«Ma i film non sono patate»

«Ma i film non sono patate» «Ma i film non sono patate» Ceccbi Goti: «Nuove regole per la tv» ROMA. «In Italia il cinema esiste, ma è purtroppo schiavo della televisione e nessuno finora è riuscito a tutelarlo: né i politici, né le associazioni di categoria. Ed è forse per difendere l'attuale regolamentazione della "quota antenna", che nella passata legislatura, per l'opposizione di "Forza Italia", non siamo riu: sciti a fare passare la legge contro la pirateria dei film in videocassette. Un commercio che fa guadagnare soltanto la camorra e la mafia», dice il senatore Vittorio Cecchi Gori, nella sua veste di'produttore cinematografico «numero uno». «Spero - aggiunge - che Walter Veltroni con il suo peso politico e la responsabilità del Dipartimento dello spettacolo abbia più fortuna di me per quanto riguarda la legge contro la pirateria. La televisione deve smetterla di considerare i film alla stregua delle patate. Le grandi emittenti televisive oggi acquistano "a pacchetti" e nessun vantaggio va ai produttori cinematografici quando le proprie opere fanno registrare ascolti record. L'audience, in questo caso, serve soltanto per fare crescere i costi degli spot pubblicitari. Per i manager televisivi i film sono tutti uguali. Ci vuole una nuova regolamentazione». Cecchi Gori ha presentato ieri il listino dei titoli che vedremo a partire da settembre: se ne contano 104, di cui 12 italiani. Tra i film italiani grande è l'attesa per «Nirvana» con Christopher Lambert, Die¬ go Abatantuono, Sergio Rubini ed Emmanuelle Seigner che Gabriele Salvatores sta girando a Milano con una abbondanza di effetti speciali. «E' un'opera ad alto costo industriale, dai 18 ai 20 miliardi - osserva Cecchi Gori - ma "Nirvana" ha già attratto l'interesse di parecchi distributori stranieri. Il film uscirà a Natale assieme a quelli di Carlo Verdone ("Sono pazzo di Iris Love"), Leonardo Pieraccioni ("Il ciclone") e Neri Parenti ("Il ritorno di Fantozzi")». Per la prossima mostra di Venezia la «Cecchi Gori Group» punta su «Vesna va veloce» di Carlo Mazzacurati. Non saranno ancora pronte, invece, le opere di Faenza, Amelio, Simona Izzo, di Tornatore e di Francesca Archibugi che, malgrado le polemiche con il suo ex produttore, ha completato il cast de «Il vento» con i contratti sottoscritti da Sergio Castellitto, Stefania Sandrelli, Philippe Noiret, Valeria Bruni Tedeschi. [e. b.l Vittorio Cecchi Gorl: tra i suoi titoli «Il ciclone» di Pieraccioni e «Nirvana» di Salvatores

Luoghi citati: Faenza, Italia, Milano, Roma, Venezia