IL CASO. Mostra «riparatoria» per il grande Mackintosh

IL CASO. Mostra «riparatoria» per il grande Mackintosh IL CASO. Mostra «riparatoria» per il grande Mackintosh Glasgow, torna «Big Mac» il padre di tutti i designer I LONDRA L baffo incompreso di «Big Mac», ovvero Charles Rennie Mackintosh, oggi incornicerebbe un sorriso stupe¬ fatto: la sua Glasgow, che prima lo coccolò e poi lo mise in soffitta, lo celebra con la più grande mostra di tutti i tempi in suo onore. Del leggendario designer (per tutti, l'autore delle sedie con l'altissimo schienale fatto a «scala a pioli» riprodotte da Cassina) è ricreato qui per la prima volta l'arredamento della miliare Ladies Luncheon Room, concepito nel 1900 per la sala da tè di Ingram Street: aspettava di essere spacchettato e restaurato da vent'anni. La Charles Rennie Mackintosh Exhibition allestita dai Glasgow Museums, aperta da sabato scorso al 30 settembre, è l'unica occasione europea per vedere questa straordinaria antologia di mobili, acquerelli, schizzi e modelli di edifici che hanno fatto la storia dello Jugendstil internazionale. Gli americani l'hanno già prenotata a man bassa: le sue prossime tappe saranno New York, Chicago e Los Angeles. Ma questa è la sede naturale per vedere in tre dimensioni il resto dell'opera di Mackintosh disseminato per la città: la Hill House, la School of Art e i Daily Record Buildings (in cui la mostra organizza speciali visite guidate) confermano che «Big Mac» sta a Glasgow e alla Scozia come Gaudi sta a Barcellona e alla Catalogna. Molti dei 300 pezzi in mostra provengono da collezioni private e non erano mai stati esibiti. Comprendono anche un bel campione di opere dell'alter ego di Mackintosh, ovvero della sua collaboratrice e moglie Margaret Macdonald. Gli anni dell'apprendistato sono stupendamente illustrati: vi vediamo accostati esempi del più leggiadro design domestico, quale l'armadio bianco del 1898 con pannelli in piombo battuto, e acquerelli concettosi d'argomento simbolista, come L'albero dello sforzo personale e il sole deU'indifferenza. I critici che continuano a fare piroette retoriche attribuendo a Margaret l'elemento cdeinminile e spi- rituale» del lavoro dei Mackintosh e a Charles Rennie quello «mascolino e austero», adesso dovrebbero interrogarsi un po' meglio e parlare piuttosto di androginia generale della loro opera. La mostra ha il grande merito di dimostrare che è un capriccio o un pregiudizio fare del sessismo artistico su questa coppia straordinariamente dotata e affiatata. Anche se è intitolata a lui, la retrospettiva prende ad esempio le sale da tè di Aigyle Street (con la celebre sedia dal poggiatesta ovale) per suggerire che si tratta di uno stile genuinamente «ibrido». Gli anni d'oro corrispondono al periodo del Mackintosh di mezzo. Dell'audace Rose Boudoir che spopolò al salone internazionale di Torino nel 1902, oggi vediamo finalmente ricomposte le parti, tra cui il pannello di Margaret, The White Rose and the Red Rose, il massiccio scrittoio e le squisite sedie bianche di Charles con lo schienale in li¬ no dipinto. Dalle Willow Tea Rooms, ecco il sedile a mezzaluna con un albero stilizzato a scacchiera per schienale, talmente imponente da servire anche da schermo (è il pezzo più spettacolare del Mackintosh oggi ricreato da Cassina). Da una collezione privata riemerge anche un drammatico scrittoio in quercia ebanizzata inteso per la Hill House, con un grosso inserto centrale in madreperla. Il cavallo di battaglia della mostra, la sala da pranzo delle Ingram Tea Rooms, è un trionfo di bianco minimalismo sovrastato da un enorme pannello in gesso con sei figure femminili suggerite dal solito viluppo di curve fluide e slanciate. Più in basso, il fregio metallico di Margaret, La rugiada, definisce lo spazio dei tavoli. Il tardo «Big Mac» è anch'esso ben rappresentato. Mentre la sua città lo snobbava per l'acciaio del classicismo americano, lui restava fedele alle linee dello Jugendstil. Rispuntano oggi dall'oblio molti acquerelli dei tristi Anni Venti, presaghi della fine: ora esplosioni floreali, ora paesaggi del Sud della Francia dove i Mackintosh vivevano in esilio volontario. La Glasgow di questa fine secolo, capoluogo rinascente delle arti visive d'avanguardia, oggi fa ammenda. Maria Chiara Bonazzi La sua città dopo averlo «tradito» ora lo celebra con un evento mondiale h » r lilll! Qui accanto, la famosa sedia di Mackintosh; più a sinistra, alcuni suoi oggetti. Sopra, Mackintosh e, nella foto piccola, Ettore Sottsass fi jiliiin W— MH «MB intt «ddtdfzcmpsscnfsscchgntMb Qui accanto, la famosa sedia di Mackintosh; più a sinistra, alcuni suoi oggetti. Sopra, Mackintosh e, nella foto piccola, Ettore Sottsass