Terrore dei computer a 17 anni

Terrore dei computer a 17 anni E' uno studente di Siracusa Fautore delle scorrerie nei sistemi di Bankitalia e di altri enti Terrore dei computer a 17 anni «Falange, ecco chi firmò le minacce» beffa via video APOTENZA VRA' di che restare intimidita la Commissione di maturità del liceo scientifico di Siracusa quando, fra meno di un mese, si troverà ad esaminare A. S., 18 anni appena compiuti, alto, biondo, ma soprattutto appassionato di computer e con un riconoscimento ufficiale, anche se in negativo, della procura della Repubblica di Matera: il fantomatico terrorista telematico che ha tenuto testa per otto mesi alle forze dell'ordine di mezza Italia è lui, uno studente liceale, minorenne all'epoca dei fatti, su cui ora pende un procedimento penale del tribunale dei minorenni di Potenza. Tanto allarme nei Palazzi che contano si giustificava per la firma e i contenuti di messaggi, per i destinatari raggiunti e anche per la sede del mittente. La notte tra il 29 e il 30 settembre dell'anno scorso, alcuni proclami rivoluzionari hanno varcato le difese delle reti telematiche della Banca d'Italia, dell'Istituto di Fisica Nucleare e di altri sistemi pubblici e privati. Slogans, più che messaggi, che richiamavano il periodo del terrorismo: «Il movimento è vivo, siamo tornati, ma in modo nuovo», diceva uno. «E' iniziata una nuova rivoluzione, abbiamo le reti, abbiamo l'informazione», minacciava un altro. Infine, il messaggio politico che rivendicava la continuità con il recento passato: «Ci siamo e ci saremo sempre, non dimenticheremo». E in calce a tante minacce, la firma che doveva rendere ancora più credibili le intimidazioni: Falange Armata. Ad aggiungere altre preoccupazioni era la sede di partenza dei messaggi: il Centro di geodesia spaziale di Matera, creato per studiare gli spostamenti della crosta terrestre, che dipende dall'Agenzia spaziale italiana. Dopo otto mesi di indagini, i carabinieri del reparto operativo de^a compagnia-di Matera hanno appurato che era tutto falso: le minacce, la firma e anche la sede del mittente. L'hacker che aveva fatto tanta paura è un ragazzo, non molto diverso dal personaggio del film «War Games». Il suo è stato uno scherzo, di cattivo gusto, che però ha rivelato da un lato la fragilità dei sistemi di difesa telematici, anche di enti al di sopra di ogni sospetto, e dall'altro la genialità di un ragazzo, gran navigatore in Internet. Al danno e allo scompiglio causati si aggiunge la beffa: il ragazzo, infatti, ha fatto tutto con il suo computer «Amiga» e con un modem e per di più anche gratis, come si conviene a uno studente. I carabinieri hanno accertato che il giovane era in possesso di indirizzi Internet di ogni tipo, di elenchi di N.u.a., (I numeri della Rete Dati italiana) e numeri verdi che gli servivano per utilizzare le linee telefoniche per le connessioni telematiche. In casa hanno trovato codici di accesso e tutta l'attrezzatura per connessioni che avvenivano tramite due cellulari, per non essere rintracciato. Insomma: uno studente per niente sprovveduto. Gli inquirenti hanno appurato che, malgrado la giovane età, il geniale liceale di Siracusa si cimenta con il computer da otto anni, che è molto noto nell'ambiente delle B.b.s. (le Banche dati telematiche pubbliche) e che ha una sua sigla (I.c.e m.c.) con la quale ha scorrazzato per anni in sistemi che sembravano inaccessibili, come quelli del Centro Interuniversitario Nordest Calcolo Applicato di Casalecchio, in provincia di Bologna, o il Centro di Supercalcolo del Piemonte, oltre alle Università di Bari, Siena e il Politecnico di Torino. La famosa notte di settembre, lo studente-pirata entrò nel sistema di geodesia spaziale di Matera grazie ad un'utenza della quale era titolare un docente universitario di Bologna, e il messaggio terroristico venne fatto passare per sistemi esteri, tra cui uno situato in California, poi fu mandato ai destinatari a comin¬ ciare dalla Banca d'Italia. Ed infine cancellò le tracce del suo passaggio per Matera. Imsomma, per questo ragazzo, il computer pare non abbia segreti, né confini. Eppure un errore l'ha compiuto - hanno riconosciuto gli investigatori - senza il quale l'indagine probabilmente si sarebbe arenata. Un errore commesso per troppa sicurezza: dopo la famosa notte di settembre, il pirata ha attaccato altri sistemi meno protetti, ma ha lasciato una traccia che lo ha tradito, ammesso che si sia trattato di tradimento e non del bisogno - ma questo potrà spiegarlo soltanto uno psicologo - di esporsi per potersi far riconoscere. In base ad una legge del 1993 contro la pirateria telematica, per ora, il geniale studente rischia fino a dieci anni di reclusione. Edmondo Soave INCURSORI FAMOSI Era nella lista degli uomini più ricercati d'America. Kevin Mitnick, detto «il Condor», 32 anni, è stato arrestato nel febbraio del '95. Dal 1982 era entrato nelle reti informatiche delle più grandi aziende e dell'Fbi. Nello stesso periodo in Italia viene scoperto C.R., 28 anni, studente assunto dall'Università dell'Aquila subito dopo la laurea. La sua colpa (o merito) è di essere riuscito ad arrivare tramite Internet e i computer dell'Università, fino alla cartella clinica di Clinton. I J SIRACUSA E LA CITTA DEL PIRATA INFORMATICO. .DAL SUO PC'.AMIGA. SONO PARTITE LE INCURSIONI IN RETE FIRMATE NEL SETTEMBRE DEI '95 .FALANGE ARMATA. Una scena del film «War Games», ispirato ai pirati informatici

Persone citate: Games, Kevin Mitnick