Kenzaburo Oe il samurai innamorato di Dante

Parla il Nobel premiato al Grinzane Internazionale Parla il Nobel premiato al Grinzane Internazionale Kenzaburo Oe, il samurai innamorato di Dante Yt\ GRINZANE CAVOUR 1/ ENZABURO Oe sorride in li una candida camicia senza Il colletto: il figlio del samu**Jrai, premio Nobel per la Letteratura nel 1994, ha ricevuto il Premio Internazionale Grinzane Cavour, riconoscimento a «una vita per la letteratura» e omaggio alla vittoria dell'arte sulle asprezze dell'esistenza. Tre anni fa aveva deciso di non scrivere più: «Mi sembrava di sprecare la vita. E dopo aver ricevuto il Nobel immaginavo che avrei potuto soltanto leggere. Adesso ricevo il Grinzane Cavour e credo che i critici giapponesi si arrabbieranno parecchio, perché Kenzaburo forse ricomincerà a scrivere». Perché ha cambiato idea?. Dice: «Arrivo a Grinzane e trovo fra i premiati del passato scrittori a me molto cari, come Gùnter Grass. Qui mi sembra di sentire la voce di questi amici che dicono: ricomincia, torna. Forse ricomincerà una nuova fase della mia vita». Anarchico in una nazione che ancora si inchina all'imperatore, anticonsumista nel cuore del supermercato planetario, Oe ha avuto trent'anni fa un figlio colpito da gravissimo handicap. E lui, in una cultura fondata sul senso di vergogna, gli ha dedicato il romanzo Un'esperienza personale, che ha avuto grande successo (l'ha appena tradotto Nicoletta Spadavecchia per Garzanti). Oe è nato nel 1935 in un villaggio dell'isola di Shikoku, da un'influente famiglia di samurai. Si è laureato in letteratura francese a Tokyo e da sempre è impegnato per i diritti dell'uomo e nel movimento antinucleare. Ha scritto molti saggi e una trentina fra romanzi e novelle (tra i quali II grido silenzioso edito da Garzanti). Ma la sua passione è Dante Alighieri: «Sono arrivato in Italia 37 anni fa, alla Stazione Termini. Ero senza soldi, avrei voluto vedere Padova, Milano, Venezia. Visitai solo Assisi (la basilica e gli affreschi di Giotto) e soprattutto Firenze, la casa di Dante Alighieri e il luogo in cui incontrò Beatrice». Il protagonista di un suo romanzo, non ancora tradotto in Italia, è come lui cultore del Poeta. «I primi dieci anni dopo la nascita di Hikari, mio figlio, sono stato all'Inferno - spiega -. Gli altri invece li ho trascorsi nel Purgatorio». Protagonista di Un'esperienza personale è un padre, sconvolto dalla nascita di un figlio con malformazione mentale. L'uomo, sperando che il bambino muoia, lascia la famiglia e si getta in avventure dissennate con un'ex compagna di scuola. Le disgrazie, scrive Shakespeare nella Tempesta, fanno conoscere all'uomo strani compagni di letto. Ma il bimbo miracolosamente sopravvive, e l'uomo, lacerato dal senso di colpa, assume alla fine le sue responsabilità. Il finale, dopo tante crudezze - anche erotiche -, lasciò perplesso anche il grande scrittore Mishima, ma bene rappresenta la virtù della pazienza, così poco praticata in Occidente. E comunque rende giustizia di un «happy end» già scritto una volta tanto nella vita. Hikari, che in giapponese significa luce, aveva un «tesoro nascosto»: oggi compone musiche bellissime, anche se non può sentire i suoni degli strumenti. «Il messaggio che voglio trasmettere - dice Kenzaburo Oe - è che qualsiasi bambino ha dentro di sé una dote, dei sogni, anche se apparentemente è ritardato o handicappato. Le capacità di mio figlio sono emerse 30 anni dopo la sua nascita». E pensare che qualcuno l'ha definito nichilista. Il racconto d'esordio, scritto nel 1957, narra di uno studente che trova impiego come killer di cani da portare in un laboratorio per esperimenti. Un altro, scritto lo stesso anno, è la sto- ria di uno studente che sistema cadaveri in grandi vasche piene di formalina, da dove verranno prelevati per esami di anatomia. In entrambi, i corpi esalano vapori velenosi, contagiando le persone. «Sono partito da posizioni esistenzialiste e una definizione di questo tipo è parzialmente giusta solo per chi legge le mie prime opere. Ma dopo che è nato mio figlio mi sono sforzato di modificare il mio atteggiamento, di essere più propositivo». «Oggi - aggiunge - nei giovani giapponesi c'è grande insicurezza. L'attentato della setta nella metropolitana ne è il simbolo. Per far conoscere la cultura giapponese, da quest'estate Oe terrà un corso a Princeton, nel quale parlerà della sua vocazione cÙ scrittore e dei dieci intellettuali che più rappresentano il suo Paese. Poi ritornerà con il figlio, nella sua vallata di Shikoku. Intanto, l'anno prossimo, andrà ad occupare il castello di Costigliele che il premio Grinzane Cavour sta restaurando. Il castello ospiterà grandi scrittori stranieri, che vi potranno soggiornare e lavorare. Kenzaburo Oe sarà il primo della serie. Dopo di lui forse arriverà Julien Green. Carlo Grande «Ricomincerò a scrivere lo farò qui in Piemonte al Castello diCostigliole» Società e 1 le ai Qui accanto, Kenzaburo Oe, ha ricevuto il premio «una vita per la letteratura» Qui accanto, Kenzaburo Oe, ha ricevuto il premio «una vita per la letteratura»