Dall'esilio a De Nicola di Giuseppe Mayda

Dall'esilio a De Nicola Dall'esilio a De Nicola Giovedì 13 giugno. Alle 15 in punto Umberto esce per l'ultima volta dal Quirinale: è diretto a Campino dove lo attende un quadrimotore «Savoia Marchetti 95» pilotato dal capitano Lizzani, fratello del regista, che lo porterà in esilio. Il sovrano indossa un abito grigio, stazzonato; ha in mano un cappello floscio. Quando appare nel cortile interno del Quirinale, il duca Riario Sforza, comandante dei corazzieri, ordina il saluto al re. Rispondono: «Viva il re». Umberto, molto pallido e commosso ma sorridente, stringe la mano a tutti (funzionari, inservienti, camerieri); poi assieme a Lucifero sale sull'auto che lo condurrà all'aeroporto dal quale decollerà alle 16,07 per la Spagna. Mentre la vettura del sovrano lascia il Quirinale, dal pennone del palazzo si ammaina la bandiera reale che vi aveva garrito dal 20 settembre 1870. Venerdì 14 giugno. Eclissi totale di Luna in tutta Italia. Sabato 15 giugno. Da Milano parte il Giro ciclistico d'Italia. E' il 29° e i pronostici si appuntano su Coppi della «Bianchi» e su Banali della «Legnano». Martedì 18 giugno. La Cassazione, riunita a Montecitorio, nella sala della Giunta del Bilancio, proclama i risultati definitivi del referendum. I voti validi definitivi a favore della Repubblica sono 12 milioni e 717.923 e quelli a favore della monarchia 10 milioni e 719.284. Nelle votazioni per l'Assemblea Costituente i democristiani di De Gasperi, con il 35,2% dei suffragi, si sono aggiudicati 207 seggi lasciandone 115 ai socialisti di Nenni e Saragat, 104 ai comunisti di Togliatti e 23 ai repubblicani di Ugo La Malfa. A sera si riunisce il consiglio dei ministri e fissa le prime norme in materia di bandiera nazionale, giuramenti e formule giudiziarie: d'ora in poi, pronunciando le sentenze, si dirà: «In nonne del popolo italiano». Mercoledì 19 giugno. Un decreto pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale sopprime 11 ministero della Real Casa. Un commento ufficioso ai giornali del ministero dell'Interno sui dati del referendum diffusi dalla Cassazione dice che anche se il ricorso di Selvaggi fosse stato accolto dalla Corte la Repubblica avrebbe avuto ugualmente la maggioranza (benché del 50,1 % anziché del 54,26) in base a questo calcolo: voti validi e non validi, 24 milioni e 953.343; maggioranza assoluta, 12 milioni e 467.672; voti alla Repubblica, 12 milioni e 717.933. Giovedì 20 giugno. La Gazzetta Ufficiale nr. 143, anno 87°, esce in edizione straordinaria per annunciare la prima Repubblica italiana. Nello stesso giorno il ministro dell'Interno, Romita, mette una taglia di 800 mila lire sul bandito Salvatore Giuliano. E Giuliano, a sua volta, pone una taglia sulla testa di Romita. Venerdì 21 giugno. Varato dal governo l'atteso decreto di amnistia che avrà la data del 22 giugno '46 e porterà il nome del Guardasigilli, Togliatti. Un decreto di amnistia per reati comuni, politici e militari era stato chiesto a De Gasperi da re Umberto fin dal 10 maggio, all'indomani dell'abdicazione di Vittorio Emanuele III. Gli amnistiati sono oltre 50 mila e almeno 25 mila ex fascisti, di cui parecchi accusati di «sevizie particolarmente efferate», ottengono la libertà (il primo è Vito Mussolini, nipote del Duce). Sono tuttavia esclusi dal provvedimento i delitti più gravi come le uccisioni di Matteotti e di don Minzonl. Lunedì 24 giugno. L'onorevole Giuseppe Saragat, socialista, è eletto presidente dell'Assemblea Costituente. Martedì 25 giugno. Sciolto ufficialmente il Senato i cui membri sono di nomina regia. L'Assemblea Costituente, presenti 479 deputati, viene aperta dal suo decano, Vittorio Emanuele Orlando. Mercoledì 26 giugno. Nel quadro dell'amnistia viene firmato il decreto di grazia per il celebre brigante calabrese Musolino, condannato all'ergastolo nel 1902. Giovedì 27 giugno. A Parigi, nel corso della Conferenza della Pace, presente De Gasperi, si apre la discussione sui nuovi confini dell'Italia. Il rappresentante sovietico, Molotov, accoglie le rivendicazioni francesi su Moncenisio, Briga e Tenda. Il Dodecanneso viene assegnato alla Grecia. Venerdì 28 giugno. Enrico De Nicola, sessantanovenne avvocato napoletano di sentimenti monarchici, è eletto Capo provvisorio dello Stato con 396 voti su un quorum necessario di 323. L'insediamento di De Nicola avverrà in una sala di Montecitorio lunedì I luglio '46. A CURA DI Giuseppe Mayda

Luoghi citati: Briga, Grecia, Italia, Legnano, Moncenisio, Parigi, Savoia, Spagna