Via al rigore di S. 1.

Via al rigore Via al rigore Forse blocco delle assunzioni ROMA. Emerge la prima grana sulla manovra Prodi. Pare ci sia il blocco rigido alle assunzioni nel pubblico impiego, e magari «strutturale», per tre anni, tra le misure che sta preparando Carlo Azeglio Ciampi per la manovra economica di metà mese. Sembrerebbe una ricetta elementare per risparmiare: senza togliere nulla a nessuno, si ferma uno dei meccanismi che più hanno contribuito negli anni a gonfiare la spesa. Eppure ieri, nel momento in cui la voce ha cominciato a circolare, sono immediatamente scattate le proteste. E' la Cgil a pronunciare il primo no; dalla Cisl vengono voci discordanti. Seguiranno a ruota le Regioni e i Comuni, che sarebbero i più colpiti dalla modifica delle attuali norme: diranno che la loro autonomia è lesa. All'interno dello stesso governo Prodi c'è Franco Bassanini, che pochi giorni prima di giurare come ministro della Funzione pubblica si era detto contrario. Anche settori della maggioranza parlamentare recalcitrano; la sinistra è divisa. I risparmi sarebbero crescenti nel tempo, parecchie centinaia di miliardi fino a fine '96, forse un paio di migliaia nel '97 e così via. In termini generali lo scopo del governo è bloccare la spesa pubblica corrente (cioè quella che mantiene in vita lo Stato, e contrapposta ai nuovi investimenti) senza ridurre i servizi al cittadino. La principale voce della spesa corrente sono gli stipendi; quelli degli impiegati in servizio cresceranno nel '96 del 3,7% circa, un po' più del tasso di inflazione programmato che probabilmente resterà al 3%. L'unico rimedio è non assumere nuovi impiegati, evitando di rimpiazzare quelli che vanno in pensione. E' il cosiddetto «blocco del turnover», sulla carta in vigore da anni ma pieno di deroghe. Nonostante le deroghe, nell'amministrazione centrale dello Stato il '95 ha finalmente portato a una leggera riduzione degli organici. Ma continuano le assunzioni negli enti locali, salvo quelli con i bilanci dissestati. Già il governo Dini aveva pensato di inasprire il blocco con la «manovrina» del 15 maggio che poi ha deciso di non fare. Arrivato al Tesoro, Ciampi ha rimesso la questione allo studio; anche su consiglio del professor Sabino Cassese, che fu ministro della Funzione pubblica nel governo da lui diretto. Annuncia le ostilità il segretario generale della Cgilfunzione pubblica, Paolo Nerozzi: «Il blocco prospettato non terrebbe conto delle esigenze di autonomia degli enti locali. Alcuni si vedrebbero negata la possibilità di assumere personale necessario per il funzionamento dei servizi». E la Cisl, che per bocca del segretario generale Sergio D'Antoni aveva espresso disponibilità? «Non c'è un no pregiudiziale - dice il segretario confederale Roberto Tittarelli -, ma sarebbe eccessivo estenderlo a tutti i settori senza deroghe e per tre anni». Nel disegno del Tesoro, al blocco rigido dovrebbe seguire una revisione delle attuali norme sulla mobilità, che hanno funzionato poco, con lentezza, con troppe compartimentazioni tra settore e settore del pubblico impiego. Così le effettive esigenze di aumento di personale potrebbero essere coperte con gli «esuberi» da altri settori. La materia sarebbe trattata nella legge delega per la riforma dell'amministrazione che Ciampi vorrebbe presentare a luglio, insieme ad altre leggi delega con le parti più complesse della manovra economica per il 1997. [s. 1.]

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Dini, Franco Bassanini, Paolo Nerozzi, Prodi, Sabino Cassese, Sergio D'antoni

Luoghi citati: Roma