Caro Franco di Umberto EcoUmberto Eco

Un dialogo telematico, promosso dalla nuova rivista «Golem» Caro Franco C ARO Cardini, tu sei forse l'unico rappresentante «colto» della destra italiana (non nel senso di «dotato di informazione», ma di «capace di criticare anche te stesso») e quindi non menare il can per l'aia. Tu sai benissimo che cosa vuol dire essere davvero di destra, perché sei uno dei pochi che lo è realmente. Non cercare di nascondere la tua verità agli altri. Berlusconi non è di destra (né di sinistra): è uno che vuole fare i propri interessi e quelli della propria azienda. E' un cowboy che lotta contro i coltivatori, puro western, e con l'ideologia non ha nulla a che fare. Fini non è di destra: è un politico professionista, capitato da piccolo tra i fascisti perché aveva visto un film piuttosto che un altro; poi ha capito che a fare il fascista prendeva il cinque per cento e a non farlo poteva aspirare al venti, e ha fatto i suoi conti. I conservatori classici non sono di destra, sono dei conservatori, e cioè persone che ritengono che salvaguardando un certo ordine sociale fanno il bene collettivo, anche se questo può avere alcuni costi per le classi meno immediatamente fortunate. Ci sono conservatori come Nixon che, di fronte alla prova dei fatti, sono andati in Cina e hanno fatto una politica di apertura che nessuna testa d'uovo liberal (nel senso americano, e dunque di sinistra) si era mai sognato. E neppure sono di destra i dandies. Il maggiore esempio di dandismo è stata la serie di dichiarazioni rilasciata a Diorama (marzo 1996) da alcune persone provenienti da diverse origini Claroni, Acquaviva, Cavalli, Pellicani, Zolla, Borrega), che di¬ chiaravano perché non si schieravano e non si attendevano nulla da queste elezioni. All'ingrosso, il sentimento dominante era la pochezza e degli uomini e della posta in gioco: e il vero dandy si sottrae, per mostrare che i valori sono altri. Certo, un alto dandismo può parere di destra, perché si basa sul disprezzo delle persone comuni; ma talora può essere necessario, proprio per illuminare - attraverso la provocazione dandistica - gli insipienti. Chi era quell'architetto socialista a cui è stato rimproverato di viaggiare in Bentley e ha risposto: «Perché per me tutti dovrebbero poter avere una Bentley»? Era un dandy, certo, lanciava una provocazione. No, la vera destra, quella storicamente radicata, e con un grande e illustre albero genealogico, è un'altra, è il pensiero reazionario della Tradizione. La sua quintessenza è che, per tante cose che i piccoli uomini di oggi possano cercar di sapere e scoprire, le verità sono state dette all'origine dei tempi, quando erano carne e sangue dei popoli; e a esse occorrerà tornare. Poi questa disposizione fondamentale può essere sviluppata da un pasticcione incolto, come Evola, o da un grande pensatore, come Heidegger. Ma il nucleo è 11. L'odio, che talora ne consegue, per il mondo moderno o le masse, è un effetto collaterale. Il grande reazionario può anche usare l'aereo e l'automobile, immondi prodotti della tecnica, e votare (ultima illusione di potere dei poveri), ma sa che non è questo che conta, la risposta viene da altrove. L'unica cosa che occorre rifiutare è che la verità sia una lenta e umile accumulazione collettiva (trial and error), dove vale, passo per passo, il consenso della comunità, e gli altri sono 11 perché da essi potremo ricevere forse il dono del dubbio. , Viste queste premesse, è abbastanza comprensibile perché manganellatoli, censori, teste rapate e croci uncinate abbiano trovato roba da rodere e buoni strumenti nel mare magno della Grande Destra - quasi sempre scegliendo gli effetti collaterali, e le idee più accessibili alla loro mente, e quindi le più rozze. Ma se è solo per questo, è anche vero che arruffapopoli, scontenti, facinorosi, abbiano trovato roba da rodere a sinistra, e anche lì scegliendo il peggio. Però lo sai che la grande lotta tra la destra eterna (orgogliosa, sicura della rivelazione che otterrà interrogando le profondità della storia e dell'antropologia, dei miti e dei riti) e quella che proprio non chiamerei sinistra, né orgoglio progressista, ma senso di una verità che si fa giorno per giorno confrontandosi anche con i meno dotati (non come oggetti d'amore, ma come interlocutori), sta li. Non c'è armistizio possibile. Perché la vera destra è necessariamente pagana, e adora dèi spietati, anche se talora finge di prestare orecchio al discorso della montagna. Alle armi, o mansueti! Umberto Eco Un dialogo telematico, promosso dalla nuova rivista «Golem» Umberto Eco e a sinistra Franco Cardini

Persone citate: Acquaviva, Berlusconi, Cavalli, Evola, Franco Cardini, Heidegger, Nixon, Pellicani, Zolla

Luoghi citati: Cina, Diorama