«Avevo troppa paura e allora ho accelerato»

«Avevo troppa paura e allora ho accelerato» «Avevo troppa paura e allora ho accelerato» 1 IL RACCONTO DEL RAGAZZO OUANDO ho visto i carabinieri stavo quasi per fermarmi. Poi ho avuto paura. Non avevo la patente, temevo le conseguenze, e a un certo momento non ho visto più nulla. Ho frenato di scatto e sono fuggito. Non pensavo che ci avessero sparato. Volevo fermarmi, ma la paura è cresciuta ancor di più quando ho sentito quei botti». Parla Michele, fratello di Luigina. Lo hanno interrogato per un'ora e mezzo, è stanco, sotto choc, sconvolto per la morte della sorella. Racconta: «"Mettetevi giù, mettetevi giù", ho gridato a Luigina e a Franco. Pensavo di vivere un incubo quando sentivo i colpi. Io fuggivo ma l'Alfetta ce l'avevo attaccata dietro, fino a quando non ci hanno bucato una gomma e l'auto si è fermata. Franco è scappato per timore che i carabinieri potessero sparare ancora, ma io sono sceso subito. Non mi ero accorto che Luigina era stata ferita. Quando è scesa, mi ha guardato fisso e poi mi è caduta sulle ginocchia. Solo allora, quando erano arrivati anche i carabinieri, ho visto che perdeva sangue dalla schiena. La corsa in ospedale poi è stata inutile. Non dovevano sparare, non dovevano sparare». Più tardi, in un'intervista al tg del Molise, ha aggiunto di aver subito «maltrattamenti», accusando i carabinieri di «scorretto comportamento». A suo parere, la pattuglia era in attesa della macchina all'ingresso della città di Larino, perchè avvertita da una telefonata anonima. Luigina, come il fratello Michele e l'amico Franco, frequentava l'Istituto per geometri «Leonardo da Vinci» di Larino. Era iscritta al secondo anno e per gli insegnanti «era una delle allieve più brave della scuola». «Non dovevano sparare, non dovevano sparare», ripe¬ tono alcuni parenti della ragazza. «E' vero che Michele non aveva la patente ed è fuggito, ma lo conoscono tutti, non è un delinquente. Non si può sparare così addosso a tre giovani, questo è Far West». Michele, dopo l'interrogatorio, è arrabbiato e disperato. Ce l'ha con chi ha sparato, e per quella bravata «fatta quando non capisci più nulla». Secondo il generale Antonio Rimicci, comandante della Regione Carabinieri Abruzzo e Molise, i carabinieri hanno agito secondo le regole: «Non c'è dubbio che i militari, stando almeno alle notizie in mio possesso, abbiano operato correttamente. Purtroppo è successo l'imprevedibile. Si è trattato di una maledetta fatalità. Nessuno poteva immaginare che sotto il sedile fosse accucciato qualcuno e tantomeno i carabinieri potevano sapere che quelli che stavano inseguendo erano solo tre giovani impauriti. Di certo, se la ragazza fosse stata in vista, ora non saremmo qui a parlare di questa tragedia. 1 carabinieri non sparano di certo per uccidere e quando l'auto non s'è fermata all'alt sono suc¬ cesse una serie di cose particolari che hanno insospettito i militari. La 127, secondo quanto già riferito dagli operatori al magistrato, avrebbe impedito all'Affetta di sorpassare, zigzagando. Solo allora sono partiti i primi colpi esplosi in aria in segno di avvertimento. «Il militare che ha sparato - prosegue il comandante dei carabinieri - è sotto choc. E' un ragazzo e seppur avvezzo a stare in mezzo alla strada e a vedere cadaveri, si sente responsabile moralmente. Ora tutto è in mano al magistrato, che sta verificando la vicenda nei minimi particolari». Dice, il generale Rimicci, che ai posti di blocco bisogna fermarsi sempre, anche quando imo sa di non essere in regola. «Si ùnmagmi cosa significa un ragazzo senza patente, a fronte di ciò che è successo. Bisogna fermarsi all'alt delle forze dell'ordine, specialmente di notte. Con gli operatori si può dialogare tranquillamente. Qualche volta, senza venire meno alla legge, c'è anche comprensione, se l'infrazione commessa non è grave. Comunque, lo ripeto, è stata solo una maledetta fatalità», [r. e.) «La pattuglia ci aspettava all'ingresso di Larino perché avvertita da una telefonata anonima». L'Arma: è stata una maledetta fatalità Luigina Colantonio E' stata uccisa per errore a un posto di blocco (sopra)

Persone citate: Antonio Rimicci, Colantonio, Leonardo Da Vinci, Rimicci

Luoghi citati: Abruzzo, Larino, Molise