a risollevare il morale di un programma rievocativo fiacco, troppo in bilico tra il varietà e la storia. La contaminazione tra i generi è una strada che può dare molta soddisfazione, ma che genera anche rischi. Per dirla con i «cliché» di Carmen Lasorella: il rischio che alla fine gli spettatori si trovino di fronte a qualcosa che non è né carne né pesce. Alessandra Co mazzi

Luoghi citati: Sestri Levante