Manisco vi racconto le «mie» barricale di A. Ram.

Manisco: vi racconto le «mie» barricale Manisco: vi racconto le «mie» barricale ROMA. Tornano gli andreottiani a via del Tritone, tuonava ieri mattina Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista. Il cui direttore è Lucio Manisco, che del Messaggero, ai tempi di Perrone, è stato un giornalista. Non solo: guidò la rivolta che, alla fine degli Anni Settanta, impedì a Luigi Barzini junior di insediarsi come direttore. Come andò, Manisco? «Andò che qualcuno stava scalando la proprietà del nostro giornale. All'inizio non sapevamo chi fossero, poi scoprimmo che dietro Edilio Rusconi e Fanfani si celava la Montedison di Mario Schimberni». Chi guidava la rivolta? «Io, ma il nostro gruppo era forte. C'era anche Pasquale Prunas, il grande grafico, e Ruggero Guarini, che allora eccome se era di sinistra. Piero Vigorelli, invece, faceva già la canaglia: andava a raccontare le nostre assemblee all'editore. E a un certo punto gli impedimmo l'accesso. Occupammo di fatto il giornale: c'era un turno di sorveglianza, con i viveri, anche la notte. Da fuori, ci appoggiava Marco Pannella. Reggemmo un anno e tre mesi, con Alessandro Perrone direttore. Quelli di destra lo chiamavano "il maomiliardario". Fu bellissimo. Finì tutto quando Perrone dovette cedere la sua quota. Ricordo che piangeva, dicendocelo». Si può riprodurre oggi quell'esperienza? Potrebbero i giornalisti del Messaggero ostacolare i piani di Caltagirone? «No, oggi non è più possibile. Perché ci sono più di mille giornalisti disoccupati, solo nell'Italia centrale. Quello che si può fare oggi, lo faremo noi di Rifondazione comunista, presentando già da lunedì delle interrogazioni parlamentari. Vogliamo sapere perché Caltagirone ha comprato il Messaggero, quali interessi economici ci sono dietro. E non accetteremo che il quotidiano di Roma venga usato come veicolo affaristico per il Giubileo», [a. ram.]

Luoghi citati: Caltagirone, Italia, Roma