Nastase match per Bucarest

Il vecchio compagno di doppio Jon Tiriac si è rifiutato di contribuire al finanziamento della campagna elettorale e lui colleziona gaffes in tv IL VOTO BN ROMANIA E' candidato per il partito di governo, i sondaggi lo danno in testa col 30% Nastase, match per Bucarest II campione vuol diventare sindaco CBUCAREST ERTE volte la politica è più carogna di una smorzata. C'era un campione di tennis che si burlava degli avversari e della vita, colpendo la pallina con l'ombrello o tirando un pomodoro sul vestito immacolato dell'arbitro per strappare il sorriso a una bionda in tribuna con due seni da matchpoint. Vent'anni dopo, ieri, il volto gonfio e spaesato di quel campione, perso in una irreale posa da filosofo, affollava i muri della città e le vignette dei giornali che in una sorta di feroce contrappasso si dedicano da settimane, con coscienziosa assiduità, a sbeffeggiare il grande burlone: Ilie Nastase, il tennista di genio che volle farsi primar, sindaco, di Bucarest. La candidatura di Violino Zigano, come lo chiamava Gianni Ciprini durante i tornei, riuscendo a farlo arrabbiare anche per una decina di secondi, non è neppure la più surreale fra le quarantuno (!) che i cittadini d^lla capitale romena troveranno stamane sulla scheda. Tiene i! passo di Gheorge Neogita, esploratore polare. Ma non regge il confronto con Tipa Teodor, «capo equipaggio permanente nippo-americano per la pace universale». E' incredibile come la democrazia, per chi non vi è abituato, rischi di degenerare in farsa quasi più rapidamente di una dittatura. In un contesto simile, lo slogan di un tale Vatasescu, «il candidato serio», trasmette un senso di tenerezza un po' inquietante. A differenza dell'esploratore e del capo-equipaggio, però, Ilie Nastase corre per vincere. Ha un nome alle spalle, e soprattutto un partito, quello di governo, senza il quale persino quel nome sarebbe poca cosa. Il partito di Nastase è il psdr del presidente Iliescu, che sta alla politica romena come l'Ulivo alla nostra. Ma un Ulivo più ruspante, contadinesco e popolare, perché in quest'Italia all'incontrario sono gli intellettuali e non i disoccupati a stare con la destra e a scrivere con leggerezza cose cattivissime, a cui rispondono con penna pesante i Feltrescu della sinistra. Oggi, primo turno, Nastase approderà al ballottaggio del 16 giugno contro l'avversario di centrodestra Ciorbea, conquistando il voto di un elettore su tre. Un buon inizio, ma a quale prezzo. Una costante presa per i fondelli da parte degli avversari. Due mesi di campagna hanno già fatto perdere a Nastase quel buonumore che non era riuscito a togliergli neppure Mike Gibson, il più insopportabilmente impassibile dei giudici di sedia inglesi. A Wimbledon, che Nastase infatti non vinse mai, Gibson lo taglieggiava con multe continue, però lo chiamava «mister», che diamine: questi intellettuali della destra romena, invece, non hanno rispetto di nulla... La nemesi di Ilie il Burlone, da carnefice a vittima della malizia altrui, comincia quando il giornale dell'avversario, Romania Libera, va a riprendersi le sue vecchie pagelle e scopre che il candidato sindaco avrà anche vinto quattro Masters e un Roland Garros, ma non ha mai finito la terza media. L'obiettivo è di screditarlo definitivamente presso il ceto benpensante e moderato. A Nastase si gonfia il collo per la rabbia, ma resiste: gli allaccia intorno una cravatta e parte per un dibattito in tv. Indossa il sorriso di quando faceva svenire le ereditiere fiamminghe, ma adesso bisogna anche parlare. E lui farfuglia, inciampa, deraglia. Quando gli chiedono come pensa di comportarsi con i vespasiani da anni senza manutenzione, diventa cauto e solenne: «Non conosco questi Vespasiani, non ho mai avuto rapporti con questi signori. Appena me li avranno presentati, potrò darvi il mio parere». La platea ride pensando a una vecchia battuta delle sue, quando spernacchiava il mondo in maglietta bianca, se non fosse che adesso Nastase si guarda intorno spaurito e ha una camicia sudata come al quinto set. A volte basta uno sguardo sbagliato per perdere il carisma: nei comizi e sui giornali, «il campione dal braccio d'oro» diventa «l'uomo che non conosce neppure i gabinetti». Ilie non è mai stato un cuor di loene, ma stavolta l'orgoglio gli impone di agitarsi. Esibisce fino in fondo muscoli e medaglie: «Io sono conosciuto in tutto il mondo. Per esempio, posso andare a trovare Clinton alla Casa Bianca. E il sindaco di Parigi mi ha già chiamato collega». Purtroppo il caso vuole che il vicesindaco di Parigi sia a Bucarest proprio in quei giorni e lo smentisca in un alterco persino spassoso. «Nessuno le ha dato del collega». «Invece sì». «Le assicuro di no». Secondo Alfredo Amellone, ex dirigente Fiat che bazzica in Romania da trentacinque anni e sta per scriverci un libro sopra, «questo Paese è come un suk: ognuno mente sapendo che l'altro sa che lui mente». Una meraviglia. Ilie se la prende con i giornalisti. Dopo aver deciso, per colpa dei vespasiani, di non andare mai più in tv, passa alla seconda stazione della via crucis: un'invettiva contro la stampa al cui confronto D'Alema pare un pacifista: i cronisti e le loro mamme vengono invitati a compiere attività edipiche piuttosto spinte. Stanco, depresso, barricato in una villetta nel verde dopo che gli avversari hanno insinuato che voglia farsene assegnare dal governo una più grande, Ilie si rivolgerà direttamente al popolo, adesso. Invece della racchetta impugna una scopa: si fa riprendere mentre ramazza il pavimento di un'officina fra gli applausi di cortesia del mondo operaio. I fotografi sghignazzano.. Nelle vignette comincia ad apparire come un tennista vestito da netturbino e viceversa. Prova a recuperare con il più populista degli slogan: «Votatemi perché io non rubo. Sono già ricco di mio». Ma gli avversari dicono che è un ex ricco con cinquantanni da ricordare, e due mogli e tre figli da mantenere. Una maschera acchiappa-voti sul volto del suo suggeritore politico, l'omonimo ma non parente Adrian Nastase, presidente del partito di governo, detto anche «Nastase quattro case» perché in questo Paese affamato di metri quadri si sarebbe accaparrato un poker di appartamenti per moglie e figli. E' un destino di Ilie quello di dover sempre reggere la borsa a qualcun altro, meno talentuoso ma più scaltro di lui: nel tennis fu Ion Tiriac, che gli insegnò ad arrotolare' gli spaghetti e a impilare i soldi finché lui divenne bravissimo a spenderli da solo e l'amicizia naufragò. Tiriac, ricco a palate, ha aperto una grande banca a Bucarest, ma non ha speso un lei per la sua campagna elettorale. Così come non ha potuto spenderne Sever Muresan, terzo tennista e secondo banchiere della squadra di Davis: la sua agenzia ha fatto bancorotta. Nastase va avanti senza i vecchi amici, da solo. Con la faccia un po' più gonfia, la pancia un po' più rotonda. Ha provato sulla sua pelle il bruciore di certi scherzi, per lui è come aver saldato una specie di conto col destino. Il Campione ha pagato, ma il Politico promette di rifarsi, aggrappato alla sua indole, che la sera della vigilia del voto, sulla porta di casa, lo porta a ripetere la sua frase preferita: «Nessuno mi ha mai capito. Per voi intelligenti è facile essere intelligenti. Allora provatevi a immaginare com'è facile per me, un balordo, essere balordo». Massimo Gramellini Al ballottaggio tra 14 giorni troverà il leader della destra Con l'ex tennista altri quaranta aspiranti «primar» Il vecchio compagno di doppio Jon Tiriac si è rifiutato di contribuire al finanziamento della campagna elettorale e lui colleziona gaffes in tv Ilie Nastase travestito da donna Sopra, con Bjorn Borg e Carolina di Monaco A destra, la caricatura del presidente Iliescu Sopra, Jori Tiriac. A sinistra un gestaccio di Ilie Nastase