«I Savoia? Abbiamo cose più importanti cui pensare» di Raffaello Masci

«I Savoia? Abbiamo cose più importanti cui pensare» Dura replica al capo dello Stato sulla modifica all'articolo della Costituzione che esiliava la famiglia reale «I Savoia? Abbiamo cose più importanti cui pensare» Il segretario delpri: Vittorio Emanuele vuol diventare una bandiera INTERVISTA IL NO DI LA MALFA IROMA Savoia sono banditi dall'Italia e non c'è nessun motivo per togliere questo bando che si sono ampiamente meritato». Punto. Anzi, punto esclamativo. Così sentenzia «La voce repubblicana» raggelando il coro sentimental-umanitario che aveva accolto il riferimento del Capo dello Stato alla XIII disposizione transitoria della Costituzione che appunto - ha esiliato i principi dell'ex casa reale. Plaude il senatore a vita Leo Valiani e anche il leghista Francesco Speroni. I monarchici invece hanno accolto le parole di Scalfaro come una manna e Boschiero (segretario della federazione) ha parlato dell'«alto senso dello Stato» dimostrato dal governo di sinistra, mentre Alfredo Covelli, leader storico, ha rincarato le richieste: «Non ci può essere pacificazione senza il rientro anche delle salme dei Savoia». Valiani non è convinto che il ritorno dell'ex casa reale sia una scelta pacificatrice: «Temo che possa essere invece fonte di agitazioni per la restaurazione monarchica». «Siamo di fronte a Bossi che dice "separiamoci dall'Italia" e nessuno fa niente - commenta Sgarbi - e Valiani invece ha paura dei monarchici? Pensi piuttosto a Pivetti e Speroni». E proprio il citato Francesco Speroni si è ag- giunto alla schiera antisabauda, ma facendo un po' di confusione: «In base alla XTV disposizione transitoria (è la Xin - ndr), i Savoia devono smetterla di dare titoli (Vittorio Emanuele non può dare titoli e quindi non ne ha mai dati - ndr). E poi i componenti di casa Savoia sono anche i peggiori patrioti esistiti (hanno fatto tutte le battaglie del Risorgimento ndr) che per le loro mire espansionistiche si sono alleati con potenze straniere giungendo a con¬ quiste coloniali e diventando imperatori (nel '36 l'Italia conquistò le colonie senza alleanze, anzi, ruppe con la Società delle nazioni - ndr)». Il maggior oppositore al rientro dei Savoia resta il segretario del pri, Giorgio La Malfa. Non le sembra una ostinazione eccessiva, on. La Malfa? «Io credo che ci siano cose più importanti di cui occuparsi». Ma con questa storia del «ci sono cose più importanti», potrebbero passare altri 50 anni. «E allora? Che passino pure. Non vedo dov'è il problema». E' vero che i Savoia hanno avallato il fascismo e le leggi razziali, ma hanno anche fatto l'Italia. «Io non discuto i meriti storici della dinastia, ma questi meriti sono stati bruciati, per sempre, da due date: il 28 ottobre del '22 e l'8 settembre dei 43. Nel '22 i Savoia hanno dato l'incarico di formare il governo a uno che ha marciato su Roma, e nel '43, quando il Paese era allo sbando sono scappati». Ma di questo che colpa ne ha Emanuele Filiberto che ha 24 anni? «Non stiamo parlando di questioni personali, ma dell'ipotesi che per venire incontro alle aspirazioni di qualcuno dovremmo cambiare la Costituzione». Esiste comunque una questione umanitaria, alcune persone sono in esilio, o no? «Tra le questioni umanitarie più scottanti, le devo dire che avverto il dramma di un ragazzo della stessa età del giovane Savoia, che abiti in Calabria e sia disoccupato». Allora mettiamola così: la Costituzione dovrà essere riscritta, chi si dovrà occupare di questo che deve fare della xm disposizione? Saltarla? «Non è in discussione la riscrittura della Costituzione, ma solo la possibilità di modificarne una parte. Nell'ambito di questa riforma non vedo perche ai dovrebbe affrontare la XHI disposizione transitoria». Ma lei ha paura dei Savoia? «Proprio no. Però leggo sui giornali le dichiarazioni di Vittorio Emanuele: parla di arrivare a Napoli con grande visibilità, e poi di girare l'Italia tutta. Capisce? Non è un emigrato che torna al suo Paese, ma vuole diventare una bandiera. E al caos di chi predica la secessione vorrei evitare che si aggiungesse quello di chi vuol cambiare le istituzioni. Tutto qui». Raffaello Masci * £>■ ; .. Ah A sinistra, il prìncipe Vittorio Emanuele. Accanto, il segretario del pri Giorgio La Malfa

Luoghi citati: Calabria, Italia, Napoli, Roma, Savoia