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3 Il ministro alla Banca europea degli investimenti: se i tassi scenderanno, saremo sulla buona strada «Manovra subito da 15-20 mila miliardi» Ciampi: «Avanti con il risanamento dei conti pubblici Altrimenti vanificheremo tutti i sacrifici dei cittadini» LUSSEMBURGO DAL NOSTRO INVIATO I cittadini italiani in questi anni, a partire dal 1992, stanno operando duramente per risanare la finanza pubblica, per porre sotto controllo l'inflazione, il disavanzo, il debito pubblico. L'entità di questo sforzo è testimoniata dall'avanzo primario dello Stato italiano, che non ha precedenti nella storia recente e che è la conseguenza del disordine e della cattiva gestione del bilancio pubblico nel passato. L'impegno deve continuare e continuerà. A poco varrebbe quello che già la nostra gente ha pagato se ci feimassimo a pochi metri dal traguardo». Ecco, con questo impegno solenne Carlo Azeglio Ciampi ha voluto marcare il suo rientro sulla scena europea nelle vesti di ministro del Tesoro. E l'ha fatto in una sede istituzionale importante: la Banca europea degli investimenti, i cui governatori si sono riuniti ieri mattina, subito prima che il Consiglio dei ministri economici e finanziari dell'Unione europea iniziasse a preparare il vertice di Firenze, dove a fine giugno si troveranno i leader dei Quindici. L'Italia, questo è il messaggio, fa sul serio, e per dimostrarlo il governo presenterà già prima di Firenze un nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), con obiettivi più ambiziosi rispetto al passato, quanto a diminuzione di deficit e inflazione. E con una prospettiva di interventi «spalmati» su tre tappe: 1) «prima dell'ultima decade di giugno» il decreto sulla «manovrina», che oscillerà tra i 15 ed i 20 mila miliardi, concentrandosi soprattutto sui tagli di spesa; 2) a luglio il governo spera di far approvare il collegato per la finanziaria '97, ottenendo le deleghe su riforma deU'amministrazione e lotta agli sprechi, il che equivale ad anticipare una parte importante della manovra; 3) a settembre la finanziaria '97, che sarà tanto più «leggera», quanto le prime due tappe saranno state efficaci. E' un impegno importante, quello preso da Ciampi, soprattutto perché secondo le ultime indiscrezioni, i maggiori istituti di ricerca prevedono che l'economia dello Stivale crescerà quest'anno assai meno del previsto: tra lo 0,8 e l'l,3% del Pil. Poco, pochissimo rispetto al 2,4% del Dpef di DM. E tuttavia Ciampi ha mostrato estrema determinazione, anche quando, parlando dei sussidi comunitari alle aree depresse, ha detto che «le amministrazioni inefficienti, che chiedono finanziamenti senza avere la capacità di realizzare i progetti e portarli a termine, saranno disincentivate attraverso un opportuno meccanismo di riprogrammazione». E per essere più chiaro ha aggiunto: «Qando i ministri della spesa mi chiederanno soldi, io chiederò se hanno ancora a disposizione fondi europei. E se li hanno, negherò i finanziamenti». L'obiettivo è la moneta unica europea, e con questo traguardo a mente Ciampi punta tutto sugli «effetti benefici» che il nuovo piano in tre tappe avrà sul bilancio dello Stato, grazie alla riduzione dei tassi d'interesse ed al calo dell'inflazione. Questo significa che, se tutto andrà bene, il peso del debito pubblico sarà ridotto, gli investitori riacquisteranno fiducia, la lira acquisterà stabilità, ed i consumi interni ripartiranno. «L'Italia è l'unico Paese dell'Unione europea ad avere un avanzo primario lordo del 4%, e se siamo lontani dagli obiettivi di Maastricht è solo perché il peso degli interessi sul debito è pari al 9% del debito stesso. Se riusciamo a far scendere i tassi, la maggior parte dei nostri problemi è risolta». Certo ci saranno dei costi da pagare, ma sono costi immediati, che non si riproducono». Ciampi non ha neanche escluso di bruciare le tappe verso la moneta unica europea, in modo da arrivare all'appuntamento, forse, chissà, già alla metà del '98, assieme ai Paesi più virtuosi. Il piano del governo deve però tenere conto di una congiuntura assai poco favorevole, che spiega anche perché Ciampi abbia voluto bloccare la «manovrina» preparata da Dira, assumendosi interamente la responsabilità di un aggiustamento molto più «pesante». Secondo fonti del Tesoro, gli interventi in tre tappe non dovrebbero deprimere la crescita. E se questo sarà vero, l'economia potrebbe arrivare nel '96 ad una crescita dell'1,2%, vicino dunque al tetto massimo previsto dagli istituti di ricerca. Sull'orizzonte radioso dipinto da Ciampi c'è però una nuvola. Si chiama Rifondazione. Fabio Squillante «Saranno scoraggiate le amministrazioni che faranno richiesta di finanziamenti senza avere la capacità di realizzare i progetti e di portarli a termine» scerà quest'anno assai meno del previsto: tra lo 0,8 e l'l,3% del Pil. Poco, pochissimo rispetto al 2,4% del Dpef di DM. E tuttavia Ciampi ha mostrato estrema determinazione, anche quando, parlando dei sussidi comunitari alle aree depresse, ha detto che «le amministrazioni inefficienti, che chiedono finanziamenti senza avere la capacità di Costantino Berlenghi comandante generale della Guardia di Finanza ad una crescita dell'1,2%, vicino dunque al tetto massimo previsto dagli istituti di ricerca. Sull'orizzonte radioso dipinto da Ciampi c'è però una nuvola. Si chiama Rifondazione. Fabio Squillante ggle amministrazioni che faranno richiesta di finanziamenti senza avere la capacità di realizzare i progetti e di portarli a termine» Qui sodelle FVincengnalazspessobilancGenavrdenfini:' vepo cheme si ta la Costantino Berlenghi comandante generale della Guardia di Finanza Qui sopra: il ministro delle Finanze Vincenzo Visco Carlo Azeglio Ciampi ministro del Tesoro e del Bilancio

Luoghi citati: Firenze, Italia, Lussemburgo