« La sua lezione di vita »

« « La sua lexione di vita » Agnelli: lucido fino all'ultimo IL RICORDO DELL'AVVOCATO GIOVANNI Agnelli è all'estero, quando alle 17,30 gli arriva la notizia della morte di Luciano Lama. L'Avvocato si rattrista e ricorda. Ricorda la fredda notte del 25 gennaio 1975 quando, con Lama, firmò l'accordo sulla contingenza. Ricorda l'ultimo incontro due settimane fa a Roma. «Sono andato a trovarlo a casa sua. Era stato colpito da una grave malattia. La stanza era in penombra. Lama era a letto. Che straordinaria nobiltà! Che assoluta lucidità!» commenta il presidente onorario della Fiat. Di che cosa avete parlato? «Di ieri e di oggi. Del passato e dei grandi problemi del momento. Della differenza fra la psicologia di adesso e quella degli ultimi Anni Quaranta, quando c'era in tutti la volontà di ricostruire il Paese. Lama mi ha intrattenuto sui problemi del sindacato e della sinistra. Ha dimostrato profonda stima per Sergio Cofferati. Mi ha detto che Bertinotti sarà in futuro un bel problema. Mi ha spiegato che il segretario del pds, D'Alema, è il miglior prodotto creato dalla macchina del partito. Insomma è stato un discorso franco. Luciano Lama ha parlato nel modo più aperto possibile». E del passato cosa vi siete detti? «Abbiamo rivissuto quell'inverno del '75, quel tempo in cui abbiamo affrontato i problemi insieme pur tra le ovvie, numerose, divergenze di opinioni. Ci siamo ricordati l'accordo sulla contingenza. Nonostante tutto quel che si è detto e scritto, allora lo firmammo prima di mezzanotte, senza fare la solita manfrina delle trattative lunghe fino all'alba. Toccò a me telefonare ad Aldo Moro. Gli dissi: "Presidente ho concluso". E Moro, con quel suo tono sibillino: "Su queste cose, caro avvocato Agnelli, lei è il miglior giudice". Solo al mattino chiamai Ugo La Malfa. Ed era furibondo. Parecchie volte io e Lama, insieme, abbiamo dovuto difendere quell'accordo da chi ci accusava di aver fatto aumentare l'inflazione. Pensi che Lama arrivò a dire: "Agnelli è un uomo la cui parola vale la mia". E' una manifestazione di stima che non dimenticherò mai». Con Lama lei aveva in comune la passione per la Juventus. «Sì, è vero. Il suo amore per la Juve era forte come lo è quello dei romagnoli. Laggiù la squadra è amatissima e Lama era romagnolo fino in fondo. Buono, generoso, una persona di grande classe e di grande qualità». Cosa vi siete detti prima del commiato? «Luciano Lama mi ha guar dato e poi ha sussurrato: "In fondo dalla vita io ho avuto moltissimo. E so che c'è gente molto più infelice e sfortunata di me". Ecco una lezione di vita». [c. r.] «L'ho incontrato quindici giorni fa Era un uomo di classe e qualità» Giovanni Agnelli firmò con Luciano Lama l'accordo sulla contingenza il 25 gennaio del 1975

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