Praga sconfitto il vincitore Klaus di Tito Sansa

I Primi dati del voto ceco: si profila una maggioranza guidata dai socialdemocratici Praga, sconfitto 81 vincitore Klaus A sorpresa la sinistra lo insidia PRAGA NOSTRO SERVIZIO La Repubblica ceca non è più l'unica isola di stabilità politica nel mondo ex comunista dell'Europa centro-orientale. Nelle elezioni politiche tenute tra le 12 di venerdì e le 14 di ieri (i boemi e i moravi, inventori del «week-end» negli Anni Venti, non andrebbero mai a votare di domenica), i tre partiti della coalizione di governo del primo ministro Vaclav Klaus hanno perduto la maggioranza dei 200 seggi nel Parlamento di Praga, scendendo da 107 a 98 mandati. Automaticamente, sull'altro piatto della bilancia, i tre partiti di opposizione che si sono riconfermati alla Camera hanno fatto un balzo all'insù, da 93 a 102 seggi. Si tratta di dati provvisori, forniti nel tardo pomeriggio dalla televisione di Praga sulla base di proiezioni da un paio di istituti demoscopici e del conteggio di meno di un quarto delle schede. Il partito democratico del premier Klaus si sarebbe confermaco come il più forte, perdendo tuttavia 10 seggi. I suoi alleati, alleanza civica e cristiano-democratici, hanno tenuto, ma la matematica condanna il terzetto, escludendo la possibilità di rinnovare la attuale coalizione, considerata garanzia di stabilità. La Repubblica ceca è infatti l'unico Paese dell'ex area comunista che dopo la caduta del Muro è sempre stato governato dalla destra, da un primo ministro che si dichiara apertamente «allievo della signora "Ihatcher». «I cechi - aveva constatato giorni fa "Mlada Fronta", il più diffuso quotidiano del Paese - tifano per la sinistra e votano per la destra». Sulla base di questa premessa, tutti (istituti demoscopici, osservatori politici, l'uomo della strada) avevano pronosticato una vittoria «a redini basse» di Vaclav Klaus e dei suoi alleati. Nonostante l'antipatia di cui è circondato il primo ministro, «presuntuoso e arrogante», ma considerato (a differenza degli uomini della sinistra) «deciso e competente». E a dispetto anche degli scandali sul finanziamento del suo partito. Si tratta di centinaia di milioni versati da un ungherese a nome Lajos Bacs (risultato defunto da 14 anni) e da un certo Radjiv Sinha, abitante delle isole Mauritius (tuttora in vita) che è caduto dalle nuvole quando ha saputo della sua donazione. Vaclav Klaus dunque ha vinto (se si contano i voti) e nello stesso tempo ha perduto (se si calcolano i seggi) e la stessa cosa è accaduta ai suoi alleati conservatori. Si sono confermate le due estreme - i comunisti (che ancora portano questo nome) con il 10,2 per cento dei voti, ma 12 seggi in meno e i neonazisti repubblicani, con l'8,1 e 4 seggi in più. In comune questi due partiti hanno l'odio per la Germania e per tutto ciò che è tedesco. In mezzo a queste due posizioni estreme, sta, come opposizione parlamentare definita «seria e democratica» dagli osservatori stranieri, il partito socialdemocrtico di Milos Zeman, un ex comunista la cui lista ha ottenuto il 27 per cento dei voti e conquistato ben 61 seggi (più 45). Un vero trionfo non previsto dagli istituti demoscopici. Poiché in base alla legge dei numeri, sarà impossibile la ripetizione della attuale coali- zione borghese conservatrice di Vaclav Klaus, si prospetta come unica soluzione logica per la Repubblica ceca una «grande coalizione» come in Italia tra il centro di Klaus e la sinistra moderata di Zeman. Con 66 più 61 seggi (che fa 127) otterrebbero quella maggioranza dei due terzi del Parlamento necessaria per cambiare la Costituzione. Considerato ciò, gli osservatori politici qui a Praga, sono ottimisti per il futuro del Paese. Con la condizione che non accada quanto è avvenuto in Israele, e che i dati definitivi confermino quelli delle proiezioni. Tito Sansa Nonostante sia in testa il premier l'opposizione balza a 102 seggi e l'ex governo scende a 98 A sinistra il leader del psd Milos Zeman Qui accanto il premier Vaclac Klaus

Persone citate: Lajos Bacs, Milos Zeman, Sinha, Vaclav Klaus, Zeman

Luoghi citati: Europa, Germania, Israele, Italia, Praga