Un santo per la chiesa cinese di M. Tos.

E' la prima volta E' la prima volta Un santo per la chiesa cinese CITTA' DEL VATICANO. Papa Wojtyla fa santo un martire, il primo santo «cinese», anche se nato in Francia, ma ne promette altri 229: tanti sono infatti i martiri di Cina già beatificati in questo secolo, tutti uccisi fino al 1930. E non è finita lì, perché alla Congregazione per le cause dei santi sono già aperti, o stanno per aprirsi, molti altri fascicoli, che portano il nome delle vittime delle persecuzioni successive. Ma le relazioni con Pechino sono sempre e ancora un problema; alla Cina comunista non va giù che la Santa Sede abbia ancora rapporti diplomatici, sia pure a un livello, da parte del Vaticano, bassissimo, con Taiwan. E lo fa pesare. Ma la Chiosa ha, come sua regola, violata in questo secolo una volta sola, di non troncare per prima le relazioni diplomatiche con nessuno Stato o governo, e vi tiene fede con coerenza. Qumdi ieri c'erano canti, preghiere e fedeli cinesi in piazza San Pietro e anche due vescovi cinesi sull'altare papale, ma provenienti da Taipeh e da Macao. Giovanni Paolo II ha espresso la speranza di poter proclamare i nuovi santi cinesi, nel corso della canonizzazione di Jean-Gabriel Perboyre, francese di nascita, missionario in Cina, dove era andato nel 1835 e aveva preso il nome di Tong Weng Siao e dove fu torturato e ucciso nel 1840. Con lui ieri sono stati elevati agli onori degli altari anche l'italiano Egidio Maria di San Giuseppe e lo spagnolo Juan Grande Roman. «Alla memoria di Jean Gabriel Perboyre che noi celebriamo oggi ha detto Giovanni Paolo II - vogliamo unire il ricordo di tutti coloro che hanno testimoniato il nome di Gesù Cristo in terra di Cina, nel corso dei secoli passati. Penso in particolare ai beati martiri, la canonizzazione comune dei quali, auspicata da numerosi fedeli, potrebbe un giorno essere segno di speranza per la chiesa presente in quel popolo, al quale io resto molto vicino con il cuore e con la preghiera». Appare difficile prevedere il giorno in cui sarà palese il «segno di speranza» per la chiesa cattolica in Cina del quale ha parlato ieri il Papa. Un numero imprecisato di cattolici in Cina (si dice fino a dieci milioni), osteggiati e a momenti perseguitati, dividono la loro fedeltà fra una chiesa clandestina, «in linea» con Roma, e una «associazione patriottica» filogovernativa. Negli ultimi tempi, un segno di speranza era stata la possibilità data (per la prima volta) a un gruppo di fedeli «patriottici» di partecipare alla giornata della gioventù di Manila, nel 1995, che vide preti e vescovi di quella chiesa concelebrare col Papa. Ma già pochi giorni dopo, sono tornate ad arrivare notizie di arresti di vescovi, preti e fedeli. Il primo santo della chiesa cinese è nato a Puech (Cahors) il 6 gennaio 1802. Jean-Gabriel Perboyre entrò in seminario a 15 anni, aderì alla congregazione di San Vincenzo de Paoli e fu ordinato sacerdote nel 1826. Chiese di andare in Cina dopo la morte del fratello Luigi, anch'egli missionario, morto nel 1830 durante il viaggio verso il Celeste Impero. [m. tos.]

Persone citate: Egidio Maria, Giovanni Paolo Ii, Jean Gabriel Perboyre, Papa Wojtyla, Tong Weng Siao