Netanyahu la prima telefonata è per l'Olp
Il braccio destro del neopremier chiama i palestinesi: la pace va avanti, teniamoci in contatto Il braccio destro del neopremier chiama i palestinesi: la pace va avanti, teniamoci in contatto Netanyahu, la prima telefonata è per l'Olp Ha vinto per 30 mila voti, Clinton lo invita negli Usa TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Benjamin Netanyahu (47 anni) è da ieri il più giovane primo ministro israeliano. L'annuncio ufficiale è giunto nel pomeriggio al termine dello spoglio dei voti dei militari, dei marinai e dei diplomatici: 1.501.023 voti al candidato delle destre (50,4 per cento), 1.471.566 ai laboristi (49,5). Per meno di 30 mila voti il premier Shiinon Peres è stato costretto a gettare la spugna. Pochi minuti dopo l'annuncio ufficiale Peres ha telefonato a Netanyahu per congratularsi della sua vittoria. «Continuerò a combattere per le mie idee» ha promesso il premier uscente. Da quel momento a casa Netanyahu il telefono non ha cessato di suonare: messaggi di felicitazione sono giunti da Clinton (che lo ha invitato negli Usa) e dal presidente francese Clùrac. Netanyahu ha assicurato la propria volontà di procedere nel processo di pace al presidente egiziano Mubarak (che lo ha invitato al Cairo) e a re Hussein di Giordania, con cui si era già incontrato alcuni mesi fa. Ma la telefonata più attesa è giunta ieri nella casa di Mahmud Abbas (Abu Mazen), il segretario del Comi- tato esecutivo dell'Olp che risiede nella città autonoma palestinese di Ramallah, in Cisgiordania. Dall'altra parte del telefono c'era il professor Dori Gold, un tempo esperto dell'Istituto di studi strategici di Tel Aviv e oggi consigliere politico di Netanyahu. «Anche con i palestinesi - ha detto Gold - il processo di pace deve andare avanti». Abbas ne ha convenuto in pieno e i due hanno concordato di restare in contatto. Fra i palestinesi il ritorno al potere del Likud desta forti preoccupazioni. Il primo banco di prova sarà il ridispiegamento dell'esercito israeliano da Hebron che sarebbe dovuto avvenire a marzo ma era stato rinviato da Peres in seguito agli attentati islamici. Ieri vari dirigenti del Likud (Ariel Sharon, Rafael Eitan, Uzi Landau) hanno detto che il ridispiegamento non si farà. «Al massimo - ha aggiunto - i palestinesi di Hebron potranno avere un'autonomia amministrativa, sotto l'egida dell'Anp. Ma l'esercito non lascerà Hebron». Poche ore dopo queste dichiarazioni di Sharon alla radio, Netanyahu ha emesso un comunicato alla stampa in cui, per la seconda volta in 24 ore, ha confermato il proprio impegno a portare avanti il processo di pace e a rinsaldare le relazioni con i Paesi arabi vicini. A qualcuno è apparsa come una parziale smentita delle dichiarazioni dei due «falchi». Nella giornata del suo trionfo, Netanyahu non ha dimenticato i 23 seggi conquistati alla Knesset dai tre partiti religiosi: accompagnato dal sindaco di Gerusalemme Ehud 01mert (uno dei suoi più fedeli sostenitori) il premier incaricato si è recato al Muro del Pianto dove è stato accolto da una folla entusiasta. Là si è rinchiuso in raccoglimento e fra le pietre millenarie ha infilato un biglietto contenente i suoi auspici. Dopo quattro anni i laboristi escono dunque a testa bassa dalla scena politica con un partito ridotto da 44 a 34 seggi. Fra i dirigenti infuriano le polemiche per la fallimentare campagna elettorale e sull'opportunità o meno di aderire a un governo di unità nazionale guidato da Netanyahu. «Non se ne parla nemmeno» ha tuonato Peres. Ma il ministro degli Esteri Ehud Barak, ex capo di stato maggiore, non la respinge a priori. In un clima generale di fair play è emerso un episodio ancora in gran parte misterioso. Contro il viceministro laborista Sallah Tarif, un druso che vive nel villaggio di Julis (Galilea), sono stati esplosi ieri alcuni colpi di pistola che lo hanno mancato. Gli aggressori, ha detto Tarif, erano attivisti del Likud che sono riusciti a fuggire. Per quale ragione lo volessero morto non è stato spiegato. Oggi Netanyahu riposa e domani annuncerà i suoi intenti. «Bibi - ha detto Zachi Hanegbi, un deputato del Likud a lui vicino - si rende conto che la sua vittoria desta allarme e apprensione nel mondo. Il suo primo obiettivo sarà di convincere che questi timori sono fuori luogo». [a. b.J Anche Peres si congratula con il suo rivale «Non mi ritiro, continuo la mia battaglia» PARTITO NAZIONAL-RELIGIOSO 9 (6) MERETZ9(12) ISRAEL BE ALYA (immigrati) 7 (0) HADASH (ex-comunisti) 5 (3) FRONTE UNITO DELLA TORAH 4 (4) SHAS 10(6) LIKUD-TSOMET-GESHER 32 (40) LISTA ARABA UNITA 4 (2) TERZA VIA (centro) 4 (0) MOLEDET (ultra-nazionalisti) Hi 1(3) 1 L Nelle vie di Tel Aviv è esplosa la festa dei sostenitori del Likud che a lungo avevano creduto di aver perso le elezioni Il nuovo primo ministro Benjamin Netanyahu al Muro del Pianto
Luoghi citati: Cairo, Cisgiordania, Gerusalemme, Giordania, Tel Aviv, Usa
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