A Napoli
A Napoli A Napoli Coca-party Gioia Scola a giudizio NAPOLI. Dovrà comparire in aula con l'accusa di aver fornito cocaina a personaggi dello sport e dello spettacolo: un giro di droga che aveva come scenario non il buio dei vicoli delle periferie, ma le luci soffuse di discoteche e locali notturni a Roma e Napoli. Lei è Gioia Scola, al secolo Maria Tibiletti, 35 anni, attrice. Il gip di Napoli, Maria Aschettino, titolare dell'inchiesta sui coca-party che ha coinvolto nomi noti alle platee calcistiche e televisive, ha deciso ieri il suo rinvio a giudizio. Alla sbarra il 18 settembre prossimo - data della prima udienza del processo - Gioia Scola siederà accanto all'imitatore Maurizio Mattioli, il popolare Clinton del Bagaglino. Escono invece di scena altri personaggi celebri: l'attore romano Claudio Amendola, figlio di Ferruccio (la «voce» di De Niro, Stallone e Al Pacino), Bruno Giordano, il goleador che ha vestito le casacche della Lazio e del Napoli. Il giudice ha stabilito che non ci sono elementi a loro carico per sostenere l'accusa di cessione di sostanze stupefacenti. Tutt'al più, secondo i magistrati, possono essere considerati dei consumatori di cocaina. Ancora da decidere la sorte dell'altro ex fantasista biancoceleste, Vincenzo D'Amico, la cui posizione è stata stralciata per un difetto di notifica. Il nome di Gioia Scola compare sull'intestazione del fascicolo giudiziario, ma nell'inchiesta figurano anche altri personaggi definiti «centrali» dell'organizzazione. Come i fratelli Vincenzo, Francesco e Daniela Buondonno ritenuti tra i promotori della organizzazione che importava cocaina dal Sud America (Vincenzo ha gestito numerosi locali notturni, tra cui il napoletano Chacassa frequentato in passato da Diego Maradona). E come i boss del clan di Forcella Luigi e Carmine Giuliano, e Rosario Viglione, che avrebbe fatto da tramite tra fornitori ed ex giocatori del Napoli. Tutti rinviati a giudizio per accuse che vanno dall'associazione per delinquere allo spaccio e cessione di sostanze stupefacenti. Tra gli imputati che dovranno essere giudicati dal tribunale vi sono inoltre Maria Romunno, indicata come una organizzatrice di festini a base di sesso e droga nelle ville dei vip ad Ostia, e Gino Vannini. Sarebbe stato quest'ultimo, dipendente dell'aeroporto di Fiumicino, a cedere a Bruno Giordano in un ristorante napoletano alcuni grammi di coca. E sempre lui avrebbe fornito la droga a Vincenzo D'Amico, in occasione di una partita di calcetto nelle vicinanze di Roma. L'inchiesta è stata avviata in seguito alle rivelazioni del trafficante pentito Mario Fienga. Il collaboratore di giustizia aveva chiamato in causa, tra gli altri, anche il cantautore Franco Califano, il quale però è stato scagionato da ogni accusa nel corso delle indagini. Gioia Scola, che durante l'inchiesta è stata arrestata due volte, ha negato con decisione gli addebiti. Enzo La Penna Le Soluzioni dei Giochi sono rinviale per assoluta mancanza di spazio. Ce ne scusiamo con i lettori Gioia Scola Gioia Scola
Luoghi citati: Lazio, Napoli, Ostia, Roma, Sud America
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