Padania indipendente 80 mila sì

I leghisti giurano a Pontida sotto la regia di Umberto Bossi: «Uno per tutti, tutti per uno» I leghisti giurano a Pontida sotto la regia di Umberto Bossi: «Uno per tutti, tutti per uno» Padania indipendente, 80 mila sì Ma il senatur lascia uno spiraglio: si può negoziare PONTIDA DAL NOSTRO INVIATO «Vedete come cresce il bambino...». Dal palco di Pontida Umberto Bossi guarda i suoi, sudati, sotto il sole e 30 gradi di caldo da quattro ore, e li conta: «Ottantamila persone non sono qui per caso, eh?». Li conta e li maltratta come un vecchio guru: «Ascoltate. Ragionate. Io non vengo qui a fare comizi. Qui c'è il Dio della libertà e io vengo qui a pregare. Attenti amici a questi passaggi: sono fondamentali». Il bambino in un attimo diventa bambina. «Si chiama naziona Padania e crescerà forte, rigogliosa e libera. Perché non nasce dal caso, nasce dall'amore». Ultima preghiera: «Calma. Non andate via, che poi dovete giurare». E cinque minuti prima delle due, «giuro!». Bandiere, cori, svenimenti, emozione, una lacrima di Erminio Boso, l'improvvisa tachicardia di Giancarlo Pagliarini, la camicia verde di Irene Pivetti, il fazzoletto verde di Roberto Maroni. Giuro! E tutti i leghisti, ma proprio tutti, in un altro attimo dimenticano il federalismo. La bambina deve crescere, Padania dovrà essere nazione, l'hanno giurato no? «Padania, in piedi! -grida Bossi -. Uno per tutti e tutti per uno fino all'indipendenza. Lo giuro! Ripetete con me! Uno per tutti e tutti per uno!». Scena da Tre Moschettieri, da guasconi. Vista da qui c'è poco da ridere. Eppure, come dice Bossi quando arriva sul pratone, «è qui la festa»: altra frase da Jovanotti guascone che a Pontida diventa serissima e sacrale. Perché è il 2 giugno e a Roma ce n'è un altra di festa, sempre serissima e sacrale. «Però - detta Bossi- la festa è soltanto qui, la festa della libertà e del coraggio». Neppure vuol sapere cos'abbia detto Oscar Luigi Scalfaro alla festa di Roma. «Là, a Roma, c'è il raduno della paura e dei risentimenti. Del tradimento di chi è morto per la libertà; I morti si onorano con i fatti, non con le chiacchiere. A Roma le mummie piangono al chiuso • per uno Stato che hanno distrutto». Bossi dice 80 mila, i leghisti 100 mila, le tv 60 mila. In ogni caso mai, in 17 raduni di Pontida, il traffico padano era andato così nel pallone, con tanto di treni speciali fermati alla stazione di Bergamo e pullman dirottati dalla polizia stradale. E per tutti questi leghisti, con tutti questi leghisti, Bossi ha festeggiato il 2 giugno con una delle sue invenzioni di linguaggio: «Non ci commuovono le lacrime sparse a Roma. 2 giugno! 2 come 2 Repubbliche. Come 2 Parlamenti. Come 2 governi. Come 2 economie. Come 2 monete. 2 come 2 giugno!». E a questo punto altri svenimenti. L'ultimo raduno di Pontida era stato il 24 marzo. Nell'immaginario bossiano Padania è nata quel giorno. «Ora ha una testa a Venezia, sede del governo; un cuore a Mantova, sede del Parlamento; i nervi sono i nostri ministri. E presto, il 14 settembre, avremo la spina dorsale». Per quel giorno, dalla sorgente al delta del Po, e poi su fino a Venezia, Bossi vuole una catena umana di padani. ((Ancora un anno - spiegherà ai tavoli del ristorante "Adriano"- e saremo pronti, avremo anche il nostro assetto istituzionale». Bossi convinto, tranquillo, freddo. «Il governo di Prodi e della "Balena Rosa" vada per la sua strada, noi per la nostra». Il Parlamento, il governo, il Comitato di liberazione della Padania. I sindaci leghisti che presto avranno l'ordine: «No al collaborazionismo con Roma». La protesta fiscale sempre lì in agguato. Per mezz'ora Bossi magnetizza i suoi con una lezione di «globalizzazione dell'economia»: il Nord produceva e il Sud consumava, ma con questo Stato il Nord non riesce più a stare sui mercati e il Sud compra a Taiwan. «Capite perché parliamo di due economie e due monete? Non ci danno il referendum; la Padania chiederebbe la secessione!». Neppure una speranza per Prodi e il nuovo governo, nessun credito a chi solo adesso parla di federalismo. «Questo è un sistema blindato. Nell'articolo 5 della Costituzione c'è "in nuce" il federalismo, ma non lo hanno capito. Il fatto di non distribuire poteri non è certo democrazia». Flash: «I politici sono chiusi in un sommergibile: gridano, si azzuffano, ma nessuno più li sente». Per spiegare alla sua maniera il futuro di Roma e della Padania, altro flash: «Le scatole di sardine si aprono dall'esterno». Dunque alla larga dalle tentazioni. Far crescere ancora l'idea della Padania, avanti su quella strada, ieri giurata e stragiurata anche dai ministri del governo padano, «secondo i principi della democrazia liberale e per l'autodeterminazione della Nazione Padania». Avanti padani, dice Bossi, «e ricordatevi che l'avete giurato, vi siete impegnati per sempre!». Il Comitato di Liberazione della Padania, cioè Bossi e Maroni più altri nove, vigileranno. <(Ai traditori non verrà garantito neppure il diritto all'acqua e al sale». E auguri (?) alla festa di Roma: «Loro piangono al chiuso e al buio. Qui c'è il popolo, qui c'è il sole, qui c'è il Parlamento!». Ma all'inizio di questa nuova fuga in avanti, come sempre, Bossi una porta aperta alla spalle se la lascia. «E' in una parola sola, negoziazione: che si apra finalmente il contenzioso tra Nazione Padania e Nazione Latino-Meridionale!». E quella porta resta aperta, nelle tattiche bossiane, anche per farsi rincorrere: poi altra Pontida, o altra riunione del suo parlamento di Padania, e altra fuga in avanti. «Così, mentre ci inseguono, Padania cresce. E come tutti i bambini metterà su una bella spina dorsale». A settembre, lungo gli argini del Po, dal Monviso all'Adriatico, quando i padani si terranno per mano. Sul confine? Giovanni Cerniti «Vìa dalle commissioni parlamentari Il referendum? Non ce lo danno perché sanno che il Nord se ne va» o per tutti, tutti per uno» 80 mila sì può negoziare Irene Pivetti e Umberto Bossi A sinistra: il giuramento del «governo padano» e la folla leghista a Pontida