Si parte col Padania Express di Maurizio Tropeano
Si parte col Padania Express Si parte col Padania Express Viaggio a Pontida con sei treni speciali SUL BINARIO PONTIDA DAL NOSTRO INVIATO La piccola stazione di Pontida binario unico, stanza d'aspetto piccolissima, nessun personale di servizio a terra e con la biglietteria affidata ai gestori di mi bar sulla statale - non ha mai visto tanto affollamento: sei treni speciali di quelle che sono state ribattezzate le «Ferrovie della Padania». Quasi cinquemila persone. La maggioranza sbarcata alle 11 e un quarto. Provenienza: Varese. Sul convoglio 1500 leghisti guidati da un capotreno d'eccezione: l'ex parlamentare Giuseppe Leoni, presidente della Consulta Cattolica del Carroccio. Mischiati tra la folla anche l'ex presidente della Camera, Irene Pivetti in camicia verde, il simbolo del Comitato di liberazione della Padania, e l'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, fazzoletto verde su giacca blu. Scendono di corsa insieme ai militanti vo- danti e festanti. Hanno tutti questi foulard verdi: «Sono un regalo del nostro capotreno», gridano. E così Leoni spiega: «E' in ricordo delle "fiamme verdi", gruppi di partigiani cattolici e liberali che combatterono nel Nord Italia durante la Liberazione. L'ho fatto, in particolare, ricordando il loro motto: "Ribelli per amore"». I nuovi «ribelli» sono organizzatissimi e così pieni di materiale di propaganda e di sussistenza da non riuscire a scaricarlo tutto. E poi bisogna accelerare i tempi: devono arrivare altri quattro convogli speciali: uno dalla Liguria, uno ancora dalla Lombardia e altri due dal Veneto. Sui convogli speciali la scenografia è comune: bandieroni e manifesti sulle locomotive, o penzolanti dai finestrini; adesivi e striscioni. E c'è anche un servizio di controllo. Ecco i 4 «controllori padani» muniti di tesserino giallo che obliterano i biglietti emessi dalla Lega Nord del Piemonte (costo 40 mila lire). Ecco i «bigliettai» di Varese con tesserino verde di riconoscimento. Comuni anche i sentimenti che animano il popolo che approda a Pontida. Qualcuno ha ribattezzato questi viaggi come «Padania Express». E se un regista dovesse mai girare un film non potrebbe far altro che dividerlo in più parti. Versione 1: scampagnata tra amici. Protagonista Gipo Farassino. Il segretario-cantautore viaggia con tanto di cesto di vimini ripieno di frittate alle verdure, salame, vino, piatti di plastica e coltelli. Prima colazione alle 8.40 del mattino inframmezzata da una riflessione: «La Secessione? La Lega registra uno stato d'animo del popolo. La Lega - spiega il Gipo - sta alla secessione come il sismografo sta al terremoto». Versione 2: raduno politico-religioso in attesa di un messaggio dai toni messianici. Della serie: «Bossi non ha mai sbagliato una mossa», parola di Mario Lucio Barrai de¬ putato cuneese. Oppure: «Le frasi di Prodi sulla Padania che non esiste sono una dichiarazione di guerra, aspettiamo la parola del Bossi». Firmato un gruppo di ragazze varesine in maglietta gialla. Versione 3: ultras da stadio. C'è il coro: «Abbiamo un sogno nel cuore, bruciamo il tricolore». C'è la grande ola che accompagna l'ingresso a Pontida dei ragazzi varesini. Ci sono le urla: «Padania, Padania» e «Terroni, Balengo», lanciate alla stazione di Torino Lingotto contro un gruppo di ragazzi che dal ((treno del mare» si era affacciato a gridare: «Italia, Italia». E sono comuni anche i discorsi dei viaggiatori-militanti. Il fisco. Roma-Ladrona. Il nemico Violante. Ma c'è anche chi trova il tempo per una revisione della storia d'Italia. «Il Risorgimento spiega Fulvio Ferrari di Tonco d'Asti - è stato voluto da 4 intellettuali. Maurizio Tropeano
Persone citate: Fulvio Ferrari, Gipo Farassino, Giuseppe Leoni, Irene Pivetti, Leoni, Mario Lucio, Prodi, Roberto Maroni, Terroni
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